(10 febbraio 2015) - Cresce il numero dei nuovi italiani registrati nella città di Palermo. Negli ultimi anni sono lievitati i cittadini che hanno giurato fedeltà alla Costituzione della Repubblica italiana. Soltanto nel 2014 sono state 420 le cittadinanze registrate presso gli uffici dello Stato civile del comune capoluogo. Il computo sale a 875 se si considerano le registrazioni a partire dal 2012, anno in cui si è insediata la giunta guidata da Leoluca Orlando. Lultimo ad avere pronunciato il giuramento è stato Daniele Vincenzo Ntim, un giovane calciatore originario del Ghana, che sogna ora di giocare nella nazionale italiana.
Palermo è una città che vuole esaltare la sua vocazione interculturale e il contributo dei nuovi italiani alla crescita culturale e sociale della città è un motivo di grande orgoglio, ha detto il sindaco Orlando. Lattuale amministrazione comunale ha mostrato particolare attenzione alle politiche di inclusione e, in generale, ai nuovi palermitani, prevedendo fin dallinsediamento una delega assessoriale alle migrazioni. Oltre alle pratiche di cittadinanza, la cui trattazione ha subito unaccelerazione, si sono moltiplicate le iniziative dedicate alle varie etnie presenti in città, dando loro spazio e visibilità. Lultima manifestazione, in ordine di tempo, che ha coinvolto le comunità immigrate è stato il concerto multietnico andato in scena al Teatro Massimo in occasione dellEpifania. Un appuntamento, quello dello scorso 6 gennaio, che ha visto esibirsi insieme solisti africani e pakistani, il Coro Arcobaleno composto da 27 bambini delle comunità immigrate, le danzatrici Tamil e il Coro di voci bianche del Massimo. Grande importanza ha avuto in tal senso listituzione della Consulta delle Culture, organo rappresentativo delle comunità straniere, con funzioni consultive e propositive nei confronti delle giunta di governo.
Restano innumerevoli, naturalmente, le criticità nel cammino di inclusione degli stranieri che vivono nel capoluogo dellIsola, a cominciare dallemergenza abitativa (un problema che tocca indistintamente palermitani e immigrati) per finire con le condizioni lavorative. La stessa questione della cittadinanza è macchiata dai pesanti ritardi nellesame e nellevasione delle pratiche da parte del Governo centrale.
Liter per la trattazione delle richieste dovrebbe concludersi per legge entro 730 giorni dalla presentazione delle istanze. Di fatto, tuttavia, i tempi di definizione del procedimento si allungano a dismisura, toccando anche i 5-6 anni. Agli aspiranti italiani non resta cos altra strada che avviare unazione legale, ora sollecitare una risposta, ora per impugnare il silenzio della pubblica amministrazione.
(Luca Insalaco - Palermo)