Vivere nella precarietà è un’esperienza che in tanti provano anche nel nostro Paese. I profughi vivono in un limbo in cui non sanno niente del loro futuro, ma nemmeno possono decidere sul presente. Noi ci affacciamo, incerti e inesperti, in una condizione di precarietà che ci fa paura, che impoverisce i giovani o i “maturi”, che ci fa perdere le sicurezze. La fatica, per tutti, è leggere in tutto questo il progetto di Dio, ritrovando la fraternità con ogni persona, vicina o lontana, e superando la tentazione di chiuderci nelle nostre difficoltà. Mettiamoci in ascolto delle storie di vita di chi viene da più lontano. La Caritas diocesana ci può aiutare, anche favorendo percorsi di condivisione e di reciproca conoscenza.