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Discorso alla 48ª Assemblea Generale - 14/18 maggio 2001


Carissimi Fratelli nell’Episcopato!1. – “Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1,3). Mi è caro salutarvi con queste parole dell’apostolo Paolo. Saluto e ringrazio per l’indirizzo rivoltomi, in particolare per gli auguri di compleanno, il Cardinale Camillo Ruini, vostro Presidente, insieme con gli altri Cardinali italiani, i Vicepresidenti e il nuovo Segretario Generale.

In questa propizia circostanza della vostra Assemblea Generale, desidero esprimere a voi, e attraverso di voi a tutte le comunità ecclesiali italiane, la mia vivissima gratitudine per l’eccezionale contributo che avete dato al felice esito del Grande Giubileo del Duemila, che è stato per tutta la Chiesa una straordinaria stagione di grazia. 

In particolare, intendo ringraziarvi dell’impegno profuso per la quindicesima Giornata Mondiale della Gioventù: oltre due milioni di giovani, di cui una parte considerevole italiani, sono convenuti a Roma in quei giorni indimenticabili, a testimonianza di quanto sia viva la fede cristiana e sentita l’appartenenza ecclesiale tra le nuove generazioni. I giovani provenienti da altre nazioni, essi pure arrivati in grandissimo numero, hanno potuto sperimentare le capacità di accoglienza, nutrita di amore, delle diocesi italiane. 
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