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Indicazioni pastorali del congresso mondiale sugli zingari


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/03


INDICAZIONI PASTORALI DEL CONGRESSO MONDIALE SUGLI ZINGARI
di Federico Schiavon
Il ConvegnoSi è svolto a Budapest (Ungheria) dal 30 giugno al 7 luglio 2003 il V Congresso Mondiale della pastorale per gli Zingari dal titolo: “Chiesa e Zingari: per una spiritualità di comunione”. Il Congresso, ospitato dalla Conferenza Episcopale d’Ungheria, è stato promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.I partecipanti, 160 circa, provenivano da 26 nazioni: oltre che dall’Europa ci sono state presenze anche dal Brasile, dall’India, dal Bangladesh, dal Messico e dagli Stati Uniti.Per l’Italia erano presenti: mons. Luigi Petris (Direttore Generale Migrantes), mons. Pietro Gabella (Direttore Nazionale per i Rom e Sinti), mons. Pietro Saviola (Direttore Nazionale per i circensi e lunaparchisti), mons. Mario Riboldi, don Massimo Mostioli, don Federico Schiavon, dott.ssa Giuseppina Scaramuzzetti, i sig.ri Sergio Giampaoli e Daniele Todesco.La presenza di diversi sacerdoti, religiosi e religiose di origine zingara è stata una interessante gradevole realtà.
Il tema del Congresso si è ispirato al n. 43 della Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II, dove si invita “ a promuovere una spiritualità di comunione”, che significa “capacità di sentire il fratello... come uno che mi appartiene... La spiritualità della comunione è infine saper ‘far spazio’ al fratello, portando ‘i pesi gli uni degli altri’... e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, diffidenza, gelosie” (n. 43).Per la Chiesa quindi, l’accoglienza degli Zingari rappresenta una sfida e la loro presenza nei Paesi un appello incessante a vivere la carità e la comunità cristiana, superando ogni indifferenza.Le tematicheLe tematiche affrontate nelle varie Conferenze sono state:- La pastorale degli Zingari: per una spiritualità di comunione.- Punti fondamentali per una pastorale degli Zingari.- Le “politiche” di sostegno alla promozione umana e sociale degli Zingari.- Le sfide odierne: nuovi progetti educativi in una società interculturale.- La tutela dei diritti degli Zingari nel fenomeno migratorio e nei processi di “integrazione”.- Il ruolo dei mass-media nella formazione di una cultura di solidarietà e tolleranza.Le riflessioniDa queste Conferenze sono emerse alcune riflessioni.1. La comunione tra le persone nasce:- quando ogni creatura umana è rispettata come figlio e immagine di Dio;- quando le differenze tra le persone sono accettate come doni per tutti;- quando si vivono relazioni umili con gli altri, riconoscendo che tutti siamo stranieri e pellegrini su questa terra;- quando possiamo offrire un’autentica ospitalità cristiana ad ognuno.2. Necessità di una distinzione fra integrazione degli Zingari nella società e assimilazione.I programmi tesi all’assimilazione partono dalla premessa implicita che lo stile di vita della minoranza in questione non è solo diverso, bensì deviato, deficiente e perfino sbagliato, e per questo deve essere corretto, cambiato. è una prospettiva altamente offensiva e “fastidiosa”.3. Necessità di cogliere la “figura” dello Zingaro nella sua interezza, avendo una visione complessiva della persona, senza rinchiudere l’iniziativa di sostegno solo sotto un’unica angolatura.C’è il rischio che gli interventi di sostegno si riducano ad un tentativo di colmare il divario fra la situazione degli Zingari e quella degli altri cittadini.4. Ruolo dei mass-media nella questione zingara.C’è una forte tendenza alla generalizzazione e all’accettazione dei pregiudizi: gli Zingari sono nell’Europa centrale il gruppo sociale umano meno conosciuto e anche il più colpito.L’immagine che i media danno di loro è incerta e tante volte esageratamente piena di contraddizioni.5. Rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali degli Zingari.Essi hanno diritto:- di avere una nazionalità: siano eliminati i casi di apolidia e siano rilasciati ai Rom documenti non derogativi, ma identici a quelli degli altri cittadini;- all’alloggio e al riconoscimento del nomadismo come stile di vita volontario;- alla libertà di circolazione all’interno e all’esterno del proprio Paese;- all’istruzione scolastica e professionale;- all’accesso ai sistemi di protezione sociale e in particolare alla sanità.Anche dai lavori di gruppo (per gruppi linguistici) sono emerse alcune tematiche importanti:- la necessità che la Chiesa dedichi più risorse umane e materiali alla pastorale dei Rom e Sinti;- l’esigenza di coordinare il ministero dei Cappellani degli Zingari con quello dei Parroci locali, nel territorio;- la musica, i riti, la dimensione festiva della Liturgia devono essere profondamente segnate dalla cultura zingara per avere una maggiore incidenza pastorale;- i pellegrinaggi sono radicati nella cultura degli Zingari e diventano un momento forte della loro pastorale;- l’avvenire di tale pastorale dipende anche dal nascere di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa genuinamente zingare;- l’allargamento della Unione Europea aprirà nuove prospettive per la mobilità zingara da un Paese all’altro e ciò porrà nuovi problemi e sfide agli operatori pastorali.Per quanto riguarda la situazioe italiana è stato detto che:- C’è un deterioramento del sentire comune verso gli Zingari. Nell’ultimo decennio, ed in particolare con l’avvento dell’ultimo Governo (es. Legge Bossi-Fini), si sta perdendo il senso del rispetto della dignità dell’altro, visto sempre più come merce economica.è emblematica, a questo riguardo, una frase di un Sinto: “La gente, oggi, si permette di dire ciò che una volta si sarebbe vergognata di pensare”.- ProspettivePreso atto della situazione, oltre ai comuni impegni di pastorale, evangelizzazione, catechesi, c’è il dovere di impegnarsi in un compito ben più difficile che la conversione degli Zingari, che ha bisogno di tutta la potenza di Dio: un cammino di maturazione a capire e credere al rispetto della dignità di ogni uomo, cammino che ha per soggetto primo noi stessi, la Chiesa, la comunità ecclesiale, la società.