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Le Acli: una esperienza nel mondo (R. Volpini)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/07


La storia, ormai ultrasessantennale , delle Acli radica l’associazione nei territori, nei luoghi, nelle comunità, tra la gente dai quali essa è originata e ne è ancora testimonianza.

Testimone delle vicende umane e collettive, sociali, economiche, culturali in cui ha caratterizzato la sua presenza finalizzata a sviluppare la crescita complessiva dell’uomo attraverso l’azione educativa e sociale e le risposte concrete ai bisogni emergenti.

L’esperienza aclista, il sistema associativo e di servizi in Italia e nel mondo è unito da questo “filo valoriale” con cui si trasmette e vive l’identità specifica di questa associazione nel panorama italiano prima ed europeo e mondiale poi.

La stessa “mondialità” delle Acli nasce con il seguire, accompagnare, tutelare i lavoratori italiani nei Paesi nei quali emigravano ed ancora oggi emigrano.

Le Acli, quindi, si fecero “emigrante”. Dai modesti tavoli di servizio del Patronato per la tutela previdenziale e assistenziale vivono le sofferenze dell’emigrazione. Dalla successiva costituzione di Circoli associativi, luoghi sociali, ricreativi e culturali, hanno vissuto e vivono la condizione del “migrante”: cittadino del mondo soggetto di diritti universali ovunque vive la sua esistenza quotidiana.

L’internazionalità delle Acli ha rappresentato un passaggio importante e significativo per l’Associazione. Fu deliberato da un Congresso Nazionale  straordinario nel 1993 e preceduto da un ampio dibattito dentro e fuori i confini italiani. Quella Assemblea  prese così atto anche dello sviluppo, della crescita, del consolidamento della rete associativa e di servizi presenti nel mondo, dando vita al processo di costituzione della FAI (Federazione Acli Internazionali ) che sarà successivamente completato al Congresso nazionale delle Acli italiane di Napoli del1996.

Internazionalizzazione delle Acli

“L’essere internazionali non poteva e non può limitarsi al fatto che gli italiani (aclisti) siano presenti in più Stati. La vocazione internazionale di una grande associazione che sia in Italia che all’estero si esprime sempre più in percorsi di solidarietà e collaborazioni associative, si è realizzata nella costituzione della FAI. Le nostre Acli all’estero, costruite su un modello associativo centrato sull’esperienza italiana, sono chiamate a realizzare la loro piena autonomia attraverso una modalità associativa liberamente elaborata in modo da divenire parte viva della società civile a cui appartengono… Muoversi in una prospettiva internazionale è prima di tutto dare attuazione ai diritti dell’uomo e dei popoli, in particolare alla pace,al lavoro e allo sviluppo, alla giustizia ed un ambiente sano” (dal “Patto associativo” approvato al XX Congresso del 1996).

La internazionalità delle Acli è, pertanto, una scelta irreversibile, riconfermata nei Congressi delle Acli italiane e di quelli delle Acli all’estero. Una scelta che ha trovato consistenza nella stessa II Assemblea congressuale della FAI del settembre 2006.

La vocazione internazionale dell’associazione si è incarnata così nei tessuti socio-culturali dei Paesi dove le Acli sono presenti con esperienze associative e di servizio che hanno accompagnato i nostri connazionali emigrati; divenendo così luoghi di “nuove frontiere” del movimento aclista. L’essere su queste frontiere richiama allora, continuamente, la necessità di svolgere il ruolo di un “associazionismo moderno che della tutela dei diritti, della difesa dei valori della pace, del lavoro e dello sviluppo giusto e solidale, fa il suo impegno prioritario nelle città, nei territori, nelle comunità dove si propone” (II Assemblea FAI documento finale).

In questa direzione si colloca anche il rafforzamento dei rapporti e delle alleanze con l’associazionismo che condivide un lavoro comune.

Ciò lo impone lo stesso fenomeno delle migrazioni, vissuto ormai nella sua complessità anche dal nostro Paese divenuto terra di immigrazione. Fenomeno di cui le Acli sono state certamente testimoni e protagoniste di una emigrazione sofferta e corposa che ha lasciato profondi segni, nel bene e nel male, ancora presenti nel tessuto sociale, culturale ed economico dell’Italia.

Grandi e ineludibili traguardi

Si è vissuto e stiamo vivendo uno dei grandi fenomeni sociali della storia dell’uomo, determinato spesso da ingiustizie e condizioni economiche, sociali e politiche da superare ed eliminare. è un campo, questo, in cui le Acli si sentono impegnate, coscienti anche del fatto che il “cittadino italiano nel mondo” aspetta ancora da “emigrante” risposte a bisogni e diritti da riconoscere ed acquisire. Diventa allora prioritaria l’azione per la tutela dei diritti di cittadinanza, insieme all’accompagnamento ad una pena integrazione sociale, politica ed economica, che abbia sempre al centro la questione del lavoro.

Queste direttrici sostengono la presenza delle Acli nelle terre che hanno accolto milioni di italiani le cui comunità sono, oggi, in rapido cambiamento. Esse, infatti, chiedono sempre più partecipazione, rappresentanza, nuova cittadinanza nei territori in cui sono insediate, ma anche nel Paese da cui provengono.

