» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
Marittimi e Aeroportuali (G.Martino)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/08


 

Apostolato del Mare

Due i settori di competenza dell’Ufficio: apostolato del mare e apostolato aeroportuale.

L’anno 2007 è stato caratterizzato da importanti iniziative realizzate da Migrantes in collaborazione con rappresentanti qualificati del mondo marittimo.

In seguito alla costituzione del Comitato Nazionale di Welfare e del primo Convegno Internazionale per il Welfare della Gente di Mare (Convenzione ILO 163), tenutosi a Roma il 19 aprile, è stato redatto uno Statuto che ha dato vita ai Comitati locali di welfare, che si prevede di estendere in ogni città portuale: una realizzazione resa possibile con il concorso del Ministero dei trasporti, del Comando Generale della Guardia Costiera, delle associazioni degli armatori, della Federazione degli agenti marittimi, dei sindacati internazionali e di altri soggetti minori, con l’apporto sostanziale della Federazione Italiana Stella Maris.

Da una generale affermazione che “i marittimi hanno diritto ad un’accoglienza ‘umana’ sia a bordo che a terra”, si è passati alla fase concreta attraverso la costruzione di comitati operativi che in ogni porto possono rendersi responsabili affinché siano garantiti ai marittimi i servizi di comunicazione, l’assistenza sanitaria, psicologica, spirituale e tutti gli altri servizi previsti dalla Convenzione internazionale ILO 163.

Nonostante la carente disponibilità riscontrata in alcuni porti, come Trieste, Brindisi, Napoli e Venezia, le altre diocesi marinare sembrano aver ben compreso che le decine e centinaia di migliaia di transiti di marittimi possono essere occasione di apostolato fruttuoso sia per i marittimi che per i locali: è così che i centri Stella Maris non solo sono aumentati di numero ma, soprattutto, è migliorata la qualità e lo stile dell’accoglienza.

E progredito pure il lavoro di mappatura dei porti italiani realizzato con l’apporto significativo di alcune università. I primi dati confermano che i transiti dei marittimi nei porti italiani superano i quattro milioni. Tutte queste persone vengono attese pastoralmente non solo con incontri a bordo delle navi, ma anche con l’invito a visitare i nostri centri.

Il servizio dei Cappellani di bordo, unico esempio al mondo di una pastorale dedicata interamente all’equipaggio, sta attraversando un momento di crisi per la mancanza di sacerdoti, ma anche perché richiede persone particolarmente preparate e salde sia psicologicamente che spiritualmente.

Particolare attenzione è stata rivolta alla settimana di sensibilizzazione per la Giornata Mondiale delle Migrazioni svoltasi nel mese di novembre in Sicilia: sono stati visitati dieci porti siciliani in una sorta di mini tour durante il quale si sono svolte attività promozionali, informative e di sostegno rivolte ai volontari locali, all’indotto delle realtà portuali e alle città. In diversi modi abbiamo coinvolto sia gli operatori portuali che la cittadinanza perché comprenda meglio ricchezza di queste migliaia di transiti di persone diverse che portano la loro diversità come un dono di nuovi punti di vista, rendendoci capaci di allargare il cuore alle dimensioni del mondo.

Rimangono, purtroppo, situazioni di povertà ed abbandono maggiormente esasperate dalla “invisibilità” dei marittimi; oltre quattro milioni di persone transitano nelle nostre coste con i bisogni primari di chi è lontano da casa e dalla propria Chiesa, spesso in difficoltà a causa dalle norme di sicurezza in atto nei porti, che ne impediscono la libera circolazione nei tempi di attracco. Non raramente al disagio della situazione di lontananza si aggiungono le angherie frutto di contratti capestro coperti da “bandiere ombra”.

Questo apostolato contempla alcuni settori e forme di accoglienza che brevemente riassumiamo.

Centri d’accoglienza “Stella Maris”

Sono centri in cui i marittimi ritrovano la “casa lontano da casa”: un ambiente internazionale e familiare a loro congeniale, in cui l’accoglienza di Chiesa si rende concreta nell’ospitalità, nell’offerta della Santa Messa e nella presenza del cappellano, oltre che di volontari. I centri di ospitalità sono un punto fermo per il marittimo che deve chiamare casa, svolgere pratiche burocratiche o semplicemente trovare qualcuno che lo ascolti. Complessivamente circa 9.500 navi e 200.000 marittimi vengono avvicinati ed accolti dalle Stella Maris nei porti italiani. Quest’anno abbiamo avuto anche l’esperienza del servizio civile presso alcune nostre sedi. La presenza costante di questi giovani ha consentito anche di operare una pastorale maggiormente “unitaria” sul piano nazionale; infatti attraverso una formazione continua, abbiamo potuto scambiarci idee, metodi e nuovi percorsi aiutandoci vicendevolmente a meglio comprendere il modus operandi per offrire al marittimo un servizio più omogeneo, affinché in ogni porto non debba adattarsi a realtà diverse.

