Questi è il figlio mio, l’amato: ascoltatelo - Ufficio liturgico nazionale
1 marzo
Mercoledì delle Ceneri

R. Questo è il digiuno che voglio, dice il Signore: Dividi il tuo pane con l‘affamato, accogli chi è povero e senza tetto. *
 Allora invocherai il Signore ed egli ti risponderà: Eccomi!
V. Quando il Figlio dell‘uomo verrà nella sua gloria, dirà a quelli che stanno alla sua destra:
Venite, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare.
R. Allora invocherai il Signore ed egli ti risponderà: Eccomi!
(Ufficio delle letture, Mercoledì delle Ceneri)  

“L’inizio dei quaranta giorni di penitenza, nel Rito romano, è qualificato dall’austero simbolo delle Ceneri, che contraddistingue la Liturgia del Mercoledì delle Ceneri” (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 125).
 
Il gesto di coprirsi di cenere, sorto nella tradizione biblica e riservato nella Chiesa antica a coloro che si sottoponevano alla penitenza canonica, “ha il senso del riconoscere la propria fragilità e mortalità, bisognosa di essere redenta dalla misericordia di Dio. Lontano dall’essere un gesto puramente esteriore, la Chiesa lo ha conservato come simbolo dell’atteggiamento del cuore penitente che ciascun battezzato è chiamato ad assumere nell’itinerario quaresimale. I fedeli, che accorrono numerosi per ricevere le Ceneri, saranno dunque aiutati a percepire il significato interiore implicato in questo gesto, che apre alla conversione e all’impegno del rinnovamento pasquale” (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 125).
 
Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di penitenza in tutta la Chiesa, con l’osservanza dell’astinenza e del digiuno[1], il senso del quale ci viene offerto dalla Colletta: O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male (Colletta, Mercoledì delle Ceneri).
 
È opportuno che “nel tempo sacro della Quaresima i vescovi, i presbiteri, i diaconi, i religiosi, ma anche i catechisti e gli educatori, favoriscano la riscoperta e l’approfondimento dell’originalità cristiana del digiuno e dell’astinenza, collegandoli intimamente con l’impegno a maturare nella vita di fede e di carità” (Cei, Nota pastorale Il senso cristiano del digiuno e dell‘astinenza, 15).
 
Nel Tempo della Quaresima l’aula chiesa sia sobria, essenziale e moderatamente illuminata. L’altare non venga ornato con i fiori, i canti siano adatti al tempo liturgico, gli strumenti musicali vengano utilizzati solo per sostenere il canto.
 
Celebrazione eucaristica
 
Il rito delle ceneri si svolge durante la Messa al termine dell’omelia, o in una liturgia della Parola conclusa con la preghiera dei fedeli.
 
Monizione
Inizia oggi la Quaresima, tempo di vera conversione e di rinnovamento spirituale, di riconciliazione con Dio e con i fratelli.
Il rito delle ceneri ricorda la fragilità umana, allo stesso tempo esprime la fiducia dell’uomo nella misericordia del Padre, che nulla disprezza di ciò che ha creato e dimentica i peccati di quanti si convertono a lui (cfr. Ant. di Ingresso).
Accogliamo il celebrante con il canto.
 
Benedizione e imposizione delle ceneri 
Si omette l’atto penitenziale, perché è sostituito dal rito di benedizione e imposizione delle ceneri.
 
Le formule proposte per accompagnare l’imposizione delle ceneri sono due: la prima (Mc 1,15) indica l’atteggiamento interiore di conversione a Cristo; la seconda (cfr. Gn 3,19), strettamente connessa al gesto di imposizione, ricorda la caduta umana.
Presentazione dei doni
 
Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
 
Preghiera universale 
Le preghiere dei fedeli siano sobrie ed essenziali; un’intenzione di preghiera sia per i peccatori[2].
Si suggerisce di rispondere a ciascuna intenzione con un breve silenzio orante o con l’invocazione “Signore, pietà” (Kyrie, eleison) [3].
 
Benedizione
Si può adottare la benedizione solenne per la Quaresima (MR, p. 431).
 
[1] “[Il digiuno] d’inizio della Quaresima è ordinato alla confessione dei peccati, alla implorazione del perdono e alla volontà di conversione (Cei, Nota pastorale Il senso cristiano del digiuno e dell‘astinenza, 9).
[2] “Quanto alla catechesi poi, si inculchi nell‘animo dei fedeli, insieme con le conseguenze sociali del peccato, quell‘aspetto particolare della penitenza che detesta il peccato come offesa di Dio. Né si dimentichi il ruolo della Chiesa nell‘azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori”: SC 109.
[3] “[…] Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio”: OGMR, 71.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 20-FEB-17
 

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