Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuti nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.


1 ant. Sono sfinito dal gridare
          nell’attesa del mio Dio.

SALMO 68, 2-22.30-37    Mi divora lo zelo per la tua casa

Gli diedero da bere vino mescolato con fiele 
(Mt 27, 34).

I    (2-13)
Salvami, o Dio: *
   l’acqua mi giunge alla gola.
Affondo nel fango e non ho sostegno; †
   sono caduto in acque profonde *
   e l’onda mi travolge.
Sono sfinito dal gridare, †
   riarse sono le mie fauci; *
   i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio.
Più numerosi dei capelli del mio capo *
   sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano: *
   quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?
Dio, tu conosci la mia stoltezza *
   e le mie colpe non ti sono nascoste.
Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, *
   Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni *
   chi ti cerca, Dio d’Israele.
Per te io sopporto l’insulto *
   e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli, *
   un forestiero per i figli di mia madre.
Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, *
   ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
Mi sono estenuato nel digiuno *
   ed è stata per me un’infamia.
Ho indossato come vestito un sacco *
   e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, *
   gli ubriachi mi dileggiavano.


1 ant. Sono sfinito dal gridare
          nell’attesa del mio Dio.


2 ant. Hanno messo nel mio cibo veleno,
          nella mia sete mi hanno fatto bere l’aceto.

II    (14-22)
Ma io innalzo a te la mia preghiera, *
   Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi, *
   per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
Salvami dal fango, che io non affondi, †
   liberami dai miei nemici *
   e dalle acque profonde.
Non mi sommergano i flutti delle acque †
   e il vortice non mi travolga, *
   l’abisso non chiuda su di me la sua bocca.
Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; *
   volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo, *
   sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami, *
   salvami dai miei nemici.
Tu conosci la mia infamia, †
   la mia vergogna e il mio disonore; *
   davanti a te sono tutti i miei nemici.
L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. †
   Ho atteso compassione, ma invano, *
   consolatori, ma non ne ho trovati. Hanno messo nel mio cibo veleno *
   e quando avevo sete mi hanno dato aceto.


2 ant. Hanno messo nel mio cibo veleno,
          nella mia sete mi hanno fatto bere l’aceto.


3 ant. Cercate il Signore
          e avrete la vita.

III    (30-37)
Io sono infelice e sofferente; *
   la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con il canto, *
   lo esalterò con azioni di grazie,
che il Signore gradirà più dei tori, *
   più dei giovenchi con corna e unghie.
Vedano gli umili e si rallegrino; *
   si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri *
   e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui acclamino i cieli e la terra, *
   i mari e quanto in essi si muove.
Perché Dio salverà Sion, †
   ricostruirà le città di Giuda: *
   vi abiteranno e ne avranno il possesso. La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, *
   e chi ama il suo nome vi porrà dimora.


3 ant. Cercate il Signore
          e avrete la vita.


V. Il Signore ci insegni le sue vie:

R. e noi andremo per i suoi sentieri.


PRIMA LETTURA

Dal secondo libro dei Maccabei
12, 34-46


Il sacrificio espiatorio per i morti
   Dopo la festa chiamata Pentecoste, Giuda e i suoi uomini mossero contro Gorgia, stratega dell'Idumea. Questi avanzò con tremila fanti e quattrocento cavalieri. Schieratisi in combattimento, caddero un piccolo numero di Giudei. Un certo Dositeo, degli uomini di Bacenore, abile nel cavalcare e valoroso, si attaccò a Gorgia e, afferratolo per la clamide, lo trascinava a gran forza volendo prendere vivo quello scellerato; ma uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli la spalla e Gorgia potè fuggire a Maresa. Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia. Poi, intonato nella lingua paterna il grido di guerra che si accompagnava agli inni, diede un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga.
   Giuda poi radunò l'esercito e venne alla città di Odollam; poiché si compiva la settimana, si purificarono secondo l'uso e vi passarono il sabato. Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. Perciò tutti, benedicendo l'operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta una colletta, con un tanto a testa, per circa duemila dracme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, compiendo così un'azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.
 


RESPONSORIO                             Cfr 2 Mac 12, 45

R. Coloro che si addormentano nella morte con la
fede dei padri
* avranno una magnifica ricompensa.

V. Santo e salutare è il pensiero di offrire il sacrificio
espiatorio per i morti, perchè siano assolti dal
peccato:

R. avranno una magnifica ricompensa.


SECONDA LETTURA

Dal Discorso tenuto da san Carlo, vescovo, nell'ultimo Sinodo


​(Acta Ecclesiae Mediolanensis, Milano 1599, 1177-1178)

​Vivere la propria vocazione
   Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se vogliamo, possiamo far molto. Senza di essi però non sarà possibile tener fede all'impegno della propria vocazione.
   Facciamo il caso di un sacerdote che riconosca bensì di dover essere temperante, di dover dare esempio di costumi severi e santi, ma che poi rifiuti ogni mortificazione, non digiuni, non preghi, ami conversazioni e familiarità poco edificanti; come potrà costui essere all'altezza del suo ufficio?
   Ci sarà magari chi si lamenta che, quando entra in coro per salmodiare, o quando va a celebrare la Messa, la sua mente si popoli di mille distrazioni. Ma prima di accedere al coro o di iniziare la Messa, come si è comportato in sacrestia, come si è preparato, quali mezzi ha predisposto e usato per conservare il raccoglimento?
   Vuoi che ti insegni ad accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità? Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè, le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto in Dio, evita le chiacchiere inutili.
   Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico.
   Da' sempre buon esempio e cerca si essere il primo in ogni cosa. Prèdica prima di tutto con la vita e con la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua prèdica tu perda ogni credibilità.
   Eserciti la cura d'anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso.
   Comprendete, fratelli, che niente è così necessario a tutte le persone ecclesiastiche quanto la meditazione che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni: Canterò, dice il profeta, e mediterò (cfr. Sal 100, 1 volg.). Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai. Se celebri la Messa, medita ciò che offri. Se reciti i salmi in coro, medita a chi e di cosa parli. Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e «tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 14). Così potremo facilmente superare le difficoltà che incontriamo, e sono innumerevoli, ogni giorno. Del resto ciò è richiesto dal compito affidatoci. Se così faremo avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri.
 


RESPONSORIO              Cfr. 1 Tm 6, 11; 4, 11. 12. 6

R. Cerca la giustizia, la pietà e la fede, la carità, la
pazienza e la mitezza.
* Questo proclama e insegna;
e sii d'esempio ai fedeli.

V. Proponendo queste cose ai fratelli, sarai un buon
ministro di Gesù Cristo.

R. Questo proclama e insegna; e sii d'esempio ai
fedeli.


ORAZIONE    
    Custodisci nel tuo popolo, o Padre, lo spirito che animò il vescovo san Carlo perchè la tua Chiesa si rinnovi incessantemente e, sempre più conforme al modello evangelico, manifesti al mondo il vero volto del Cristo Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 09-OTT-16
 

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