Questi è il figlio mio, l’amato: ascoltatelo - Ufficio liturgico nazionale
5 marzo
I domenica di Quaresima

R. Il tempo di Quaresima ci riapre la strada del cielo: entriamo in esso con spirito di preghiera e penitenza: *
e avremo parte con il Signore alla gloria della risurrezione.
V. In ogni cosa presentiamoci come servi di Dio,
R. e avremo parte con il Signore alla gloria della risurrezione.
 (Ufficio delle letture, Responsorio, Giovedì dopo le Ceneri)  
 
Nella Prima domenica di Quaresima, “segno sacramentale della nostra conversione”, celebriamo la vittoria di Cristo nel deserto sulle “insidie dell’antico tentatore” (Prefazio, Gesù vittorioso sulla tentazione del maligno).
La liturgia odierna si apre nel segno dell’ascolto della Parola. Tre volte, infatti, risuona l’espressione: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Acclamazione al Vangelo, Antifona di Comunione, Orazione dopo la comunione).
 
Per favorire l’ascolto del Signore che parla, potrebbe essere utile valorizzare i brevi momenti di silenzio offerti dalla liturgia, in modo particolare quelli previsti nella Liturgia della Parola (cfr. OGMR, 45).
 
“La Liturgia della Parola deve essere celebrata in modo da favorire la meditazione; quindi si deve assolutamente evitare ogni forma di fretta che impedisca il raccoglimento. In essa sono opportuni anche brevi momenti di silenzio, adatti all’assemblea radunata, per mezzo dei quali, con l’aiuto dello Spirito Santo, la parola di Dio venga accolta nel cuore e si prepari la risposta con la preghiera. Questi momenti di silenzio si possono osservare, ad esempio, prima che inizi la stessa Liturgia della Parola, dopo la prima e la seconda lettura, e terminata l’omelia” (OGMR, 56).
 
È bene curare i linguaggi verbali e non verbali mantenendo le scelte di sobrietà ed essenzialità fatte per il Mercoledì delle Ceneri (altare non ornato con i fiori, suono degli strumenti musicali solo per accompagnare il canto, monizioni semplici e lineari, uso moderato delle luci, intenzioni di preghiera sobrie ed essenziali).
 
 
Celebrazione eucaristica
 
Nella processione d’ingresso, accompagnata eventualmente dalle litanie dei santi, oltre la croce astile, si porti l’Evangeliario[1].
 
Monizione d’inizio
All’inizio del Tempo di Quaresima la liturgia ci propone la caduta di Adamo e la vittoria di Cristo sulla tentazione. “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4): la risposta del Signore al tentatore, che risuona più volte nella liturgia odierna, è un invito a riconoscere la nostra dipendenza da Dio, che ci nutre e sostiene con la sua Parola.
Accogliamo il celebrante con il canto.
 
 
Atto penitenziale
Per l’atto penitenziale si suggerisce l’adozione, per questa e per la domenica successiva, della seconda formula proposta dal Messale Romano (MR, p. 296)
 
All’inizio di questa celebrazione eucaristica,
chiediamo la conversione del cuore,
fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.
 
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.
 
Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo peccato.
 
Il sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
 
Il popolo risponde:
E donaci la tua salvezza.
 
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
 

Colletta
Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa ispirata al Vangelo della I Domenica di Quaresima anno A (Mt 4,1-11).
 
O Dio, che conosci la fragilità della natura umana
ferita dal peccato,
concedi al tuo popolo
di intraprendere con la forza della tua parola
il cammino quaresimale,
per vincere le seduzioni del maligno
e giungere alla Pasqua nella gioia dello Spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
(MR, p. 968)
 

Professione di fede
Per tutto il Tempo di Quaresima è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306)[2]. “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel Tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (Cei, Messale Romano. Precisazioni, 2).
 
 
Preghiera universale
Come già suggerito, ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[3] o rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o Signore, pietà).
 
Questo tempo di grazia ci ricorda che non viviamo di solo pane,
ma della parola stessa di Dio;
ci aiuti anche a non dimenticare che il mondo intero ha fame di salvezza.
(Si omette l’invito: Preghiamo)
 
È opportuno ricordare nella preghiera universale i peccatori e coloro che si preparano a ricevere il battesimo nella veglia pasquale.
Colma delle tue benedizioni, Signore,
questo tuo popolo in cammino verso la Pasqua;
tu che lo provvedi del pane quotidiano,
fa’ che non si stanchi mai di saziarsi del pane vivo disceso dal cielo,
Gesù Cristo, tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
 
Amen.
 
Presentazione dei doni
Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
 
 
Benedizione
Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera Post communio, si potrebbe ricordare che i frutti del digiuno e della carità verranno destinati ai fratelli più bisognosi[4] e invitare la comunità a iniziare il tempo quaresimale celebrando il sacramento della Riconciliazione.
 
Per la Benedizione finale, si suggerisce di adottare la Preghiera di benedizione sul popolo n. 20 (MR, p. 449), in virtù del riferimento alla Parola.
 
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
 
Dio vi benedica con ogni benedizione del cielo,
e vi renda puri e santi ai suoi occhi;
effonda su di voi le ricchezze della sua gloria,
vi ammaestri con le parole di verità,
vi illumini col Vangelo di salvezza,
vi faccia lieti nella carità fraterna.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
 
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Amen.
 
[1] “La domenica I di Quaresima segna l’inizio del segno sacramentale della nostra conversione, tempo favorevole per la nostra salvezza. Nella messa di questa domenica non manchino gli elementi che sottolineano tale importanza; per es., la processione di ingresso con le litanie dei santi. Durante la messa della domenica I di quaresima il vescovo celebri opportunamente nella chiesa cattedrale o in altra chiesa il rito dell’«elezione» o iscrizione del nome, secondo le necessità pastorali” (Paschalis sollemnitatis, 23).
[2] Così suggerisce la rubrica: “Ad utilità dei fedeli, in luogo del simbolo niceno-costantinopolitano, la professione di fede si può fare, specialmente nel Tempo di Quaresima e nel Tempo di Pasqua, con il seguente simbolo detto «degli Apostoli»”, MR, p. 306.
[3] “[…] Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio”: OGMR, 71.
[4] “b) Ogni anno, durante la Quaresima, si propongano alle comunità parrocchiali, ma anche a gruppi, movimenti e associazioni, uno o più interventi di aiuto a favore delle situazioni di bisogno, verso le quali far convergere i «frutti» del digiuno e della carità. E giusto che la comunità abbia poi il resoconto di quanto si è attuato. 
c) È particolarmente importante assicurare il coordinamento delle varie iniziative catechistiche, liturgiche e caritative in ambito sia nazionale che locale, così da assumere qualche impegno penitenziale condiviso da tutti: si renderà più visibile e incisivo il cammino penitenziale della comunità cristiana come tale”: Cei, Il senso cristiano del digiuno e dell‘astinenza, 13.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 16-FEB-17
 

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