La tenda, intesa nelle sue valenze scritturistiche e patristiche, è il tema chiave della chiesa; tale idea non è stata tuttavia declinata in modo mimetico o espressionista (come in molti casi degli anni Sessanta: basti pensare agli esisti gestuali del concorso romano del 1967), ma tradotta in forme accortamente studiate; un panneggio dello spazio, secondo lespressione utilizzata da Alessandro Anselmi in unintervista televisiva. Nella fase di concorso, in un disegno concettuale rappresentante questa superficie di copertura venne scritto, al margine del foglio, a sua spiegazione: il rapporto tra il ‘molteplice e ‘luno. In verità tutta lintenzionalità progettuale, la volontà simbolica e il significato profondo che hanno presieduto al disegno di questa chiesa sono scritti in questo rapporto dialettico tra le categorie fondanti la cultura occidentale dove però, fermo restando la categoria dellUno, quella filosofica e generica del ‘molteplice si determina in termini cristiani nel Trino (dalla relazione di progetto). Nellevocare il tema trinitario, peraltro, i progettisti non indugiano in derive didascaliche, ma puntano a un esito spaziale coerente con le finalità liturgiche delledificio. Il fascino principale della forma delledificio consiste proprio nel dinamismo tra la tripartizione di facciata/sezione e lunitarietà della parete luminosa absidale [15], nella continuità tra lunicità espressa dalla parete dietro laltare e la triplicità manifestata verso il sagrato (Servadio 2011). La ricerca formale e tecnologica sulla vela definisce la specificità dellaula per il culto, cuore del centro parrocchiale e del quartiere, ma non esaurisce tutto lintervento. Il resto del complesso si affianca in modo discreto ma non anonimo allaula liturgica: un lungo asse distributivo rettilineo attraversa e unisce tutto il lotto, a servizio delle opere pastorali, della chiesa, del sagrato e dello spazio di gioco.