Liturgia delle ore - Anno B (2017-2018)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino e unico
nei secoli sia gloria. Amen.

Oppure:
Martyr Dei, qui
( quæ
) únicum
Patris sequéndo Fílium
victis triúmphas hóstibus,
victor
( victrix
) fruens cæléstibus,
Tui precátus múnere
nostrum reátum dílue,
arcens mali contágium,
vitæ repéllens tǽdium.
Solúta sunt iam víncula
tui sacráti córporis;
nos solve vinclis sǽculi
amóre Fílii Dei.
Honor Patri cum Fílio
et Spíritu Paráclito,
qui te coróna pérpeti
cingunt in aula glóriæ. Amen.


1 ant. Il Signore fa giustizia per i poveri.

SALMO 9 B    Preghiera e ringraziamento

Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio
(Lc 6, 20).

I    (22-32)
Perché, Signore, stai lontano, *
   nel tempo dell’angoscia ti nascondi?
Il misero soccombe all’orgoglio dell’empio *
   e cade nelle insidie tramate.
L’empio si vanta delle sue brame, *
   l’avaro maledice, disprezza Dio.
L’empio insolente disprezza il Signore: †
   «Dio non se ne cura: Dio non esiste»; *
   questo è il suo pensiero.
Le sue imprese riescono sempre. †
   Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi: *
   disprezza tutti i suoi avversari.
Egli pensa: «Non sarò mai scosso, *
   vivrò sempre senza sventure».
Di spergiuri, di frodi e d’inganni
      ha piena la bocca, *
   sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
Sta in agguato dietro le siepi, *
   dai nascondigli uccide l’innocente.
I suoi occhi spiano l’infelice, *
   sta in agguato nell’ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero, *
   ghermisce il misero attirandolo nella rete.
Infierisce di colpo sull’oppresso, *
   cadono gl’infelici sotto la sua violenza.
Egli pensa: «Dio dimentica, *
   nasconde il volto, non vede più nulla».


1 ant. Il Signore fa giustizia per i poveri.



2 ant. L’affanno e il dolore degli umili
          tu li vedi, o Signore.

II    (33-39)
Sorgi, Signore, alza la tua mano, *
   non dimenticare i miseri.
Perché l’empio disprezza Dio *
   e pensa: «Non ne chiede conto»?
Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, *
   tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero, *
   dell’orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell’empio e del malvagio; *
   punisci il suo peccato e più non lo trovi.
Il Signore è re in eterno, per sempre: *
   dalla sua terra sono scomparse le genti.
Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, *
   rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio
per far giustizia all’orfano e all’oppresso; *
   e non incùta più terrore l’uomo fatto di terra.



2 ant. L’affanno e il dolore degli umili
          tu li vedi, o Signore.


3 ant. Le parole del Signore sono pure,
          argento raffinato nel fuoco.

SALMO 11    Preghiera nella persecuzione

Dio Padre si è degnato di mandare il suo Figlio per noi,
poveri
(sant’Agostino).

Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele; *
   è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo.
Si dicono menzogne l’uno all’altro, *
   labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
Recida il Signore le labbra bugiarde, *
   la lingua che dice parole arroganti,
quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, †
   ci difendiamo con le nostre labbra: *
   chi sarà nostro padrone?».
«Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, †
   io sorgerò, dice il Signore, *
   metterò in salvo chi è disprezzato».
I detti del Signore sono puri, †
   argento raffinato nel crogiuolo, *
   purificato nel fuoco sette volte.
Tu, o Signore, ci custodirai, *
   ci guarderai da questa gente per sempre.
Mentre gli empi si aggirano intorno, *
   emergono i peggiori tra gli uomini.


3 ant. Le parole del Signore sono pure,
          argento raffinato nel fuoco.


