Questi è il figlio mio, l’amato: ascoltatelo - Ufficio liturgico nazionale
12 marzo
II domenica di Quaresima

R. Se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete mia proprietà fra tutti i popoli. *
Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa.
V. Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato.
R. Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa.
(Ufficio delle letture, Responsorio, Venerdì II settimana di Quaresima)  
 
La seconda Domenica di Quaresima, in continuità con la precedente, che evidenziava ciò che il cristiano è chiamato a lasciare, mostra la meta del nostro cammino di conversione quaresimale: il volto trasfigurato di Cristo. La liturgia odierna si apre nel segno dell’ascolto della Parola: più volte risuona l’invito Ascoltatelo (cfr. Acclamazione al Vangelo; Colletta; Antifona di comunione).  L’ascolto assiduo della parola di Dio (cfr. SC 109) trasfigura il cuore dei fedeli e conduce alla celebrazione della Pasqua.
Per favorire l’ascolto del Signore che parla, potrebbe essere utile valorizzare i brevi momenti di silenzio offerti dalla liturgia, in modo particolare quelli previsti nella Liturgia della Parola (cfr. OGMR, 45. 56).
 
“Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i paramenti e nei locali annessi, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione”. (OGMR, 45).
 
È bene continuare a curare i diversi linguaggi della celebrazione, verbali e non verbali, mantenendo le scelte di sobrietà ed essenzialità precedentemente fatte.
 
 
Celebrazione eucaristica
 
Nella processione d’ingresso, oltre la croce astile, si porti l’Evangeliario.
 
Monizione
La Trasfigurazione del Signore caratterizza la liturgia odierna, che ci invita ad ascoltare il Figlio amato dal Padre. Ascoltare Cristo significa “assumere la logica del suo mistero pasquale, mettersi in cammino con Lui per fare della propria esistenza un dono di amore agli altri, in docile obbedienza alla volontà di Dio, con un atteggiamento di distacco dalle cose mondane e di interiore libertà” (cfr. Papa Francesco, Angelus, 1 marzo 2015).
Accogliamo il celebrante con il canto.
 

Atto penitenziale
Per l’atto penitenziale si suggerisce l’adozione della seconda formula proposta dal Messale Romano (MR, p. 296)
 
All’inizio di questa celebrazione eucaristica,
chiediamo la conversione del cuore,
fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.
 
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.
 
Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo peccato.
 
Il sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
 
Il popolo risponde:
E donaci la tua salvezza.
 
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
 

Colletta
Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa ispirata al Vangelo della II Domenica di Quaresima anno A (Mt 17,1-9).

O Dio, che chiamasti alla fede i nostri padri
e hai dato a noi la grazia di camminare
alla luce del Vangelo,
aprici all’ascolto del tuo Figlio,
perché accettando nella nostra vita il mistero della croce,
possiamo entrare nella gloria del tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
(MR, p. 969)
 
 
Professione di fede
Come già proposto, per tutto il Tempo di Quaresima è opportuno utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306)[1]. “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel Tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (Conferenza Episcopale Italiana, Messale Romano. Precisazioni, 2).
 
 
Preghiera universale
In continuità con la domenica precedente, ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[2] o rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o Signore, pietà).
 
Con fede viva presentiamo al Signore la nostra preghiera,
rendendoci interpreti del desiderio di giustizia e di pace
che sale da tutti gli uomini di buona volontà.
(Si omette l’invito: Preghiamo)
 
Raccogli nell’unità la tua Chiesa.
Custodisci il nostro papa Francesco.
Proteggi il nostro Vescovo.
[Silenzio]
 
Illumina i legislatori e i governanti.
Custodisci i popoli nella pace.
[Silenzio]
 
Soccorri i poveri.
Difendi i perseguitati.
Converti i peccatori.
[Silenzio]
 
Sostieni i catecumeni.
Abbi pietà del cristiano che dubita.
Aiuta l’incredulo che vorrebbe credere.
[Silenzio]
 
La luce della tua verità, o Padre,
ci faccia avanzare sulla via della conversione
e ci impedisca di lasciar cadere
anche una sola delle tue parole.
Per Cristo nostro Signore.
 
Amen.
 

Presentazione dei doni
Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
Si potrebbero presentare i primi frutti del digiuno quaresimale a favore dei più bisognosi della comunità.
 
“Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in luogo adatto, fuori della mensa eucaristica” (OGMR, 73).
 
 
Benedizione finale
Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera Post communio, si potrebbe invitare la comunità a celebrare il sacramento della Riconciliazione.
 
Per la Benedizione finale, si suggerisce di adottare la Preghiera di benedizione sul popolo n. 7 (MR, p. 447), per il riferimento alla luce del volto divino.
 
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
 
O Signore,
fa’ risplendere la luce del tuo volto sopra la tua famiglia,
perché aderisca di cuore alla tua legge
e possa attuare tutto il bene che le ispiri.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
 
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Amen.
 
[1] Così suggerisce la rubrica: “Ad utilità dei fedeli, in luogo del simbolo niceno-costantinopolitano, la professione di fede si può fare, specialmente nel Tempo di Quaresima e nel Tempo di Pasqua, con il seguente simbolo detto «degli Apostoli»”, MR, p. 306.
[2] “[…] Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio”: OGMR, 71.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 13-FEB-17
 

Chiesa Cattolica Italiana - Copyright @2005 - Strumenti Software a cura di Seed