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Migrazioni e formazione scolastica (S.Ridolfi)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/08


In questo anno, dedicato per accordo a livello europeo alla “intercultura” (cfr. SM 1/08), ci siamo proposti di percorrere assieme ai nostri lettori un itinerario di formazione e di interrelazioni che ci aiuti a mettere a fuoco ed a sostenere quanto riguarda il più vasto mondo della mobilità umana che di sua natura è fenomeno di mutamento e pone in necessario rapporto l’intero sistema sociale e religioso in cui si verifica. Ed un campo privilegiato al riguardo è l’educazione nella sua più ampia accezione, e primariamente quella delle nuove generazioni. In questo quadro ha un ruolo primario ed insostituibile la scolarizzazione.

è nostra ferma convinzione che il compito educativo delle nuove generazioni spetti primariamente, per diritto naturale, alla famiglia e sussidiariamente, per diritto positivo, alla società civile (cfr. Vaticano II, “L’educazione cristiana”, nn. 3 e 6) ed istituzionalmente alla Chiesa (cfr. doc. citato, proemio). Ne consegue che i genitori vanno illuminati e sostenuti nelle scelte necessarie e pertinenti ed inoltre che vanno aiutati, nel quadro ovviamente di una generale pianificazione, a raggiungere i migliori risultati educativi possibili (“La famiglia è la scuola più completa”, Vaticano II, Gaudium et Spes, n. 52).

La famiglia deve pertanto avere sempre voce autorevole sul tipo di scuola e sui contenuti educativi, certo nelle concrete e possibili opportunità locali e del momento, che riguardano i propri figli.

La mobilità umana pone al riguardo particolari esigenze e problematiche ed offre specifiche e promettenti prospettive. Il problema della lingua e della cultura, del linguaggio e delle metodologie, gli aspetti di aperture interculturali e di nuove sintesi culturali, ecc. “Una passione antica” la giudicò il defunto mons. L. Petris, Direttore generale della Fondazione Migrantes, in apertura del Quaderno Migrantes n. 16 del marzo 1976 in occasione del “Convegno sulle iniziative per l’insegnamento e la diffusione della lingua e cultura italiana all’estero nel quadro della promozione culturale e della cooperazione internazionale” (Montecatini, 26-28 marzo 1976).

Con ciò confermava quanto già esposto nel primo Quaderno UCEI/Migrantes dedicato significativamente al problema della scuola di base per i figli dei migranti “La scolarizzazione dei ragazzi migranti in Europa”, tema della Giornata Nazionale delle Migrazioni del 1969, “Scuola senza frontiere”. Nella presentazione del quale Quaderno scriveva l’allora Direttore generale mons. S. Ridolfi che con la Giornata e le riflessioni che la accompagnavano si intendeva “sottolineare l’urgenza che le scuole nazionali, già macchiatesi di nazionalismi, si aprano alla più ampia realtà della mobilità degli scolari, legata e non a quella economica dei genitori. Non si tratta né dell’assurdo di pretendere la fine delle scuole nazionali, modellate sulla cultura locale, né della ottusità di chiudersi nel proprio guscio. Ma di permettere la educazione simultanea di ragazzi culturalmente diversi sulla base della realtà locale, ma nel rispetto della diversità”. E nell’editoriale, sempre in quel Quaderno, (“La scuola è di tutti, ma di tutti per uno: il ragazzo”, pg. 101 ss.), precisava: “La scuola rimane una fondamentale esigenza della formazione, ma non la esaurisce. Trascurare la famiglia, ad esempio, ed in primo luogo i genitori, vuol dire portarsi al largo di nuove coercizioni in cui il ragazzo si trova ancora più solo e meno motivato”.

In continuità ed a sviluppo ulteriore di quelle ripetute esigenze e riflessioni* dedichiamo ora questo numero della rivista a diversi aspetti della formazione scolastica,  nuovi ed antichi allo stesso tempo, motivati dalla mobilità umana: emigrati, immigrati,circensi, nomadi, marittimi.

Certamente non sarà una trattazione esaustiva, bensì il richiamo a trascurate esigenze e la proposta di aggiornati impegni in questo campo vasto e complesso della esigenza educativa in cui non è possibile intervenire efficacemente se le agenzie educative fondamentali - famiglia, società civile, Chiesa - non lavorano di concerto ed in armonia, ognuna per la sua parte e nel rispetto delle specifiche esigenze o diritti.

Sempre e tutto nella sincera convinzione della priorità della persona, nel nostro caso l’alunno o studente.



* Cfr. anche i successivi Quaderni UCEI/Migrantes, n. 2/84 “Istruzione di base e cultura in una società plurietnica” e n. 1/81 “Emigrazione è cultura”