Liturgia delle ore - Anno A (2016-2017)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
O Cristo, Verbo del Padre,
re glorioso fra gli angeli,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
Cibo e bevanda di vita,
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
Illumina col tuo Spirito
l’oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.


1 ant. Guarda, Signore, e considera
          l’umiliazione del tuo popolo.
 

SALMO 88, 39-53
Lamento sulla rovina della casa di Davide

Ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di
Davide, suo servo
(Lc 1, 69).

IV    (39-46)

​ Ma tu lo hai respinto e ripudiato, *
   ti sei adirato contro il tuo consacrato;
hai rotto l’alleanza con il tuo servo, *
   hai profanato nel fango la sua corona.
Hai abbattuto tutte le sue mura *
   e diroccato le sue fortezze;
tutti i passanti lo hanno depredato, *
   è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, *
   hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
Hai smussato il filo della sua spada *
   e non l’hai sostenuto nella battaglia.
Hai posto fine al suo splendore, *
   hai rovesciato a terra il suo trono.
Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza *
   e lo hai coperto di vergogna.


1 ant. Guarda, Signore, e considera
          l’umiliazione del tuo popolo.
 


2 ant. Cristo è la radice e il germoglio di Davide,
          la stella luminosa del mattino.

V    (47-53)
Fino a quando, Signore,
     continuerai a tenerti nascosto, *
   arderà come fuoco la tua ira?
Ricorda quant’è breve la mia vita. *
   Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
Quale vivente non vedrà la morte, *
   sfuggirà al potere degli inferi?
Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo, *
   che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
Ricorda, Signore, l’oltraggio dei tuoi servi: *
   porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, *
   insultano i passi del tuo consacrato.
Benedetto il Signore in eterno. *
   Amen, amen.


2 ant. Cristo è la radice e il germoglio di Davide,
          la stella luminosa del mattino.


3 ant. Come l’erba i nostri giorni passano:
          tu, Signore, sei per sempre.

SALMO 89    Su di noi sia la bontà del Signore

Davanti al Signore un giorno è come mille anni e
mille anni come un giorno solo
(2 Pt 3, 8).
Signore, tu sei stato per noi un rifugio *
   di generazione in generazione.
Prima che nascessero i monti †
   e la terra e il mondo fossero generati, *
   da sempre e per sempre tu sei, Dio.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere *
   e dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Ai tuoi occhi, mille anni
     sono come il giorno di ieri che è passato, *
   come un turno di veglia nella notte.
Li annienti: li sommergi nel sonno; *
   sono come l’erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia, *
   alla sera è falciata e dissecca.
Perché siamo distrutti dalla tua ira, *
   siamo atterriti dal tuo furore.
Davanti a te poni le nostre colpe, *
  i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.
Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, *
   finiamo i nostri anni come soffio.
Gli anni della nostra vita sono settanta, *
   ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore; *
   passano presto e noi ci dileguiamo.
Chi conosce l’impeto della tua ira, *
   e il tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
Insegnaci a contare i nostri giorni *
   e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando? *
   Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia: *
   esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni di afflizione, *
   per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera *
   e la tua gloria ai loro figli.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:†
   rafforza per noi l’opera delle nostre mani, *
   l’opera delle nostre mani rafforza.


3 ant. Come l’erba i nostri giorni passano:
          tu, Signore, sei per sempre.


V. In te, Signore, è la sorgente della vita,

R. nella tua luce vediamo la luce.

PRIMA LETTURA
 
​Dal libro del profeta Michea
4, 14 - 5, 7

Il Messia instauratore di pace
Ora, dice il Signore,
fatti incisioni, o figlia dell'orda,
han posto l'assedio intorno a noi,
con la verga percuotono sulla guancia
il giudice d'Israele.
E tu, Betlemme di Efrata
così piccola da essere fra i capoluoghi di Giuda,
da te mi uscirà colui
che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui
fino a quando colei che deve partorire
partorirà;
e il resto dei tuoi fratelli
ritornerà ai figli d'Israele.
Egli starà là e pascerà
con la forza del Signore,
con la maestà del nome
del Signore suo Dio.
Abiteranno sicuri,
perchè egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra
e tale sarà la pace:
se Assur entrerà nella nostra terra
e metterà il piede sul nostro suolo,
noi schiereremo contro di lui
sette pastori e otto capi di uomini,
che governeranno la terra di Assur con la spada,
il paese di Nimrod con il suo stesso pugnale.
Ci libereranno da Assur,
se entrerà nella nostra terra
e metterà piede entro i nostri confini.
Il resto di Giacobbe
sarà, in mezzo a molti popoli,
come rugiada mandata dal Signore
e come pioggia che cade sull'erba,
che non attende nulla dall'uomo
e nulla spera dai figli dell'uomo.
Allora il resto di Giacobbe sarà,
in mezzo a popoli numerosi,
come un leone tra le belve della foresta,
come un leoncello tra greggi di pecore,
il quale, se entra, calpesta e sbrana
e non c'è scampo.
 

