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 Ufficio Nazionale per la pastorale della salute - Attività - Giornate Mondiali del Malato - XVIII Giornata Mondiale del Malato - 11 febbraio 2010 
XVIII Giornata Mondiale del Malato - 11 febbraio 2010   versione testuale

Dalla sintesi del Sussidio
 
La Chiesa nella sua storia ha sempre testimoniato la vicinanza a chi soffre. In maniera particolare la cura pastorale e le numerose istituzioni di accoglienza, assistenza e ricovero per gli ammalati, nascono dal mandato di Gesù ai suoi discepoli “Predicate il Vangelo e curate i malati”.
Questo servizio, sempre avvertito dalla Chiesa nel corso dei secoli come elemento fondamentale della sua missione, è espressione specifica della sua identità e manifesta la tenerezza di Dio verso l’umanità sofferente. Ancor di più oggi, l’impegno per la nuova evangelizzazione non può trascurare il dovere di una più puntuale attenzione al mondo della salute e della malattia, sulla stregua delle profonde innovazioni culturali e strutturali che esso ha subito negli ultimi decenni.
 
Si tratta di individuare quale tipo di sollecitudine deve avere la comunità cristiana verso i malati, e il ruolo che questi ultimi rivestono in essa. È vero che sempre c’è stata nella Chiesa la premura amorevole per i sofferenti; oggi occorre renderla più viva, partecipe ed attuale. D’altro canto, l’esortazione apostolica Christifideles Laici, descrivendo l’azione pastorale verso i sofferenti, “preziosissima eredità” ricevuta da Cristo, afferma che essa “va sempre più valorizzata e arricchita attraverso una ripresa ed un rilancio decisivo di
un’azione pastorale per e con i malati e i sofferenti” (n. 54). Si apre così la prospettiva d’una ministerialità del malato nei confronti degli altri ammalati. Il sofferente è parte viva e vitale della comunità ecclesiale, è artefice e costruttore prezioso del Regno di Dio nella storia. Ne deriva che la pastorale non può più essere impostata esclusivamente “per” i malati, ma anche “con” i malati. E quindi deve essere una pastorale di ampia corresponsabilità e coinvolgimento.
 
Come Chiesa siamo chiamati a scoprire e servire Cristo nei mille volti dolenti della nostra società. Non si tratta solo di curare le emergenze e di intervenire nei casi più drammatici. Bisogna anche analizzare le cause strutturali che provocano dolore, povertà e disagio e saper progettare interventi adeguati che mirino a rimuoverle, promuovendo sinergie e collaborazione con tutti coloro che sono sinceramente interessati al bene dell’uomo.
 
 
 
 
 
 
 
 
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