Liturgia delle ore - Anno A (2016-2017)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuti nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.


1 ant. Sorgi in mio aiuto, Signore.

SALMO 34, 1-2. 3c. 9-19. 22-23. 27-28
Il Signore salva nella persecuzione
 
Si riunirono... e tennero consiglio per arrestare con un inganno
Gesù e farlo morire
(Mt 26, 3. 4).

I    (1-2. 3c. 9-12)
Signore, giudica chi mi accusa, *  
   combatti chi mi combatte.
Afferra i tuoi scudi *
   e sorgi in mio aiuto.
Di’ all’anima mia: *
   «Sono io la tua salvezza».
Io invece esulterò nel Signore *
   per la gioia della sua salvezza.
Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, †
   che liberi il debole dal più forte, *
   il misero e il povero dal predatore?».
Sorgevano testimoni violenti, *
   mi interrogavano su ciò che ignoravo,
mi rendevano male per bene: *
   una desolazione per la mia vita.


1 ant. Sorgi in mio aiuto, Signore.


2 ant. Giudica la mia causa, Signore,
          difendimi con la tua forza.

II    (13-16)
Io, quand’erano malati, vestivo di sacco, †
   mi affliggevo col digiuno, *
   riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.
Mi angustiavo come per l’amico, per il fratello, *
   come in lutto per la madre
      mi prostravo nel dolore.
Ma essi godono della mia caduta, si radunano, *
   si radunano contro di me
      per colpirmi all’improvviso. Mi dilaniano senza posa, †
   mi mettono alla prova, scherno su scherno, *
   contro di me digrignano i denti.


2 ant. Giudica la mia causa, Signore,
          difendimi con la tua forza.


3 ant. Celebrerò la tua giustizia, Signore,
          canterò la tua lode per sempre.

III    (17-19. 22-23. 27-28)
Fino a quando, Signore, starai a guardare? †
   Libera la mia vita dalla loro violenza, *
   dalle zanne dei leoni l’unico mio bene.
Ti loderò nella grande assemblea, *
   ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso.
Non esultino su di me i nemici bugiardi, *
   non strizzi l’occhio chi mi odia senza motivo.
Signore, tu hai visto, non tacere; *
   Dio, da me non stare lontano.
Destati, svegliati per il mio giudizio, *
   per la mia causa, Signore mio Dio.
Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, †
   dica sempre: «Grande è il Signore *
   che vuole la pace del suo servo». La mia lingua celebrerà la tua giustizia, *
   canterà la tua lode per sempre.


3 ant. Celebrerò la tua giustizia, Signore,
          canterò la tua lode per sempre.



V. Figlio mio, custodisci le mie parole,

R. osserva i miei precetti, e vivrai.

PRIMA LETTURA

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo
11, 30 - 12, 13


La potenza di Dio
si manifesta nella debolezza dell'Apostolo

     Fratelli, se è necessario vantarsi, io mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolazza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue mani.
     Bisogna vantarsi? ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo di Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori dal corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, solo Dio lo sa - fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorchè delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perchè direi solo la verità; ma evito di farlo, perchè nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.
     Perchè non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perchè io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perchè dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.
     Sono diventato pazzo: ma siete voi che mi ci avete costretto. Infatti avrei dovuto essere raccomandato io da voi, perchè non sono per nulla inferiore a quei «superapostoli», anche se sono un nulla. Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi, miracoli. In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre chiese, se non in questo, che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi questa ingiustizia!
 

RESPONSORIO                                 Cfr. 2 Cor 12, 9; 4, 7

R. Mi glorio della mia debolezza, perchè abiti in
me la potenza di Cristo.
* La sua forza si manifesta
nella nostra debolezza.

V. Portiamo questo tesoro in vasi fragili, perchè
appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio.

R. La sua forza si manifesta nella nostra debolezza.

SECONDA LETTURA
Dal «Catechismo» di san Giovanni Maria Vianney,
sacerdote
 
(Catéchisme sur la prière:
A. Monnin, Esprit du Curé d’Ars, Parigi, 1899, pp. 87-89)  

L’opera più bella dell’uomo
è quella di pregare e amare  
   Fate bene attenzione, miei figliuoli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov’è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell’uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell’uomo sulla terra.
   La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare.  
   Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.
   Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce.
   Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ascoltate: quando ero parroco di Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; allora pregavo il buon Dio, e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo.
   Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce nell’onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c’è divisione alcuna nel loro cuore. O quanto amo queste anime generose! San Francesco d’Assisi e santa Coletta vedevano nostro Signore e parlavano con lui a quel modo che noi ci parliamo gli uni agli altri.
   Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: «Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te». Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.
 

RESPONSORIO                                2 Cor 4, 17; 1 Cor 2, 9  

R. Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione

* ci procura una quantità smisurata ed eterna
di gloria.

V. Occhio non vide, orecchio non udì, né mai entrò
in mente umana, ciò che Dio ha preparato per quelli
che lo amano:

R. ci procura una quantità smisurata ed eterna di
gloria.

ORAZIONE
   O Dio onnipotente e misericordioso, che in san Giovanni Maria Vianney ci hai offerto un mirabile pastore, pienamente consacrato al servizio del tuo popolo, per la sua intercessione e il suo esempio fa’ che dedichiamo la nostra vita per guadagnare a Cristo i fratelli e godere insieme con loro la gioia senza fine. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 17-LUG-17
 

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