Liturgia delle ore - Anno A (2016-2017)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.


1 ant. Chi salirà il monte del Signore?
          Chi starà nel suo luogo santo?

SALMO 23    Il Signore entra nel suo tempio

Le porte del cielo si sono aperte a Cristo Signore,
quando salì al cielo
(sant’Ireneo).
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
   l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari, *
   e sui fiumi l’ha stabilita.
Chi salirà il monte del Signore, *
   chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
   chi non pronunzia menzogna, *
   chi non giura a danno del suo prossimo.
Egli otterrà benedizione dal Signore, *
   giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
   che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
   alzatevi, porte antiche, *
   ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria? †
   Il Signore forte e potente, *
   il Signore potente in battaglia.
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
   alzatevi, porte antiche, *
   ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? *
   Il Signore degli eserciti è il re della gloria.


1 ant. Chi salirà il monte del Signore?
          Chi starà nel suo luogo santo?


2 ant. Popoli, benedite il nostro Dio:
          è lui che salvò la nostra vita, alleluia.

SALMO 65     Inno di grazie in occasione del sacrificio
Sulla risurrezione del Signore e la conversione dei pagani (Esichio).

I    (1-12)
Acclamate a Dio da tutta la terra, †
   cantate alla gloria del suo nome, *
   date a lui splendida lode.
Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere! *
   Per la grandezza della tua potenza
      a te si piegano i tuoi nemici.
A te si prostri tutta la terra, *
   a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio, *
   mirabile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terra ferma, †
   passarono a piedi il fiume; *
   per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno, †
   il suo occhio scruta le nazioni; *
   i ribelli non rialzino la fronte.
Benedite, popoli, il nostro Dio, *
   fate risuonare la sua lode;
è lui che salvò la nostra vita *
   e non lasciò vacillare i nostri passi.
Dio, tu ci hai messi alla prova; *
   ci hai passati al crogiuolo, come l’argento.
Ci hai fatti cadere in un agguato, *
   hai messo un peso ai nostri fianchi.
Hai fatto cavalcare uomini sulle nostre teste; †
   ci hai fatto passare per il fuoco e l’acqua, *
   ma poi ci hai dato sollievo.


2 ant. Popoli, benedite il nostro Dio:
          è lui che salvò la nostra vita, alleluia.


3 ant. Ascoltate, voi che temete Dio,
          quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.

II    (13-20)
Entrerò nella tua casa con olocausti, *
   a te scioglierò i miei voti,
i voti pronunziati dalle mie labbra, *
   promessi nel momento dell’angoscia.
Ti offrirò pingui olocausti con fragranza di montoni, *
   immolerò a te buoi e capri.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, *
   e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui ho rivolto il mio grido, *
   la mia lingua cantò la sua lode.
Se nel mio cuore avessi cercato il male, *
   il Signore non mi avrebbe ascoltato.
Ma Dio ha ascoltato, *
   si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio: non ha respinto la mia preghiera, *
   non mi ha negato la sua misericordia.


3 ant. Ascoltate, voi che temete Dio,
          quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.


V. Viva ed efficace è la parola di Dio,

R. più penetrante che una spada a due tagli.

PRIMA LETTURA  
Dal primo libro di Samuele
16, 1-13

Davide viene consacrato re  
   In quei giorni il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È di buon augurio la tua venuta?». Rispose: «È di buon augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio». Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «È forse davanti al Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore». Iesse fece allora venire Abinadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo consacrò con l’unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.
 

RESPONSORIO                                            Sal 88, 20. 22. 21

R. Ho portato aiuto a un valoroso, ho innalzato un
eletto tra il mio popolo.
* La mia mano è il suo
sostegno.

V. Ho trovato Davide, mio servo, con santo olio l’ho
consacrato.

R. La mia mano è il suo sostegno.

SECONDA LETTURA  
Dal trattato «Sulla Trinità» di Faustino Luciferiano,
sacerdote


(Nn. 30-40; CCL 69, 340-341)  

Cristo re e sacerdote in eterno  
   Il nostro Salvatore divenne veramente «cristo» secondo la carne e nello stesso tempo vero re e vero sacerdote. Egli è l’una e l’altra cosa insieme, perché nulla manchi al Salvatore di quanto aveva come Dio.
   Egli stesso afferma la sua dignità regale, quando dice: Io sono stato consacrato re da lui sul suo santo monte Sion (cfr. Sal 2, 6). Il Padre inoltre attesta la dignità sacerdotale del Figlio con le parole: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek» (Sal 109, 4).
   Nell’antica legge il primo ad essere consacrato sacerdote col crisma dell’unzione fu Aronne. Non si dice però «secondo l’ordine di Aronne», perché non si creda che anche il sacerdozio del Salvatore gli sia stato conferito per successione. Il sacerdozio di Aronne si trasmetteva per via ereditaria, non così invece quello del Cristo, perché egli stesso resta eternamente sacerdote. Si dice infatti: «Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek».
   Il Salvatore dunque, secondo la carne, è re e sacerdote. L’unzione però da lui ricevuta non è materiale, ma spirituale. Infatti coloro che presso gli Israeliti erano consacrati re e sacerdoti con l’unzione materiale dell’olio, diventavano re e sacerdoti, non però tutte e due le cose insieme, ma ciascuno di loro era o re o sacerdote. Solo a Cristo compete la perfezione e la pienezza in tutto, poiché era venuto ad adempiere la legge.
   Quantunque tuttavia nessuno di loro fosse re e sacerdote insieme, quelli che erano consacrati con l’unzione materiale, o re o sacerdoti, erano chiamati «cristi». Il Salvatore però, che è il vero Cristo, fu unto dallo Spirito Santo, perché si adempisse quanto era stato scritto di lui: Per questo «Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia a preferenza dei tuoi eguali» (Sal 44, 8).
   La sua unzione eccelle al di sopra di quella di tutti i suoi compagni perché egli è stato unto con l’olio di letizia, che altro non significa se non lo Spirito Santo.
   Che questo sia vero lo sappiamo dallo stesso Salvatore, il quale, preso il libro di Isaia e avendovi letto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione» (Lc 4, 18), proclamò davanti a quelli che lo ascoltavano che la profezia si era adempiuta allora nella sua persona.
   Anche Pietro, principe degli apostoli, dichiara che quel crisma, da cui il Salvatore è stato manifestato, è lo Spirito Santo, cioè la stessa potenza di Dio, quando negli Atti degli Apostoli tra le altre cose dice al centurione Cornelio, uomo pieno di fede e di misericordia: «Incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo» (At 10, 37-38).
   Anche Pietro, dunque, come hai potuto renderti conto, afferma che Gesù uomo è stato unto di Spirito Santo e di potenza. È vero perciò che lo stesso Gesù è diventato «cristo» in quanto uomo, perché con l’unzione dello Spirito Santo è stato consacrato re e sacerdote in eterno.
 

RESPONSORIO

R. Contemplate la gloria del Signore: egli entra nel
mondo per salvare i popoli.
* È il re della giustizia: il
suo regno non avrà fine.

V. Gesù è entrato per noi come precursore, divenuto
sommo sacerdote per sempre al modo di Melchisedek.

R. È il re della giustizia: il suo regno non avrà fine.

INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.

* Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.

* Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.

* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.

ORAZIONE
   Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell’amore per il tuo santo nome, poiché tu non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla salda roccia del tuo amore. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 11-GIU-17
 

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