Sussidio Quaresima-Pasqua 2014 - Domeniche - V Domenica di Pasqua 
V Domenica di Pasqua   versione testuale

Raffaello, Cristo benedicente, Brescia, Pinacoteca Civica Tosio Martinengo, 1505.
© Su concessioneArchivio fotografico Civici musei d'Arte e Storia di Brescia.

Stringendosi a Cristo, «pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio», anche i suoi discepoli vengono «impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale» (1Pt 2,4-5). I credenti costituiscono quel corpo il cui Capo è il Signore Gesù risorto. Questi è la via, la verità e la vita, colui che ha rivelato il volto di Dio. Chi vede lui vede il Padre poiché Dio nessuno lo ha mai visto, ma il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha fatto rivelato (cf. Gv 1,18). La sua missione è quella di condurre gli uomini alla comunione con il Padre suo, rendendoli partecipi della sua stessa vita divina.
Ecco perché nell’Orazione sulle Offerte della liturgia del giorno la Chiesa si rivolge a Dio che nello scambio dei doni fa partecipare i fedeli alla comunione con sé, unico e sommo bene, e che ha preparato per quelli che credono in lui un posto nel regno dei cieli. Sin da adesso, tuttavia, a coloro che gli fanno posto nella loro vita attraverso la fede, è offerta la speranza di essere accolti nella Gerusalemme del cielo poiché la via eterna consiste nella conoscenza dell’unico vero Dio, e di colui che Egli ha inviato, il Signore Gesù Cristo (cf. Gv 17,3).

Gesù risorto è in mezzo alla comunità dei discepoli che sperimentano la sua presenza salvifica. Egli era morto e ora vive per sempre (cf. Ap 1,18), ed ha promesso: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Soltanto unita a Cristo la Chiesa può continuare a compiere le opere e la missione del Risorto. Solamente in Lui può essere edificata «per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio» (1Pt 2,5).
Raffaello Sanzio ci ha lasciato una tavola di piccole dimensioni, realizzata per uso devozionale nel 1505 e oggi conservata nella Pinacoteca Civica Tosio Martinengo di Brescia, la cui superficie è occupata quasi per intero dalla figura frontale di Cristo.

Gesù Risorto è dipinto di tre quarti, quasi nudo; ha un torso virile, ricoperto soltanto di un mantello rosso che scende dalla sua spalla destra. Ha il braccio destro alzato in segno di benedizione mentre il sinistro lo tiene appoggiato al ventre quasi a indicare con la mano la ferita ancora sanguinante del costato. Sono bene in evidenza anche le ferite delle mani così come risalta il rosso del sangue che fuoriesce dalla corona di spine che Gesù porta ancora sul capo. Il suo volto è sereno, ma anche profondamente sofferente. Egli è il Crocifisso Risorto!
È colui che è penetrato negli abissi della morte e che continua a portare sulla sua carne le offese della morte. Perfino lo sfondo del quadro contribuisce a intensificare questa sensazione: la risurrezione porta in sé la memoria della morte e della passione, e ciò che si è compiuto nel Capo attende di compiersi perfettamente nelle sue membra e nel mondo intero che continua purtroppo a gemere e a soffrire nelle doglie del parto aspettando la piena rivelazione dei figli di Dio (cf. Rm 8,19-22).
E poiché «Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo; non bisogna dormire durante questo tempo» (B. Pascal, Pensieri 553).