La risposta del Presidente della CNE (Consulta nazionale Emigrazione), Luigi Papais a dichiarazioni del Sen. Micheloni
(18 maggio 2011) - Lungi dallentrare in polemica con il Senatore Micheloni relativamente alla sua visione circa il ruolo dellassociazionismo in emigrazione, devo comunque respingere fermamente la sua affermazione che qualifica le nostre associazioni come organizzazioni che qui in Italia vivono alle spalle dei connazionali.
Noi della Consulta Nazionale dellEmigrazione (CNE) siamo rispettosi del ruolo e del lavoro dei parlamentari e quindi anche il lavoro che il Sen. Micheloni sta portando avanti in qualità di rappresentante in Parlamento degli italiani allestero. Ma, come detto nella mia dichiarazione rilasciata giorni fa alla stampa, sottolineo nuovamente limportanza del ruolo che, gratuitamente sotto forma di volontariato, stanno portando avanti le associazioni che si occupano di emigrazione, mantenendo rapporti con la terra di origine e quella dei padri, elaborando proposte per rendere proficuo questo legame e rappresentando nelle sedi dovute le istanze dei concittadini allestero. Sono convinto che senza il lavoro delle associazioni e senza lancoraggio di queste con la base anche il CGIE, i Comites e i Parlamentari eletti nella circoscrizione estero si muoverebbero nel vuoto o comunque rappresenterebbero delle esigue minoranze. Le nostre associazioni non vivono soltanto di manifestazioni pubbliche ma di momenti di vita associativa che opera e si esplica nel quotidiano, giorno dopo giorno, anno dopo anno, continuamente. Il Sen. Micheloni ha unesperienza maturata prevalentemente in Europa, dove i contatti con la Patria di partenza sono tutto sommato abbastanza facili, date le distanze brevi e le informazioni a portata di mano. Se prendiamo invece ad esempio le realtà più lontane, come lAmerica Latina, lAustralia e il Canada, ci rendiamo facilmente conto che, senza il costante contatto con le associazioni centrali che hanno sede in Italia, comprese quelle di carattere regionale, lattività dei sodalizi che sono allestero risulterebbe difficile e complicata. Da qui lesigenza che anche le associazioni centrali, ancor più che i partiti, abbiano la loro rappresentanza nel CGIE in quanto tali, proprio per poter rendere una proficua collaborazione con le sedi periferiche dislocate ovunque nel mondo, al fine di rappresentare assieme con gli eletti sul luogo gli interessi degli emigranti. Lapparato pubblico non può depotenziare le associazioni e il privato sociale, poiché in questo modo si demotivano gli operatori e si disorientano i destinatari degli interventi svolti quotidianamente dalle associazioni. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, occorre lasciare al privato sociale lo spazio e il compito di rispondere con maggiore sollecitudine e duttilità ai bisogni, coinvolgendo il volontariato e tutte le forze sociali disponibili. Ho già precisato che le associazioni risentono dellinvecchiamento e della stanchezza di molti generosi operatori presenti sulla scena da tanti anni e la CNE si sta adoperando affinché si provveda ad una semplificazione anche numerica delle associazioni, per dar luogo al dovuto rinnovamento e alle opportune sinergie necessarie per reggere le nuove sfide che ci attendono. In questo modo tutte le associazioni trarrebbero ulteriori stimoli per la loro azione sociale, promuovendo iniziative di ampio respiro e rendendo più forte la voce del mondo dellemigrazione verso le istituzioni. Questi i sentimenti che hanno provocato in me questa reazione pacata e per niente animosa nei confronti dellultima intervista del Senatore Micheloni, il quale certamente sa che le associazioni che fanno parte della CNE hanno una ramificazione presente in tutto il mondo e che pertanto quando esprimono un parere, in forma singola o congiunta, non lo fanno per invadere il campo altrui bensì per dar voce ai propri associati.
Luigi Papais Presidente Consulta Nazionale Emigrazione (CNE) Roma, 17 maggio 2011