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La Migrantes nella sua insostituibile periferia (S. Ridolfi)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/05


LA MIGRANTES NELLA SUA INSOSTITUIBILE PERIFERIA

 

di Silvano Ridolfi

 

C’è un convegno alle spalle (Chianciano Terme, 27–30 settembre 2004) tutto dedicato alla figura e funzione del “Direttore Diocesano Migrantes” in cui sono confluite sia l’esperienza sia la riflessione su questo argomento, congiungendo storia e profezia.

Il “Direttore Diocesano” infatti non è una “invenzione” organizzativa, anche se a lui fa capo l’organizzazione o meglio l’animazione della pastorale migratoria sotto la guida del Vescovo, ma è una “necessità strutturale” della Migrantes, la quale è nata proprio partendo dalla realtà diocesana, non isolata ma in comunione.

Lo si nota sia dallo statuto dell’UCEI (Ufficio Centrale Emigrazione Italiana), primo organismo dei Vescovi italiani per la pastorale delle migrazioni (1955–1988), sia dall’organico della Fondazione Migrantes che gli è succeduta (1989). L’articolazione diocesana era e ne resta costitutiva per raggiungere e coinvolgere la base, così come il coordinamento centrale è insostituibile per una visione e finalità unitarie in sintonia con i piani pastorali della Chiesa che vive in Italia.

In definitiva la natura sinodale della Chiesa è modello anche per le strutture che le sono connesse. Non solo, ma il metodo induttivo, partire cioè dalla vita, è preferenziale e la modalità della incarnazione, che è coinvolgimento attivo, è decisiva per l’evangelizzazione. Sono motivazioni che confermano la necessità del Direttore Diocesano, collegato a sua volta con il Direttore Regionale.

Il convegno di Chianciano ha rivelato che se salta uno di questi anelli – sinodalità, ecclesialità, comunione – non si costruisce, ma facilmente si verificano involuzioni. E non è certamente un atteggiamento “pastoralmente autarchico” a creare comunione e ad essere costruttivo.

Se queste considerazioni sono alla base del pensare e dell’agire di un organismo ecclesiale come la Migrantes, come è emerso nel citato convegno, questo non significa un vago ed alienante o almeno fuorviante atteggiamento spiritualistico, bensì una valenza teologica ed ecclesiale, essendo la Chiesa cattolica una comunione di Chiese locali (LG 24).

Di conseguenza su questa base e con quelle premesse è stato dato a Chianciano un giusto spazio anche alle esigenze strutturali del Direttore Diocesano ed anche alla logistica e agli strumenti per il Direttore Diocesano, nonché alle disponibilità economiche, ossia ai mezzi per l’azione.

La particolare enfasi sul Direttore Diocesano (che, tra l’altro, non dovrebbe essere una persona, bensì e sperabilmente un gruppo di incaricati per i vari settori della mobilità umana coordinati appunto dal Direttore) non esaurisce questo numero della rivista perché la memoria di figure significative nella pastorale della mobilità umana – la Santa Francesca Saverio Cabrini, il Beato Giovanni Battista Scalabrini e il benemerito don Dino Torreggiani – l’intervento del Card. Stephen Fumio Hamao al recente Sinodo dei Vescovi sull’Eucarestia, lo arricchiscono notevolmente.