SUSSIDIO AVVENTO 2016 - Ufficio liturgico nazionale | |||
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Letture Isaia 11,1-10 Giudicherà con giustizia i poveri. Salmo 71 Vieni, Signore, re di giustizia e di pace. Romani 15,4-9 Gesù Cristo salva tutti gli uomini. Canto al Vangelo (Lc 3,4.6) Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Matteo 3,1-12 Convertitevi: il regno dei cieli è vicino! In breve - La profezia abita lurgenza, le frontiere dei tempi stretti - Perché è urgente denunciare la corruzione - (non per eliminare il nemico) - (non per prendere il posto del nemico) - per il pericolo della finzione e dellautoillusione - una denuncia sofferta (il profeta paga di persona) - una denuncia feconda --> per offrire possibilità di speranza - Perché si annuncia lagire di Dio - lopera di Dio resta indisponibile alluomo - quando Dio comincia, è urgente rispondere - mettersi subito dalla parte dei processi di pace avviati da Dio - Siamo davvero pronti a rispondere allopera di Dio? In attesa di risposta Lopera di Dio Il germoglio che spunta dal tronco di Iesse (un tronco vecchio? tagliato? prossimo a marcire?) è frutto di unazione specifica di Dio. Azione inattesa, vitalità che sorprende: il profeta lo contempla, stupefatto, da lontano. Si annuncia qualcosa che solo Dio può compiere: donare il suo Spirito al consacrato, conferirgli tutta la potenza della sua parola per ristabilire la giustizia e la pace. Un tribunale onesto Il primo segno di ciò che Dio sta compiendo è una rinnovata capacità di discernimento: il vocabolario giuridico (empi, poveri, giudicare, prendere decisioni giuste) si riferisce propriamente alla realtà dei tribunali, che le fonti antiche riportano sempre come centri di corruzione, nervi scoperti di una società largamente devastata dalla corruzione in misure che oggi facciamo fatica ad immaginare (sebbene anche ai nostri giorni la malversazione non sia assente). A un certo punto del brano però la metafora giuridica lascia il passo a una nuova, sorprendente descrizione. Il Consacrato di cui si parla non è presentato solo come un vendicatore e un castigatore delle malvagità; la sua azione è ben più profonda. Oltre la vendetta Si va oltre la vendetta e la punizione: ciò che Dio sta per compiere è una vera e propria pacificazione, adombrata nelle immagini poetiche degli animali incompatibili che pascolano amabilmente insieme. Lelencazione si fa insistita, e al termine ricorrono immagini di fanciulli, lattanti, bimbi appena svezzati, che da un lato aiutano a trasferire dalla sfera animale alla sfera propriamente umana la visione metaforica, dallaltro alludono al figlio di cui si parla al capitolo 7 di Isaia (brano che ascolteremo nella quarta domenica di Avvento: Is 7,10-14). Anche qui dunque il senso della metafora dei fanciulli va ricercato nellannuncio di una nuova generazione, di un rinnovamento radicale, di una trasformazione possibile solamente a Dio. Daltra parte, limmagine della bestia feroce ammansita indica la fiducia che persino il nemico più indomabile può essere trasformato in alleato. Lavvicinamento del Regno Nel brano evangelico la predicazione di Giovanni indica che il rinnovamento profondo annunciato dai profeti ha subìto la decisiva accelerazione. Dalla percezione dellurgenza derivano gli aspetti peculiari della sua predicazione: innanzitutto labito trascurato e povero, segno che non è più possibile perdersi in una sterile attenzione alla propria immagine; in secondo luogo il linguaggio crudo ed espressivo: razza di vipere, ira imminente, segno che non è più possibile perdersi nei meandri di un formalismo corretto, che maschera la realtà. Infine, larrivo ormai imminente del Regno di Dio determina la svalutazione e lindifferenza verso i meriti e le categorie puramente mondani, sia pure ammantati di pietà e devozione. Dure espressioni sono riservate ai farisei e agli altri membri dellélite religiosa del popolo. La denuncia dellautoillusione Necessariamente lannuncio del Regno provoca una denuncia del peccato, dellindifferenza, delle insufficienze umane. Il Battesimo è il segno di una presa di coscienza e dellindirizzarsi verso una novità di vita. Sorprende però il fatto che le parole più dure ed esplicite sono riservate per i capi del popolo, più che per i peccatori. La stessa situazione si ritrova nei rapporti di Gesù con i Farisei; è verosimile che nella redazione finale del vangelo la denuncia dellautoillusione, più che una polemica nei confronti del giudaismo, sia in realtà una presa di posizione contro chi pensava di potersi ammantare del nome di credente in Gesù senza una conversione profonda. Forse, tra i moderni farisei, ci siamo anche noi, lettori credenti e praticanti; e faremmo bene a guardarci da frettolosi processi di identificazione, troppo comodi e lusinghieri. |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 14-NOV-17
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