(12 maggio 2015) - La lunga attesa a Tripoli prima di salire a bordo di un malandato barcone. Le torture subite sul proprio corpo e quelle osservate sui corpi di altri compagni di viaggio, alcuni dei quali decapitati davanti ai loro occhi. La paura di non farcela, il desiderio di raggiungere la Sicilia, il sogno di conoscere una dimensione di normalità. Queste e molte altre le sensazioni, le emozioni, le angosce nascoste sotto quelle coperte che per diverse notti, alla stazione di Palermo, hanno rappresentato per loro lunica protezione. E così, malnutriti, in pessime condizioni igieniche e di salute, che gli operatori del 118 hanno trovato due migranti giunti nel capoluogo palermitano durante lo sbarco dello scorso 14 aprile.
Dopo essere stati condotti al pronto soccorso, i ragazzi, affetti da scabbia e varicella, sono stati ricoverati presso il reparto di medicina interna del Policlinico di Palermo. Unoasi di ristoro dopo mesi di viaggio trascorsi sotto il sole, senza cibo né acqua. Evidenti, non solo sulla pelle, ma ancor più nei loro occhi, i segni di una traversata che di certo non dimenticheranno, ma che anzi ne segnerà per sempre lesistenza.
Grazie al coinvolgimento di un mediatore impegnato nel progetto Medina avviato a Palermo nellambito del Piano di zona, i due migranti sono stati assistiti ed aiutati e sono state fornite loro tutte le cure necessarie. Per entrambi, però, quella palermitana è solo una sosta temporanea: i rispettivi progetti migratori, se riusciranno ad andare a buon fine, prevedono infatti destinazioni ultime che non coincidono con i confini italiani e che quindi mal si combinerebbero con possibili trasferimenti presso i centri di accoglienza aperti ormai a decine sul territorio siciliano.
Lennesimo sbarco avvenuto al porto di Palermo, oltre a regalare squarci di speranza e di buone prassi come quelle che hanno visto protagonisti i due ragazzi, ha tuttavia mostrato tutte le criticità di un sistema di accoglienza che, a causa dei sempre crescenti arrivi, soprattutto in vista della stagione estiva, rischia di toccare un punto di non ritorno.
(Mario Affronti - Migrantes Palermo)