Le Acli sono così chiamate a contribuire al raggiungimento di questi traguardi, a partire dall’attivazione della rappresentanza nelle espressioni di vita democratica delle nostre comunità: dai Comites al CGIE fino alle aule del Parlamento. E lo fanno con il bagaglio di una esperienza associativa ancorata nella memoria storica, ma proiettata al futuro, sostenuta dalla identità un valore comune della loro esperienza e presenza.

L’ispirazione cristiana

Una identità che affonda le sue radici nel Messaggio Evangelico e nell’insegnamento della Chiesa, ma si sostanzia concretamente nella testimonianza di laici responsabili impegnati nel sociale e nella politica. “Laici impegnati nella storia, portatori di una creatività spirituale della politica da vivere dentro le vicende del mondo, per diventare organizzazione capace di accogliere ogni uomo e ogni donna di buona volontà. Impegnati a far crescere una vita cristiana attenta alla persona e alla comunità. è con il valore e con la pratica della sussidiarietà che ci disponiamo ad accogliere vivere unitariamente i momenti e gli obiettivi, i metodi che ci proponiamo. Una ricchezza che vogliamo distribuire nel quotidiano della vita della gente”( II Assemblea FAI).

è questa la missione storica delle Acli. Con questa specificità ci proponiamo e ci siamo proposti come novità associativa, al passo con i tempi. Promuovendo solidarietà e responsabilità per “costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere civile, nella consivenza e cooperazione fra culture ed etnie diverse, nella costruzione della pace, nella salvaguardia del creato. Associando lavoratori e cittadini, uomini e donne, di qualsiasi nazionalità che ne condiivando le finalità, che intendono testimoniare e dare concretezza alla solidarietà”. è con l’azione educativa e sociale, con le opere promosse, che le Acli intendono trasmettere e affermare i valori della democrazia, della   libertà, della pace, della giustizia equa e solidale. Così le Acli rimangono ancorate alle tre storiche fedeltà: alla Chiesa, ai lavoratori e alla democrazia.

Identità e carisma, vita cristiana, formazione giovani, l’impegno sociale per le famiglie, il nuovo associazionismo dei lavoratori, la fedeltà alla democrazia, sviluppo del terzo settore, cittadinanza attiva, associazione e impresa sociale, autonomia  e pluralismo, questi i luoghi di impegno per le Acli internazionali ovunque vivono la loro esperienza. Coltivando ed “esportando” una identità associativa. Che è il presupposto per stare insieme, ma è anche la condizione per ricercare alleanze e collaborazione. Nel rispetto delle autonomie e del pluralismo, con altre esperienze solidali.

L’associazionismo da coltivare

E qui è d’obbligo il richiamo al rilancio dell’associazionismo di promozione sociale che opera tra le comunità italiane all’estero. è un tema al centro del dibattito degli attori che hanno vissuto e vivono le problematiche degli italiani nel mondo. La convinzione è forte ed oggi matura, in merito all’esigenza di un esplicito riconoscimento di queste realtà così come è avvenuto per l’associazionismo di promozione sociale che opera in Italia. Su ciò spero si possa ritornare con una apposita riflessione ed interscambio di opinioni su cui le Acli, e non soltanto, sono impegnate.

Un impegno doveroso non solo per la necessità di farsi “riconoscere”, ma anche per favorire la conoscenza della nostra testimonianza, per facilitare a “rintracciare” le Acli nel mondo.

Le Acli sono presenti nel mondo in circa 40 Paesi con migliaia di luoghi, sedi, recapiti in tutti i continenti .Le Acli degli italiani nel mondo sono partecipi di vicende sociali ed ecclesiali le più diverse, parti molteplici e plurali di un unico, grande sistema associativo. Siamo tradizionalmente  in Europa, nelle Americhe, in Sudafrica e in Australia.

In Belgio, Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Argentina, Cile, Brasile, Uruguay, Venezuela, Canada, Stati Uniti d’America, Sud Africa, Australia.

Abbiamo attivato nuove presenze in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Lituania, Croazia, Bosnia, Serbia, Albania, Kosovo, Moldavia, Georgia, Russia e Ucraina. La presenza in questi Paesi è avvenuta attraverso l’attivazione di  programmi di scambio, di formazione professionale, di gemellaggio, di volontariato, di promozione di impresa e di sviluppo socio-economico che vedono il pieno coinvolgimento di significative realtà del nostro sistema associativo: dai giovani delle Acli alle Acli territoriali di molte province e regioni italiane, dal Patronato all’Enaip, dall’IPSIA all’Unione Sportiva.

In questi ultimi anni le Acli  sono inoltre  impegnate in modo particolare con esperienze di solidarietà diffusa di cittadinanza sociale e civile attraverso scambi di esperienze  e di sostegno. In particolare in Mozambico, dove si è realizzato un Centro di formazione professionale a Inhassoro, in Kenya per sostenere la nascita di una rete associativa di lavoratori cristiani, in Argentina per sostenere la creazione di microimprese e di reti di economia solidale, in Brasile per sostenere reti di economia sociale a Recife, Salvador da Bahia, Curitiba, in Chiapas (Messico) per un progetto di volontariato internazionale, in Perù per moltiplicare processi di sviluppo associativo.

Le Acli sono sempre più consapevoli e coscienti di proseguire il cammino e superare le “prove” a cui sono state chiamate nella certezza che “nessuno ha in mano soluzioni definitive. Tutti abbiamo bisogno dell’apporto complementare degli altri. Possiamo imparare da ogni fratello di fede e da ogni uomo di buona volontà” (Carlo Maria Martini).