(7 gennaio 2016) - Federazione Italiana Gioco Calcio condannata per il mancato tesseramento di un minore straniero non accompagnato da parte di una squadra di calcio dilettantistico giovanile. Il Tribunale di Palermo ha riconosciuto il diritto del ragazzo, originario del Mali e affidato ad una famiglia di Palermo, di partecipare al campionato di calcio al pari dei suoi coetanei. Il Giudice Michele Ruvolo, in particolare, ha dichiarato discriminatorio il comportamento della FIGC, la quale aveva opposto il proprio diniego alla richiesta di una squadra giovanile palermitana di tesserare il minore. Lopposizione della Federazione era stata motivata con le limitazioni imposte dal regolamento FIFA alliscrizione di calciatori minorenni stranieri non accompagnati, richiamando le disposizioni che mirano a tutelare i giovani da manovre speculative ai loro danni.
Argomentazioni, queste, non accolte dal Tribunale palermitano, secondo il quale la situazione personale e familiare del ragazzo e la volontà della società sportiva di farlo partecipare al campionato ufficiale, dimostrerebbero lassenza di possibili comportamenti speculativi ai danni del minore.
Il Giudice, quindi, ha ravvisato il danno materiale patito dal ragazzo per non avere potuto partecipare come i suoi compagni di squadra alle competizioni ufficiali, ordinando alla FIGC limmediata iscrizione e il provvisorio tesseramento del minore per il campionato ‘Giovanissimi Regionali e Sperimentali‘ 2015/2016.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e dallAssessora alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla, alla quale è affidata la tutela del minore.
Per il presidente del comitato regionale della Federcalcio, Santino Lo Presti, è la lunghezza della procedura che nel caso del giovane maliano è diventata discriminatoria. Capisco il ragazzo - ha commentato Lo Presti - non può giocare con i suoi compagni e si sente discriminato perché senza tesserino non può partecipare ai campionati ufficiali. Noi abbiamo cercato di accelerare liter, per questo e anche per altri casi, ma dobbiamo fare i conti con i regolamenti della Fifa. Questo caso - ha aggiunto il responsabile siciliano della Federcalcio - può anche aiutare a far capire alla Federazione internazionale che queste procedure devono essere più snelle e meno rigide, si tratta di un bambino, si tratta di campionati per ragazzini, se un ragazzo vuole giocare ha il diritto di farlo, soprattutto se alle spalle ha persone che lo seguono e ne sono responsabili. Mi auguro - ha concluso - che questa sentenza possa in qualche modo cambiare le cose.
(Luca Insalaco - Palermo)