«Il dato prevalente è che il lavoro in Italia manca». Parte da questa constatazione il Messaggio per il 1° maggio firmato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro della CEI.
Il tempo di crisi che stiamo attraversando rischia di rendere tutti incapaci «di fermarci e tendere la mano a chi è rimasto indietro» scivolando «nel disinteresse per il destino dei nostri fratelli».
Oggi più che mai – secondo i Vescovi – «c’è quindi bisogno di educare al lavoro», che «deve tornare a essere luogo umanizzante, uno spazio nel quale comprendiamo il nostro compito di cristiani, entrando in relazione profonda con Dio, con noi stessi, con i nostri fratelli e con il creato».
La giornata del primo maggio, quest’anno, è legata al cammino della prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia (4-25 ottobre 2015) e ha come cornice di speranza e di riflessione l’evento del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015): “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi saluto cordialmente: lavoratori, imprenditori, autorità, famiglie presenti, in particolare l’Arcivescovo, Mons. Arrigo Miglio, e i tre di voi che hanno manifestato i vostri problemi, le vostre attese, anche le vostre speranze. Questa Visita – come dicevate - inizia proprio con voi, che formate il mondo del lavoro. Con questo incontro desidero soprattutto esprimervi la mia vicinanza, specialmente alle situazioni di sofferenza: a tanti giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie, agli imprenditori e commercianti che fanno fatica ad andare avanti. ... (Francesco, Cagliari, 22 settembre 2013).
Anche nel lavoro: «il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore» (Francesco, Omelia, 19 marzo 2013).
"Il 1° maggio, memoria di san Giuseppe lavoratore, ci richiama a cogliere il lavoro dentro una visione dell’uomo che è illuminata profondamente da Gesù di Nazareth. Egli ci aiuti a vivere in pienezza il rapporto tra lavoro e resto della vita..."