RESPONSORIO                    Cfr. Mic 5, 1. 3. 4; Zc 9, 10

R. Tu, Betlemme, non sei l'ultima borgata di Giudea:
da te uscirà un capo, il pastore d'Israele, mio popolo.

* E grande sarà la pace.

V.  Annunzierà la pace alle genti, il suo dominio sarà
da mare a mare.

R. E grande sarà la pace.

SECONDA LETTURA
 
​Dal trattato «L'ideale del perfetto cristiano» di san Gregorio di Nissa, vescovo
 

(PG 46, 259-262)
 

Abbiamo Cristo che è la nostra pace
e la nostra luce 
     «Egli è la nostra pace, colui che ha fatto di due un popolo solo» (Ef 2, 14). Pensando che Cristo è la pace, noi dimostreremo di portare degnamente il nome di cristiani se, per mezzo di quella pace che è in noi, esprimeremo Cristo con la nostra vita. Egli uccise l'inimicizia (cfr. Ef 2, 16), come dice l'Apostolo. Non dobbiamo dunque assolutamente permettere che essa riprenda vita in noi, ma mostrare chiaramente che è del tutto morta. Non risuscitiamola di nuovo dopo che è stata uccisa da Dio per la nostra salute, non adiriamoci a rovina delle nostre anime e non richiamiamo alla memoria le ingiurie subite, non commettiamo l'errore di riportare all'esistenza colei che è fortunatamente estinta.
     Siccome possediamo Cristo che è la pace, così uccidiamo l'inimicizia per praticare nella nostra vita la fede in lui.
     Egli abbattè in se stesso il muro che divideva i due uomini, ne fece uno solo, ristabilendo la pace non soltanto con quelli che ci combattono dal di fuori, ma anche con quelli che suscitano contese in noi stessi. Così la carne non potrà avere più desideri contrari allo spirito e lo spirito desideri contrari alla carne, ma la prudenza della carne sarà soggetta alla legge divina. Allora, riscostituiti in un uomo nuovo e amante della pace e, da due, fatti un uomo solo, diventeremo dimora della pace.
     La pace è la concordia fra due esseri contrastanti. Quindi, ora che è stata eliminata la guerra interna della nostra natura, coltiviamo in noi la pace; allora noi stessi diverremo pace e dimostreremo che questo appellativo di Cristo è vero e autentico anche in noi.
     Cristo è la luce vera lontana da ogni menzogna. Impariamo da questo che anche la nostra vita deve essere illuminata dai raggi della vera luce. I raggi del sole di giustizia son le stesse virtù che splendono e ci illuminano perchè respingiamo le opere delle tenebre e camminiamo onestamente come alla luce del giorno (cfr. Rm 13, 13). Detestiamo l'agire clandestino e tenebroso e operiamo tutto alla luce del giorno, e così anche noi diventeremo luce, e, come è proprio della luce, illumineremo gli altri mediante le nostre opere buone.
     Cristo è la nostra santificazione, perciò asteniamoci dalle azioni e dai pensieri malvagi e impuri. Così ci mostreremo veramente partecipi del suo nome e manifesteremo la forza della santità non solo a parole, ma anche con le opere.
 

RESPONSORIO                       Cfr. Lc 1, 78. 79

R. Verrà a visitraci dall'alto un sole che sorge:
*
guiderà i nostri passi sulla via della pace.

V. Rischiarerà quelli che stanno nelle tenebre e
nell'ombra della morte,

R. guiderà i nostri passi sulla via della pace.

ORAZIONE
      Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore. 

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 31-LUG-17
 

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