(9 ottobre 2014) - Come ogni anno, si è rinnovata la devozione della comunità cattolica srilankese di Catania nei confronti della patrona cittadina, SantAgata Vergine e Martire. Da più di 15 anni, i migranti giunti dallo Sri Lanka nelle province di Catania, Siracusa e Caltagirone, cingalesi e tamil cattolici, dedicano la prima domenica del mese di ottobre alla patrona cittadina: una due giorni di festa, musica e fede.
La devozione nei confronti di SantAgata è occasione per rinsaldare il rapporto con la città, a testimonianza di una presenza attiva nel territorio metropolitano etneo. Partecipazione animata da un profondo spirito di riconoscenza verso la Diocesi e che si manifesta in un forte e intenso culto. Una venerazione che si rafforza anno dopo anno, anche grazie alla sinergia con l‘Ufficio Pastorale Migrantes, che cura il dialogo interreligioso con le diverse realtà etniche cittadine. Quest‘anno la festa si è svolta il 4 e il 5 ottobre e si è conclusa con la solenne celebrazione eucaristica presso la Basilica Cattedrale di Catania, alla presenza di un folto numero di fedeli. La maggior parte dei cingalesi presenti, circa 400, è giunta direttamente dalla diocesi di Catania, altri 200 da quella di Messina e 50 da Siracusa e Caltagirone.
La due giorni di devozione, musica e accoglienza ha avuto inizio sabato sera, con l‘accensione del lume tradizionale e la celebrazione liturgica dei Vespri, presso la Chiesa Santa Maria dell‘Ogninella, punto di riferimento della comunità cattolica srilankese etnea. La domenica mattina, invece, la giornata ha preso il via con la processione dei fedeli srilankesi, tra cui numerosi bambini in abiti tradizionali, lungo le vie del centro cittadino, fino all‘arrivo in Cattedrale. La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta da Mons. Neville Joe Perera, da 16 anni coordinatore nazionale delle comunità cattoliche dello Sri-Lanka, arrivato nel capoluogo etneo per loccasione.
La venerazione verso Sant‘Agata affonda le sue radici nelle storia della cultura e della tradizione cattolica dello Sri Lanka: nell‘isola il culto risale addirittura al primo decennio del novecento, avviato dallopera di un missionario catanese che inaugurò una delle prime chiese sotto il titolo della Patrona cittadina, nelle diocesi di Coelawa a Dummalotwa. Devozione che è continuata alle pendici dell‘Etna, a partire dagli anni 80, con l‘arrivo della prima colonia di srilankesi, che negli anni è cresciuta fino ad essere riconosciuta come una delle comunità etniche più integrate e accoglienti della provincia di Catania. Ecco perché ogni anno la prima domenica di ottobre è un giorno in cui si rinsalda anche il legame con la comunità d‘origine.
Don Christopher Shelton, cappellano etnico della comunità catanese, a margine della celebrazione eucaristica, ha ringraziato la città di Catania per l‘accoglienza ricevuta in questi anni: Fa parte della nostra tradizione cristiana venerare Sant‘Agata, noi non ci sentiamo più ospiti in città, cosi ogni anno la celebrazione eucaristica diviene il mezzo per ringraziare il Signore nonché i catanesi per l‘accoglienza ricevuta in questi anni. E ogni anno è occasione dincontro per ringraziare il Signore al di là di ogni diversità etnica e culturale. Parole che testimoniano come sia possibile integrarsi nella comunità d‘adozione senza dover rinunciare alle proprie tradizioni.
Alla funzione religiosa è seguita un Agape fraterna con le comunità dello Sri-Lanka di Messina, Siracusa e Caltagirone, presso lOratorio Salesiano ‘San Filippo Neri‘ in via Teatro Greco, come ulteriore segno di comunione e carità cristiana, oltre le barriere umane precostituite, oltre ogni pregiudizio che spesso accompagna il fenomeno migratorio. (Filippo Cannizzo - Migrantes Catania)