Liturgia delle ore - Anno A (2016-2017)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.


1 ant. Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.


SALMO 144    Lode alla Maestà divina

Imperscrutabili sono le ricchezze di Cristo. Si manifesta
per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio,
secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo
nostro Signore
(cfr. Ef 3, 8-11).  


I    (1-9) O Dio, mio re, voglio esaltarti *
   e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno, *
   lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore *
   e degno di ogni lode,
la sua grandezza *
   non si può misurare.
Una generazione narra all’altra le tue opere, *
   annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria *
   e raccontano i tuoi prodigi.
​Dicono la stupenda tua potenza *
   e parlano della tua grandezza.
Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, *
   acclamano la tua giustizia.
Paziente e misericordioso è il Signore, *
   lento all’ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti, *
   la sua tenerezza si espande su tutte le creature.


1 ant. Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.


2 ant. Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.

II    (10-13)
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere *
   e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno *
   e parlino della tua potenza,
​per manifestare agli uomini i tuoi prodigi *
   e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli, *
   il tuo dominio si estende ad ogni generazione.


2 ant. Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.


3 ant. Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.

III    (14-21)
​Fedele è il Signore in tutte le sue parole, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano *
   e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa *
   e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano *
   e sazi la fame di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano, *
   a quanti lo cercano con cuore sincero.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono, *
   ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore protegge quanti lo amano, *
   ma disperde tutti gli empi.
​Canti la mia bocca *
   la lode del Signore.
Ogni vivente benedica il suo nome santo, *
   in eterno e sempre.


3 ant. Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.


V. Ascolta, figlio, le mie parole,

R. porgi l’orecchio al mio discorso.

PRIMA LETTURA
Dal primo libro dei Maccabei
1, 1-24

Alessandro il Macedone e i discendenti
   Queste cose avvennero dopo che Alessandro il Macedone, figlio di Filippo, uscito dalla regione dei Kittim sconfisse Dario, re dei Persiani e dei Medi, e regnò al suo posto, cominciando dalla Grecia. Intraprese molte guerre, si impadronì di fortezze e uccise i re della terra; arrivò sino ai confini della terra e raccolse le spoglie di molti popoli. La terra si ridusse al silenzio davanti a lui; il suo cuore si esaltò e si gonfiò di orgoglio. Radunò forze ingenti e conquistò regioni, popoli e principi, che divennero suoi tributari. Dopo questo cadde ammalato e comprese che stava per morire. Allora chiamò i suoi luogotenenti più importanti, che erano cresciuti con lui fin dalla giovinezza e mentre era ancora vivo divise tra di loro il suo impero. Regnò dunque Alessandro dodici anni e morì. I suoi subalterni assunsero il potere, ognuno nella sua regione; dopo la sua morte tutti cinsero il diadema e dopo di loro i loro figli per molti anni e si moltiplicarono i mali sulla terra.
   Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell’anno centotrentasette del dominio dei Greci. In quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.
   Quando il regno fu consolidato in mano di Antioco, egli volle conquistare l’Egitto per dominare due regni: entrò nell’Egitto con un esercito imponente, con carri ed elefanti, con la cavalleria e una grande flotta e venne a battaglia con Tolomeo re di Egitto. Tolomeo fu travolto davanti a lui e dovette fuggire e molti caddero colpiti a morte. Espugnarono le fortezze dell’Egitto e Antioco saccheggiò il paese di Egitto.
   Ritornò quindi Antioco dopo aver sconfitto l’Egitto nell’anno centoquarantatré, si diresse contro Israele e mosse contro Gerusalemme con forze ingenti. Entrò con arroganza nel santuario e ne asportò l’altare d’oro e il candelabro dei lumi con tutti i suoi arredi e la tavola dell’offerta e i vasi per le libazioni, le coppe e gli incensieri d’oro, il velo, le corone e i fregi d’oro della facciata del tempio e lo sguarnì tutto; si impadronì dell’argento e dell’oro e d’ogni oggetto pregiato e asportò i tesori nascosti che riuscì a trovare; quindi, raccolta ogni cosa, fece ritorno nella sua regione. Fece anche molte stragi e parlò con grande arroganza.
 