Cappellani di bordo

L’esperienza dei cappellani degli equipaggi delle navi da crociera è unica nel mondo. A oggi sono solo otto i sacerdoti impegnati a tempo pieno e una ventina quelli che si alternano per alcuni mesi nel compito pastorale di assistere gli equipaggi e i passeggeri su undici navi della flotta Costa. I cappellani sono configurati come ufficiali addetti al welfare dell’equipaggio: con questo compito specifico condividono la vita con il personale di bordo (da mille a millecinquecento persone a secondo della nave), uomini e donne di oltre cinquanta diverse nazionalità. La presenza del cappellano è indispensabile per la gente di mare impegnata a bordo con contratti da otto a dodici mesi, lontana dalla propria famiglia. E una presenza indispensabile per chi non ha alcuna altra opportunità d’incontrare la Chiesa per tanti mesi. Nel cappellano, essi trovano un riferimento umano e ecclesiale stabile, capace di promuovere la giustizia, un clima familiare, il dialogo ecumenico ed interreligioso. Naturalmente i cappellani di bordo dedicano parte del loro tempo anche alle esigenze religiose e spirituali dei croceristi. Globalmente, ogni giorno, oltre 10.000 marittimi e 21.000 passeggeri ricevono la cura pastorale della Chiesa cattolica.

Purtroppo è sempre più difficile trovare sacerdoti che comprendano la necessità di questo apostolato.

Famiglie della gente di mare

La preoccupazione dell’Ufficio è anche per le famiglie che rimangono prive di uno o entrambi i genitori per lungo periodo di tempo. Per le famiglie si sono organizzati gruppi e associazioni di aiuto e conforto, umano e religioso. Sono sempre forti le esperienze di Torre del Greco, Procida, S. Marinella di Selinunte e Sorrento.

Un fenomeno nuovo è quello delle famiglie immigrate che, oltre al disagio provocato dall’immigrazione, patiscono anche il distacco dal loro congiunto che lavora come marittimo ed è doppiamente lontano da casa.

Pescatori

Continuano ad essere presenti grandi comunità di pescatori: da San Benedetto del Tronto a Fano, a Mazara del Vallo. Diminuiscono le attività di Rimini e Cagliari.

Oggi la pesca in Italia obbliga ancora a lunghe assenze da casa; in particolare per la pesca d’altura e durante alcune stagioni si assiste a una vera e propria emigrazione delle flotte dal nord al sud Italia. Permane, per questo particolare settore di vita sul mare, una vivacità devozionale con feste e manifestazioni tradizionali che meritano una giusta attenzione.

Nell’ambito della pesca assistiamo anche all’incremento del fenomeno migratorio, in particolare di intere famiglie tunisine. Caso emblematico è quello di Mazara del Vallo, in cui i “padroni” delle barche italiane hanno lavoratori tunisini che vivono con le loro famiglie in un quartiere satellite alla città con un insediamento che ricorda le “little Italy towns” nel mondo in versione tunisina.

Attività svolte

Commissione ecclesiale per l’Apostolato del mare

In Sicilia si è formata per la prima volta una Commissione ecclesiale per l’apostolato del mare. Un laico, Salvatore La Spina, è stato indicato dalla Conferenza Episcopale Siciliana come coordinatore regionale per questo settore di apostolato. Si auspica che questa iniziativa venga accolta anche da altre regioni ecclesiali, affinché i vari centri Stella Maris possano essere maggiormente seguiti, formati e incoraggiati lavorando insieme anche a progetti territoriali distinti.

XXII Congresso mondiale dell’Apostolato del mare

Il XXII Congresso mondiale dell’apostolato del mare si è svolto in Polonia, a Gdynia, dal 24 al 29 giugno 2007. E stata una esperienza decisamente importante anche per la quindicina di italiani presenti.

Sovvenzione della CEI per la carità

I fondi CEI per la carità hanno permesso di fare fronte a situazioni di particolare gravità che si sono presentate in diversi porti italiani come Augusta, Genova, Ravenna, Bari. A titolo esemplificativo, citiamo il sostegno per la partecipazione a corsi formativi resisi necessari per l’imbarco di marittimi rimasti senza lavoro, il rimpatrio di marittimi di navi poste sotto sequestro, l’assistenza legale specializzata agli equipaggi di navi abbandonate dall’armatore, gli interventi per assicurare l’assistenza sanitaria, l’acquisto di indumenti e generi di prima necessità. Purtroppo nei porti dove non esiste un centro Stella Maris, l’abbandono e lo stato di necessità arriva allo stremo prima di essere “scoperto” e l’intervento di solidarietà si fa più difficile e oneroso. Quest’anno ci si è impegnati ad aiutare le nascenti Stella Maris per le prime e importanti spese di impianto.

