Liturgia delle ore - Anno A (2016-2017)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.


INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell’amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
 

Oppure:

Hi sacerdótes Dómini sacráti,
consecratóres Dómini fidéles
atque pastóres pópuli fuére
   ímpigro amóre.

Namque suscéptæ benedictiónis
dona servántes, studuére, lumbos
fórtiter cincti, mánibus corúscas
   ferre lucérnas.

Sicque suspénsi vigilésque, quando
iánuam pulsans Dóminus veníret,
obviavérunt properánti alácres
   pándere limen.

Glóriæ summum decus atque laudis,
rex, tibi, regum, Déitas perénnis,
quicquid est rerum célebret per omne
   tempus et ævum. Amen.
 


1 ant. Non punirmi, Signore,
          nel tuo sdegno abbi pietà di me.

SALMO 37
Implorazione del peccatore in estremo pericolo

Egli non commise peccato... portò i nostri peccati sul suo corpo
sul legno della croce... dalle sue piaghe siamo stati guariti
(1 Pt 2, 22. 24. 25).

I    (2-5)
Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, *
   non punirmi nella tua ira.
Le tue frecce mi hanno trafitto, *
   su di me è scesa la tua mano.
Per il tuo sdegno non c’è in me nulla di sano, *
   nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
Le mie iniquità hanno superato il mio capo, *
   come carico pesante mi hanno oppresso.


1 ant. Non punirmi, Signore,
          nel tuo sdegno abbi pietà di me.


2 ant. Ogni mio desiderio
          è di fronte a te,
          o Signore, alleluia.

II    (6-13)
Putride e fetide sono le mie piaghe *
   a causa della mia stoltezza.
Sono curvo e accasciato, *
   triste mi aggiro tutto il giorno.
I miei fianchi sono torturati, *
   in me non c’è nulla di sano.
Afflitto e sfinito all’estremo, *
   ruggisco per il fremito del mio cuore.
Signore, davanti a te ogni mio desiderio *
   e il mio gemito a te non è nascosto.
Palpita il mio cuore, †
   la forza mi abbandona, *
   si spegne la luce dei miei occhi.
Amici e compagni
     si scostano dalle mie piaghe, *
   i miei vicini stanno a distanza.
Tende lacci chi attenta alla mia vita, †
   trama insidie chi cerca la mia rovina *
   e tutto il giorno medita inganni.


2 ant. Ogni mio desiderio
          è di fronte a te,
          o Signore, alleluia.


3 ant. A te confesso la mia colpa;
          non abbandonarmi, Dio, mia salvezza,
          alleluia.

III    (14-23)
Io, come un sordo, non ascolto †
   e come un muto non apro la bocca; *
   sono come un uomo
     che non sente e non risponde.
In te spero, Signore; *
   tu mi risponderai, Signore Dio mio.
Ho detto: «Di me non godano,
     contro di me non si vantino *
   quando il mio piede vacilla».
Poiché io sto per cadere *
   e ho sempre dinanzi la mia pena.
Ecco, confesso la mia colpa, *
   sono in ansia per il mio peccato.
I miei nemici sono vivi e forti, *
   troppi mi odiano senza motivo,
mi pagano il bene col male, *
   mi accusano perché cerco il bene.
Non abbandonarmi, Signore, *
   Dio mio, da me non stare lontano;
accorri in mio aiuto, *
   Signore, mia salvezza.


3 ant. A te confesso la mia colpa;
          non abbandonarmi, Dio, mia salvezza,
          alleluia.


V. Dio ci ha fatti rinascere a una speranza viva, alleluia,

​R. in Cristo risorto dai morti, alleluia.

PRIMA LETTURA
Dalla prima lettera di san Giovanni,
apostolo                                                                                                      

3, 11-17  

La carità fraterna  

   Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l’uccise? Perché le opere sue erano malvage, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
   Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
   Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio?
 

RESPONSORIO                                             1 Gv 3, 16. 14  

R. Da questo abbiamo conosciuto l’amore di Dio:
egli ha dato la sua vita per noi;
* anche noi dobbiamo
dare la vita per i fratelli, alleluia.

V. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla
vita, perché amiamo i fratelli:

R. anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, alleluia.

SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo


(Disc. 171, 1-3. 5; PL 38, 933-935)  

Rallegratevi nel Signore, sempre  
   L’Apostolo ci comanda di rallegrarci, ma nel Signore, non nel mondo. Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio (cfr. Gc 4, 4), come ci assicura la Scrittura. Come un uomo non può servire a due padroni, così nessuno può rallegrarsi contemporaneamente nel mondo e nel Signore.
   Quindi abbia il sopravvento la gioia nel Signore, finché non sia finita la gioia nel mondo. Cresca sempre più la gioia nel Signore, mentre la gioia nel mondo diminuisca sempre finché sia finita. E noi affermiamo questo, non perché non dobbiamo rallegrarci mentre siamo nel mondo, ma perché, pur vivendo in questo mondo, ci rallegriamo già nel Signore.
   Ma qualcuno potrebbe obiettare: Sono nel mondo, allora, se debbo gioire, gioisco là dove mi trovo. Ma che dici? Perché sei nel mondo, non sei forse nel Signore? Ascolta il medesimo Apostolo che parla agli Ateniesi e negli Atti degli Apostoli dice del Dio e Signore nostro creatore: «In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17, 28).
   Colui che è dappertutto, dove non è? Forse che non ci esortava a questo quando insegnava: «Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla»? (Fil 4, 5-6).
   È una ineffabile realtà questa: ascese sopra tutti i cieli ed è vicinissimo a coloro che si trovano ancora sulla terra. Chi è costui, lontano e vicino al tempo stesso, se non colui che si è fatto prossimo a noi per la sua misericordia?
   Tutto il genere umano è quell’uomo che giaceva lungo la strada semivivo, abbandonato dai ladri. Il sacerdote e il levita, passando, lo disprezzarono, ma un samaritano di passaggio gli si accostò per curarlo e prestargli soccorso. Lontano da noi, immortale e giusto, egli discese fino a noi, che siamo mortali e peccatori, per diventare prossimo a noi.
   «Non ci tratta secondo i nostri peccati» (Sal 102, 10). Siamo infatti figli. E come proviamo questo? Morì per noi l’Unico, per non rimanere solo. Non volle essere solo, egli che è morto solo. L’unico Figlio di Dio generò molti figli di Dio. Si acquistò dei fratelli con il suo sangue. Rese giusti i reprobi. Donandosi, ci ha redenti; disonorato, ci onorò; ucciso, ci procurò la vita.
   Perciò, fratelli, rallegratevi nel Signore, non nel mondo; cioè rallegratevi nella verità, non nel peccato; rallegratevi nella speranza dell’eternità, non nei fiori della vanità. Così rallegratevi: e dovunque e per tutto il tempo che starete in questo mondo, «il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla» (Fil 4, 5-6).
 

RESPONSORIO                    2 Cor 13, 11; Rm 15, 13

R. Fratelli, state lieti, cercate ciò che è perfetto, fatevi
coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti,
vivete in pace:
* il Dio dell’amore e della pace sia
con voi.

V. Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e
serenità nella fede:

R. il Dio dell’amore e della pace sia con voi.

ORAZIONE
   O Dio, che glorifichi i tuoi santi e li doni alla Chiesa come modelli di vita evangelica, infondi in noi il fuoco del tuo Spirito, che infiammò mirabilmente il cuore di san Filippo Neri. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 04-MAG-17
 

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