RESPONSORIO                    Cfr. 2 Mac 7, 33; Eb 12, 11

R. Per nostro castigo e correzione il Signore vivente
si è adirato per breve tempo.
* Presto si riconcilierà
con noi suoi servi.

V. Ogni correzione, sul momento, sembra causa di
tristezza, ma poi porta un frutto di pace e di giustizia.

R. Presto si riconcilierà con noi suoi servi.

SECONDA LETTURA
Dalla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del
Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel
mondo contemporaneo 


(N. 78)

Promuovere la pace
   La pace non è semplicemente assenza di guerra, né si riduce solamente a rendere stabile l’equilibrio delle forze contrastanti e neppure nasce da un dominio
dispotico, ma si definisce giustamente e propriamente «opera della giustizia» (Is 32, 17). Essa è frutto dell’ordine impresso nella società umana dal suo fondatore. È un bene che deve essere attuato dagli uomini che anelano ad una giustizia sempre più perfetta.
   Il bene comune del genere umano è regolato nella sua sostanza dalla legge eterna, ma, con il passare del tempo, è soggetto, per quanto riguarda le sue esigenze concrete, a continui cambiamenti. Perciò la pace non è mai acquisita una volta per tutte, ma la si deve costruire continuamente. E siccome per di più la volontà umana è labile e, oltre tutto, ferita dal peccato, l’acquisto della pace richiede il costante dominio delle passioni di ciascuno e la vigilanza della legittima autorità.
   Tuttavia questo non basta ancora. Una pace così configurata non si può ottenere su questa terra se non viene assicurato il bene delle persone e se gli uomini non possono scambiarsi in tutta libertà e fiducia le ricchezze del loro animo e del loro ingegno. Per costruire la pace, poi, sono assolutamente necessarie la ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli, l’impegno di ritener sacra la loro dignità e, infine, la pratica continua della fratellanza. Così la pace sarà frutto anche dell’amore, che va al di là di quanto la giustizia da sola può dare.
   La pace terrena, poi, che nasce dall’amore del prossimo, è immagine ed effetto della pace di Cristo che promana da Dio Padre. Infatti lo stesso Figlio di Dio, fatto uomo, principe della pace, per mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con Dio e, ristabilendo l’unità di tutti in un solo popolo e in un solo corpo, ha distrutto nella sua carne l’odio (cfr. Ef 2, 16; Col 1, 20. 22). Nella gloria della sua risurrezione ha diffuso nei cuori degli uomini lo Spirito di amore.
   Perciò tutti i cristiani sono fortemente chiamati a «vivere secondo la verità nella carità» (Ef 4, 15) e a unirsi con gli uomini veramente amanti della pace per implorarla e tradurla in atto. 
   Mossi dal medesimo Spirito, non possiamo non lodare coloro che, rinunziando ad atti di violenza nel  rivendicare i loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono del resto alla portata anche dei più deboli, purché questo si possa fare senza ledere i diritti e i doveri degli altri o della comunità.
 

RESPONSORIO                    Cfr. 1 Cr 29, 11; 2 Mac 1, 24

R. Tua, Signore, è la potenza, tuo è il regno; tu ti innalzi
sovrano su ogni cosa:
* dona la tua pace ai nostri
tempi.

V. Dio, creatore di tutto, tremendo e potente, giusto
e misericordioso,

R. dona la tua pace ai nostri tempi.

INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.

* Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.

* Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.

* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.


ORAZIONE  
  Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa' che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 25-OTT-17
 

Chiesa Cattolica Italiana - Copyright @2005 - Strumenti Software a cura di Seed