(6 giugno 2014) - La misura dellintegrazione a Ragusa è di 198 metri quadrati. Tali sono le dimensioni dellorto sinergico ospitato nel centro SPRAR Vivere la vita della Cooperativa il Dono. Il progetto si chiama Radici, orto condiviso e consiste nel creare un orto allinterno dello spazio verde presente nel cortile interno della struttura ubicata in centro città, che diventa così un luogo coltivato dalle donne e dai bambini ospiti del Centro. Lanciamo questa iniziativa - spiega Giovanni Scifo, presidente della cooperativa - perché siamo convinti che occorra, oggi più che mai, essere propositivi ed offrire ai migranti richiedenti asilo e rifugiati il massimo del nostro impegno. È una necessità, tuttavia, che deve coinvolgere non solo gli operatori professionisti, ma anche i restanti attori sociali. Credo che, a partire da questo orto condiviso, si possa avviare un rinnovato dialogo tra il mondo delle istituzioni, la cooperazione no profit e la sana imprenditorialità presente nell‘area iblea. L‘obiettivo che ci proponiamo è legato alla qualificazione di uno spazio verde, alla produzione di ortaggi, ma, soprattutto, alla qualificazione del tempo per le persone richiedenti asilo e rifugiate ospiti del progetto Vivere la vita. Abbiamo pensato di trasformare questo spazio verde in un orto - racconta Peppino Lissandrello, tra gli artefici di Radici - perché in questo tipo di realtà convivono situazioni differenti. Il nostro è, poi, un orto sinergico, cioè un sistema in cui convivono collaborando piante, suolo, microorganismi, batteri, funghi e tutti gli esseri di cui è ricca la terra. Per noi diventa anche un modello di società armonica e felice in cui chi dona, allo stesso tempo, riceve. Attraverso lorto contiamo di sviluppare percorsi di autonomia e di crescita complessiva delle persone che vivono nel nostro centro. L‘idea dell‘orto condiviso ha molte valenze: formare un gruppo di persone che avvertano il piacere e l‘impegno di produrre il proprio cibo; creare un luogo didattico aperto che possa essere frequentato da adulti e bambini appartenenti ad un ampio raggio multiculturale; sperimentare un modello di sinergia grazie al quale sia possibile avviare un percorso di Integrazione e scambio reciproco. Il percorso nasce in collaborazione con due realtà private: il bar Prima Classe e la gastronomia Delicatessen in unottica di condivisione, rinnovamento, integrazione, socializzazione e crescita. Abbiamo accolto con piacere questo invito - spiega Marco Brugaletta di Delicatessen - e ci impegneremo per la buona riuscita di quest‘orto condiviso. Ci è piaciuta molto l‘idea che questo spazio di terra, che si trova allinterno della struttura, possa diventare metafora di uninversione di tendenza: da un terreno che potrebbe apparire infruttuoso può nascere ricchezza. L‘orto condiviso potrà essere lavorato non solo dagli ospiti della struttura, ma anche dai singoli cittadini. In questa prima fase sarà aperto nelle giornate di martedì e giovedì, dalle ore 16,30 fino al calar del sole. Ogni cittadino è invitato a partecipare attraverso il dono di attrezzi, semi, ma anche con una semplice consulenza o con il dono di una parte del proprio tempo.