La chiesa ha una storia ancora breve, ma è interessante documentare i primi processi di appropriazione dello spazio da parte della comunità: certamente il nitore degli spazi e dei colori garantisce uno spazio liturgico inizialmente privo di distrazioni o accidenti, ma è anche comprensibile che ogni comunità cerchi di fare proprio il luogo in cui vive e celebra. La grande cura posta nella realizzazione delledificio non implica una sua cristallizzazione nello stato finale dellinaugurazione: nel rispetto delle intuizioni di progetto - ecclesiali e architettoniche - è fondamentale che lessenzialità formale non sia intesa, negli anni a seguire, come assenza di identità, o come vuoto da riempire casualmente e senza progettualità. Il percorso immaginato dalla comunità prevede che lo spazio liturgico sia messo in relazione con il tempo liturgico: come lo spazio della chiesa non è un volume indifferenziato, così il tempo della Chiesa non è tutto uguale, e vengono quindi sottolineati con allestimenti temporanei i momenti caratterizzanti lAnno liturgico. Nei primi due anni di vita, la comunità ha quindi sottolineato il mistero della Croce durante il periodo dalla Domenica delle Palme alla Pentecoste, mediante drappi che definiscono e delimitano uno specifico spazio per il Crocifisso, allinterno della bianca superficie della parete absidale: un metodo temporaneo per ri-orientare lo sguardo dei fedeli, che rischia forse di perdersi nellampiezza della parete luminosa presbiteriale o nella bianca superficie absidale. Non a caso i primi schizzi di progetto prevedevano una modellazione a drappo mosso anche per la superficie di sostegno del crocifisso, opera poi non realizzata.