(8 marzo 2013) - Fra pochi giorni la nave Paolo Veronese abbandonerà la rotta tra le Pelagie e Porto Empedocle, dopo che la stessa sorte era toccata alla Palladio, danneggiata da un incendio scoppiato a bordo mentre era in navigazione. È stato affidato alla motonave Laurana il delicato compito di strappare Lampedusa e Linosa al loro doloroso e splendido isolamento e garantire quella continuità territoriale inseguita da decenni e che solo l‘aeroporto ha assicurato. La Laurana sarà affiancata dal Bilton, un traghetto ro-ro destinato al solo trasporto merci, incluse quelle pericolose. È questo il risultato della riunione tenuta nei giorni scorsi a Palermo, a cui hanno partecipato il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, il collega di Porto Emedocle Calogero Firetto, l‘assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Antonino Bartolotta, il dirigente generale della Regione Vincenzo Falgares, il dirigente del Ministero dei Trasporti Enrico Maria Pujia, il presidente della Società di navigazione Compagnia delle Isole Salvatore Lauro, il presidente del Consorzio dei pescatori di Lampedusa e Linosa Totò Martello e il presidente dell‘Associazione dei pescatori Piero Billeci. La nave Laurana uscirà tra una settimana dal cantiere, dove è stata sottoposta a lavori di ammodernamento e potrà collegare Porto Empedocle a Linosa e Lampedusa. Il sindaco delle Pelagie, Giusi Nicolini, si è detta soddisfatta: La decisione della Compagnia delle Isole di dotarci di due mezzi idonei e distinti, per passeggeri e merci, dimostra che la nostra richiesta era legittima e fondata. Parole che fanno a pugni con quelle pronunciate da Totò Martello, presidente del Comitato dei pescatori di Lampedusa e Linosa, che ha liquidato la riunione di Palazzo dOrleans definendola un bluff. "Siamo delusi - ha affermato Martello - ci aspettavamo soluzioni definitive, invece ancora una volta si tratta di provvedimenti-tampone. Mi chiedo: ma durante tutto il tempo della nostra protesta, loro cosa hanno fatto? E fra un mese, cosa potranno decidere di nuovo?". I rappresentanti dei pescatori lampedusani criticano inoltre l‘assenza all‘incontro del presidente della Regione, Rosario Crocetta: "Evidentemente - ha aggiunto Martello - non serve più un tavolo tecnico, ma un tavolo politico: la politica deve assumersi le proprie responsabilità e decidere cosa fare. Per l‘economia del nostro Arcipelago un collegamento navale efficiente è fondamentale, non possiamo essere abbandonati a noi stessi. È il sentimento dell‘ isolitudine che prende il sopravvento, che ha segnato e continua a segnare la storia e gli umori dello Scogghiu, un sentimento che il sindaco conosce bene e con il quale deve fare i conti nella sua azione amministrativa. E le ragioni per non abbassare la guardia ci sono tutte, come del resto riconosce la stessa Giusi Nicolini: "Quella adottata - ha ammesso - è comunque una soluzione temporanea, perchè la nave Laurana non è il mezzo più adatto a servire questa rotta, assicurando quella continuità territoriale importante per le persone, ma altrettanto fondamentale per il sistema produttivo, che sul trasporto del pescato basa una parte importante dell‘economia delle Isole. Per questo il tavolo tecnico rimarrà al lavoro fino a quando non sarà varato un piano di collegamento definitivo. "Come ho già detto più volte - ha concluso - le nostre Isole hanno bisogno di una soluzione ‘dedicata, che tenga conto della distanza e delle condizioni meteo marine spesso molto critiche del Canale di Sicilia, così come delle attività economiche su cui si regge la vita delle comunità. E mi riferisco in particolare a Linosa, spesso dimenticata, che sul trasporto marittimo basa il suo unico collegamento con la terraferma. È per questo che la protesta ha attecchito senza alcuna difficoltà quando, alle condizioni meteo marine proibitive, che impedivano alla nave di attraccare, si sono sostituiti i pescatori e con loro tanti altri lampedusani e linosani, stanchi di vivere da reclusi. Sono stati loro, spontaneamente a darsi appuntamento al molo e a costringere la nave a viaggiare vuota, fare rotta verso Porto Empedocle, prima ancora di aver potuto attraccare in una delle Pelagie in sciopero. Difficile vivere da reclusi, sebbene in isole da sogno: quando il traghetto non viaggia sono pescatori e commercianti del pescato i più colpiti e vanno aiutati - hanno suggerito il sindaco e le associazioni di categoria - anche con misure di compensazione. Impedire l‘attracco della motonave, per certi versi ha aggiunto danni ai danni, ma la protesta degli isolani è una richiesta di aiuto a Palermo e Roma, madri e matrigne che da lontano volgono spesso lo sguardo senza mai capire le necessità di un‘isola che è anche un ponte tra i mondi e rivendica per questo la sua unicità. (Nino Arena - Ufficio Migrantes Messina) (Foto articolo)