V. Il Signore guida gli umili nella giustizia,

R. ai poveri insegna la sua via.

PRIMA LETTURA
Dal libro di Giobbe
31, 1-8. 13-23. 35-37  


Giobbe ha sempre agito secondo giustizia  
   Giobbe disse:
«Avevo stretto con gli occhi un patto
di non fissare neppure una vergine.
Che parte mi assegna Dio di lassù
e che porzione mi assegna l’Onnipotente dall’alto?
Non forse la rovina riservata all’iniquo
e la sventura per chi compie il male?
Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconoscerà la mia integrità.
Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguito i miei occhi,
se alla mia mano si è attaccata sozzura,
io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
che farei, quando Dio si alzerà,
e, quando farà l’inchiesta, che risponderei?
Chi ha fatto me nel seno materno,
non ha fatto anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel seno?
Mai ho rifiutato quanto brama il povero,
né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane, senza che ne mangiasse l’orfano,
poiché Dio, come un padre,
mi ha allevato fin dall’infanzia
e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
Se mai ho visto un misero privo di vesti
o un povero che non aveva di che coprirsi,
e non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi,
o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
se contro un innocente ho alzato la mano,
perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
mi si stacchi la spalla dalla nuca
e si rompa al gomito il mio braccio;
infatti mi incuteva timore il castigo di Dio
e davanti alla sua maestà non potevo resistere.
Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Il documento scritto dal mio avversario
vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
Il numero dei miei passi gli manifesterei
e mi presenterei a lui come sovrano».
 

RESPONSORIO         Gb 31, 3; Pro 15, 3; Gb 31, 4  

R. All’iniquo è riservata la rovina e la sventura per
chi compie il male.
* In ogni luogo gli occhi del
Signore scrutano i malvagi e i buoni.

V. Non vede forse la mia condotta e non conta tutti i
miei passi?

R. In ogni luogo gli occhi del Signore scrutano i
malvagi e i buoni.

SECONDA LETTURA
Dalle «Lettere» di san Bonifacio, vescovo e martire



(Lett. 78; MGH, Epistolæ, 3, 352. 354)  

Pastore sollecito che vigila sul gregge di Cristo  
   La Chiesa è come una grande nave che solca il mare del mondo. Sbattuta com’è dai diversi flutti di avversità, non si deve abbandonare, ma guidare.
   Grandi nocchieri furono i primi padri, quali Clemente e Cornelio e moltissimi altri a Roma, Cipriano a Cartagine e Atanasio ad Alessandria. Essi, al tempo degli imperatori pagani, governavano la nave di Cristo, anzi la sua carissima Sposa. Insegnarono, combatterono, faticarono e soffrirono fino a dare il loro sangue.
   Al pensiero di queste cose e di altre simili, timore e spavento mi hanno invaso e quasi mi hanno sopraffatto (cfr. Sal 54, 6) le tenebre dei miei peccati. Perciò avrei voluto abbandonare del tutto il timone della Chiesa, se avessi trovato precedenti simili nei Padri o nelle Sacre Scritture. Ma non potendolo fare, l’anima mia stanca ricorre a colui che per mezzo di Salomone dice: «Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri» (Pro 3, 5-6). E altrove: «Il nome del Signore è una torre fortissima. Il giusto vi si rifugia ed è al sicuro» (Pro 18, 10).
   Stiamo saldi nella giustizia e prepariamo le nostre anime alla tentazione per ottenere l’appoggio di Dio e diciamogli: «Signore, tu sei stato per noi rifugio di generazione in generazione» (Sal 89, 1).
   Confidiamo in lui che ha messo sulle nostre spalle questo peso. Ciò che noi da soli non siamo capaci di portare, portiamolo con il suo aiuto. Egli è onnipotente e dice: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11, 30).
   Stiamo saldi nella battaglia fino al giorno del Signore, perché ci sono venuti addosso giorni di angustia e di tribolazione. Moriamo, se Dio vorrà, per le sante leggi dei nostri padri, per poter conseguire con essi l’eredità eterna.
   Non siamo dei cani muti, non siamo spettatori silenziosi, non siamo mercenari che fuggono il lupo, ma pastori solleciti e vigilanti sul gregge di Cristo. Predichiamo i disegni di Dio ai grandi e ai piccoli, ai ricchi e ai poveri. Annunziamoli a tutti i ceti e a tutte le età finché il Signore ci darà forza, a tempo opportuno e importuno, a quel modo che san Gregorio scrisse nella sua «Regola Pastorale».
 

RESPONSORIO                      1 Ts 2, 8; Gal 4, 19  

R. Per il grande affetto che vi porto, vi avrei dato
non solo il vangelo di Dio, ma la mia stessa vita:
*
siete diventati per me figli carissimi.

V. Per voi soffro le doglie del parto, finché non sia
formato Cristo in voi:

R. siete diventati per me figli carissimi.

ORAZIONE
   Interceda per noi, o Signore, il santo vescovo e martire Bonifacio, perché custodiamo con fierezza e professiamo con coraggio la fede che egli ha insegnato con la parola e testimoniato con il sangue. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 06-GEN-18
 

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