Articolo di Sabrina Covis - Socia Operativa della GCA Linosa
(11 aprile 2012) - Ci diamo appuntamento al solito posto e tutti insieme, seduti sul muretto, sotto il sole come le lucertole, attendiamo larrivo degli altri. Non cè fretta, questa parola non fa parte del nostro vocabolario. Gustiamo e pregustiamo la splendida giornata che ci attende! La magia di quei pochi chilometri da percorrere in strade che conosciamo praticamente a memoria, si colora ogni volta di unemozione diversa. E questa volta lo sarà perché il giro della nostra Isola, Linosa, lo faremo in bici elettrica! Attraversiamo il paese senza un percorso prestabilito, seguendo solo il trillo dei campanelli e le voci che si rincorrono. Arriviamo allaltezza della Montagna Spaccata e ci lasciamo andare giù per la discesa della Fossa del Cappellano tra pale di fichi dindia e viti e capperi. La strada è come un nastro che si srotola sinuoso. I muretti che la delimitano, di pietra lavica, rossa, gialla e nera, sembrano disegnati dalla fantasia di un bimbo. La parte più alta del sentiero si affaccia sul mare, un mare talmente bello che pur vedendolo ogni giorno è impossibile non fermarsi a scrutarlo. Impossibile non sostare di fronte allincantevole immagine dei Faraglioni, tanta bellezza leva il fiato. La terra è vestita di un verde così lussureggiante che quasi acceca. È una giornata di bassa marea e ciò permette di intravedere, alla base della roccia nera dei Faraglioni, un merletto di muschi e licheni bianco-arancio che sembrano ricamati dalle onde e dalle correnti. Il contrasto tra il blu intenso che sfiora lorizzonte e lo smeraldo/turchese dellacqua racchiusa nella piccola insenatura, colma il cuore di emozioni che riempiono tutto il corpo di energia. Caricati da questa energia, sfrecciamo giù verso Punta Calcarella, dove finisce la strada. Riprendiamo la corsa costeggiando il mare, alla nostra sinistra la Montagna Rossa. È la macchia mediterranea che si lascia dominare dallerica, a far arrossire la montagna. Alziamo lo sguardo e vediamo il faro, ci giriamo e osserviamo Punta Beppe Tuccio e le sue calette. Proseguiamo fino a Mannarazza dopo un saliscendi di viuzze che tagliano la parete lavica della scogliera. Il sole del pomeriggio ci bacia e ci allucia facendo brillare il mare dargento. U Gibbiuni, coi suoi tre occhi, ci scruta mentre passiamo. Svoltiamo a destra, in direzione Pozzolana di Ponente, ci mettiamo tutti in fila sotto lo sguardo del Monte Nero, che spezzandosi ha fatto venir fuori lanima colorata che racchiudeva, facendo brillare lacqua doro. Preziosa davvero la nostra isoletta!! Oltrepassiamo il faretto raggiungendo lo Scalo Vecchio girotondeggiando in bici! Siamo ritornati tutti picciriddi! Strizziamo locchio al Gigante e raggiungiamo il centro del paese, via Locanda e tutte le sue casette colorate. I nostri volti sono sorridenti e non potrebbe essere diversamente. Giunti al Dammuso arriva il momento della musica, si suona, si balla e viene voglia di cantare. Perché questa è la magica atmosfera della piccola, ma sempre sorprendente Linosa, in una fantastica giornata che ricorda i profumi e i colori dellestate!!! (Sabrina Covis - socia operativa della GCA Linosa)