Servizio civile

Sono stati coinvolti nel Servizio civile quattordici giovani, con risultati decisamente positivi. La necessità di operare una formazione previa all’impegno concreto ha consentito di ripensare la formazione dei volontari in modo più unitario e omogeneo a livello nazionale, coinvolgendo anche i volontari che da tempo operano nei centri locali. L’Apostolato del mare conta di puntare decisamente sull’utilizzo di giovani volontari in Servizio civile che permetta di avere in loro un riferimento certo, anche se solo per un anno, per i diversi progetti in atto e come elementi unificanti fra i centri presenti nei porti italiani.

Formazione dei Cappellani di bordo

A Genova, nella primavera del 2007, è stato svolto il corso per i Cappellani di bordo. Si pensa anche di insistere maggiormente su una attività di training a bordo: una sorta di tirocinio della durata di qualche giorno in cui il candidato, che ha già fatto il corso teorico, viene accompagnato nelle diverse attività con l’equipaggio durante la navigazione.

Progetto mappatura dei porti

Siamo giunti al termine della prima fase con la raccolta dei dati di oltre sessanta porti italiani inviati dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Prima della fine dell’anno prossimo si dovranno aggiungere dati analitici e risultati di interviste e questionari fatti agli equipaggi di passaggio in venti porti, organizzate e raccolte dai centri Stella Maris o da ricercatori universitari.

Apostolato aeroportuale

Questo apostolato si estende a un numero vastissimo di persone che non possono beneficiare della pastorale ordinaria offerta nelle loro parrocchie, e che si possono suddividere in tre gruppi:

- il personale di volo,

- il personale aeroportuale e a terra,

- i passeggeri.

Ogni categoria richiede una diversa attenzione pastorale: quella del turismo per chi viaggia con i suoi tempi e ritmi, quella del lavoro per gli aeroportuali che operano a terra con i diversi turni lavorativi diurni, notturni e festivi, quella specifica, che offra un accompagnamento e un’accoglienza occasionale delle esigenze materiali e spirituali degli equipaggi in transito.

I passeggeri in genere vivono un’impossibilità soltanto temporanea di beneficiare dei servizi religiosi: per gli operatori aeroportuali tale impossibilità è prolungata.

In caso di necessità, o quando viene ritenuto utile, il servizio pastorale aeroportuale si rivolge anche a categorie particolari, quali i rifugiati nei centri di detenzione negli aeroporti, le persone in difficoltà e i senzatetto che trovano riparo nelle aerostazioni. A tutte queste persone le cappellanie aeroportuali rivolgono la loro attenzione in tre modi: la presenza, la proclamazione e la testimonianza.

Il punto di riferimento visibile di questa pastorale è normalmente la cappella dell’aeroporto, con il cappellano e l’équipe della cappellania. In Italia presenze di sacerdoti e laici sono garantite negli aeroporti di Milano Linate, Milano Malpensa, Orio al Serio, Venezia, Torino, Genova, Roma Fiumicino, Palermo e Verona.

Il Direttore nazionale con altri operatori hanno partecipato al XXIII World Seminar of Catholic Civil Aviation Chaplains and Chaplaincy Members, organizzato dal PCPMI a Roma; durante il Convegno è stata presa la decisione di un incontro a carattere nazionale, che il 9 e 10 ottobre si è concretizzato a Verona, il primo dopo tanti anni, con la partecipazione di una ventina di sacerdoti e laici volontari che operano o vorrebbero operare negli aeroporti italiani. Sono stati affrontati alcuni temi chiave come quello della gestione delle cappelle aeroportuali con la presenza del SS. Sacramento, le problematiche relative al dialogo ecumenico ed interreligioso e, soprattutto, il legame con le Chiese territoriali, da cui provengono sia i sacerdoti che gli stessi operatori aeroportuali. E emersa la necessità di condividere la responsabilità di questa attività attraverso la figura di due Coordinatori: mons. Giorgio Rizzieri per il centro-nord Italia (Cappellano di Roma Fiumicino) e p. Emanuele Iovanella per il centro-sud Italia (Direttore diocesano Migrantes di Salerno).

Impegni per il prossimo anno

In conclusione, in questo nuovo anno pastorale ci si impegnerà a far sì che i Vescovi diocesani, soprattutto dei territori costieri:

1. Favoriscano la nascita di centri di accoglienza Stella Maris o di assistenza dei pescatori e delle famiglie e incoraggino i sacerdoti all’esperienza della cappellania a bordo delle navi e negli aeroporti più frequentati.

2. Aderiscano al cammino nazionale nella formazione delle Associazioni Stella Maris e diventino parte attiva nella costituzione dei Comitati locali di welfare, ove vengano costituiti dalle varie autorità militari, civile e marittime tutte.

3. Incrementino le relazioni con conventi, comunità oranti ed esperienze di orazione attiva. La preghiera è il fondamento di questo prezioso apostolato.

4. Comprendano l’importanza del lavoro dedicato agli aeroporti, crocevia di culture e fedi diverse, impegno pastorale che in genere non necessita di nuove forze ma di una maggiore attenzione da parte dei parroci limitrofi o in cui l’aeroporto incide.