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 Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro - Ambiti - Lavoro - ILVA - Veglia di preghiera (1° agosto 2012) 
ILVA - Veglia di preghiera (1° agosto 2012)   versione testuale
Vicini nella preghiera alla diocesi di Taranto


Le complesse problematiche lavorative e ambientali che colpiscono la Città di Taranto e il grande complesso siderurgico dell’Ilva impongono una serena riflessione poiché caratterizzate da molteplici fattori.
 
Anzitutto ci raccogliamo nella preghiera assieme a S.E. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, nella “veglia della città per la città” per un futuro sereno per tutti, per gli abitanti, gli ammalati, i lavoratori, i bambini. Tornano alla mente le parole di Paolo VI: «Lavoratori, che Ci ascoltate: Gesù, il Cristo, è per voi!», proclamate tra gli altiforni dell’Ilva durante la celebrazione della Messa del Natale del 24 dicembre 1968. Nella fede Cristo è sempre con noi, in ogni situazione! 
La via dell’impegno di ciascuno, ricordandoci che «tutti siamo veramente responsabili di tutti» (Sollicitudo rei socialis, 38), passa attraverso il tenere insieme la soluzione del problema ambientale, legato alle emissioni dannose, con quello dell’occupazione lavorativa, legato alla chiusura del centro siderurgico. Non giova a nessuno contrapporre la salute al lavoro o viceversa. Salute e lavoro stanno insieme perché riferite all’unità della persona umana, l’una, la salute, è dono della e alla persona, l’altra, il lavoro, è opera della persona e dono per tutti. È lo stesso uomo che sta bene ed è lo stesso uomo che lavora. Solo un lavoro dignitoso per le persone e rispettoso per l’ambiente custodisce l’uomo e il suo ambiente. Solo un’attenzione costante all’ambiente in cui viviamo permette di custodire l’uomo e il suo operare. 
Giova sempre ricordare che ogni uomo è posto da Dio nel creato per coltivarlo e custodirlo (cfr. Gen 2,15). Lavorare e custodire stanno insieme, si lavora custodendo e si custodisce lavorando. 
Prendiamo sempre più coscienza che il nostro agire non è neutro, ma che ogni nostra azione va compiuta responsabilmente nei confronti dell’uomo e dell’ambiente in cui vive, altrimenti prima o poi ne paghiamo le conseguenze. 
Nel custodire il creato, lavorando con dignità e responsabilità, custodiamo noi stessi e il creato, anzi, ci accorgiamo che siamo custoditi da Dio.