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Invito a far tesoro degli orientamenti pastorali della Chiesa Italiana (G. Betori)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/07


Ho ricevuto il programma del Convegno Nazionale dei Direttori Diocesani Migrantes e collaboratori che si svolgerà a Montesilvano-Pescara dal 24 al 27 settembre p.v., dal titolo La persona: una storia sacra.

Non potendo essere presente, ho il piacere di rivolgermi a voi con questa lettera per un cordiale saluto, al quale aggiungo l´augurio che al termine dei lavori voi possiate esprimere soddisfazione non soltanto per i suoi risultati positivi ma pure per l´intesa e amicizia fraterna che avete sperimentato tra di voi; un´esperienza che sarà certamente di buon auspicio per la stretta collaborazione a livello interdiocesano, regionale e nazionale che dovrà contraddistinguere il nuovo anno pastorale.

Da quanto mi risulta dal programma, in questi giorni voi intendete attingere nuova luce e nuovi stimoli dall’approfondimento della Parola di Dio, la quale anche sul tema della mobilità umana - nella misura in cui ci si espone in atteggiamento di fede - offre sempre nuovi e sorprendenti messaggi. Penso che molto vi attendete anche dal confronto delle vostre esperienze così varie e così ricche nelle Chiese locali in cui voi operate, dove il fenomeno migratorio si presenta nelle forme più diverse e forse in continuo cambiamento.

Da parte mia, a nome della Conferenza Episcopale Italiana, vi invito a fare tesoro anche degli orientamenti pastorali che essa ha abbondantemente offerto in questo primo decennio del 2000. Non mi riferisco soltanto alla Nota Pastorale “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” del 2001, ma pure alla successiva: “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” del 2004. L’una e l’altra “Nota Pastorale” contengono chiare e talora esplicite indicazioni anche per il vostro specifico lavoro, che si svolge, forse più di ogni altri “in un mondo che cambia”, qual’è il mondo della mobilità umana. Non va poi dimenticato che è tutta dedicata a questo tema la “Lettera alle comunità cristiane su migrazioni e pastorale d’insieme”, pubblicata dal Consiglio Episcopale Permanente in quello stesso anno 2004 a compendio dei lavori e dei risultati del grande Convegno Nazionale del febbraio 2003 di Castelgandolfo su “La missione ad gentes nelle nostre terre”, convegno ispirato alla promessa biblica: “Tutte le genti verranno a te”. Mi viene riferito dalla Migrantes che questa lettera ha avuto finora scarsa risonanza nelle nostre diocesi. Su voi, cari Direttori, si fa affidamento per un rilancio di questo forte appello alla pastorale d’insieme in campo migratorio.

E infine mi permetto di sollecitare una viva attenzione alla recentissima “Nota pastorale dell’Episcopato Italiano dopo il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale” di Verona. So del particolare impegno della Migrantes per dare un suo contributo in fase di preparazione e di svolgimento del convegno, al quale è stata invitata una nutrita rappresentanza del mondo migrante. Penso che si debba anche a questo contributo se il documento contiene non pochi riferimenti, sobri e puntuali, al tema che vi sta tanto a cuore. Si prende atto nella “Nota Pastorale” dell’odierna opportunità “di un fecondo rapporto con le presenze religiose nel nostro Paese, accresciute dalle recenti ondate migratorie” (n. 14), che allo stesso tempo suscitano molteplici e serie problematiche, come quella delle “famiglie… forzatamente separate a causa dell’emigrazione” (n. 12); viene poi indicata l’inedita opportunità, grazie alle migrazioni, “di riconoscere con stupore anche in colui che viene da lontano il segno visibile della cattolicità” della Chiesa (n. 20) e di raccogliere “anche in questo campo frutti di grazia inaspettati”, trattandosi di un “nuovo areopago di evangelizzazione”, di cui “è eloquente conferma il fatto che molti di quelli che si accostano da adulti al fonte battesimale sono di origine straniera” (n. 9). Vi invito a rendervi familiare quest’ultima “Nota Pastorale”, che non solo nei passi citati ma in tante altre sue parti offre spunti fecondi anche per la vostra pastorale specifica. Obiettivo ultimo della vostra fatica apostolica è che i migranti stessi, come dice lo stesso titolo del documento, si presentino e siano riconosciuti tra di noi come “testimoni del grande sì di Dio all’uomo”.

Cari Direttori, mi sono introdotto dicendo che dalla Parola di Dio si possono cogliere sempre nuovi e sorprendenti messaggi, anche per il nostro lavoro specifico nella vigna del Signore. Permettetemi che, a conclusione di questo breve indirizzo, mi riferisca al semplice e delizioso Libro di Tobia, dove mi pare di veder identificato in Tobia, questo giovane esiliato e per di più in cammino verso una terra ignota e lontana, l’emblema di ogni emigrante e di vedere, allo stesso tempo, identificato ognuno di voi con l’Arcangelo Raffaele che sta oggi al fianco, di persona o attraverso i suoi collaboratori, di tanti fratelli provenienti da ogni parte del mondo. La vostra è una presenza amichevole, paziente e benefica, anche se non sempre facile e del tutto gratificante. C’è motivo di ringraziarvi di cuore, ma soprattutto di tradurre questo sentimento in quello splendido inno di grazie che si è elevato nella casa di Tobia (capitolo 13), a conclusione dell’avventurosa vicenda migratoria, al Dio Altissimo ed ora può proseguire nelle vostre Chiese locali.

Con rinnovati auguri di buon lavoro e l´assicurazione di una mia personale preghiera, invoco ogni benedizione del Signore su di voi e sui vostri lavori.

Dev.mo nel Signore,

+ Giuseppe Betori

Segretario Generale

Roma, 5 settembre 2007