Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.


INNO
Francesco poverello,
rivestito di grazia,
ascende lieto in gloria
nel regno dei beati.
​Esce umile e nudo
dalla scena del mondo,
ed entra ricco in cielo
festeggiato dagli angeli.
​Nel suo fragile corpo
reca impressi i sigilli
dell’Agnello immolato
sul legno della croce.
​Dolce padre dei poveri,
amico della pace,
tu splendi come un sole
nella Chiesa di Dio!
A te sia lode, o Cristo,
Parola del Dio vivo,
che sveli nei tuoi santi
la gioia dell’Amore. Amen.


1 ant. Ti ha chiesto la vita, Signore:
          tu gli hai dato splendore e bellezza.

SALMO   20, 2-8. 14
Signore, il re gioisce della tua potenza, *
   quanto esulta per la tua salvezza!
Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, *
   non hai respinto il voto delle sue labbra.

Gli vieni incontro con larghe benedizioni; *
   gli poni sul capo una corona di oro fino.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, *
   lunghi giorni in eterno, senza fine.

Grande è la sua gloria per la tua salvezza, *
   lo avvolgi di maestà e di onore;
lo fai oggetto di benedizioni per sempre, *
   lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.

Perché il re confida nel Signore: *
   per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso.

Alzati, Signore, in tutta la tua forza; *
   canteremo inni alla tua potenza.


1 ant. Ti ha chiesto la vita, Signore:
          tu gli hai dato splendore e bellezza.


2 ant. La strada dei giusti è come la luce:
          cresce dall’alba fino al pieno giorno.

SALMO 91

I    (2-9)
È bello dar lode al Signore *
   e cantare al tuo nome, o Altissimo,

annunziare al mattino il tuo amore, *
   la tua fedeltà lungo la notte,
sull’arpa a dieci corde e sulla lira, *
   con canti sulla cetra.

Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, *
   esulto per l’opera delle tue mani.

Come sono grandi le tue opere, Signore, *
   quanto profondi i tuoi pensieri!
L’uomo insensato non intende *
   e lo stolto non capisce:

se i peccatori germogliano come l’erba *
   e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna: *
   ma tu sei l’eccelso per sempre, o Signore.


2 ant. La strada dei giusti è come la luce:
          cresce dall’alba fino al pieno giorno.


3 ant. Il giusto fiorirà come palma,
          crescerà come cedro del Libano.

II    (10-16)
Ecco, i tuoi nemici, o Signore, †
   ecco, i tuoi nemici periranno, *
   saranno dispersi tutti i malfattori.

Tu mi doni la forza di un bufalo, *
   mi cospargi di olio splendente.

I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, †
   e contro gli iniqui che mi assalgono *
   i miei orecchi udranno cose infauste.

Il giusto fiorirà come palma, *
   crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore, *
   fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti, *
   saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore: *
   mia roccia, in lui non c’è ingiustizia.


3 ant. Il giusto fiorirà come palma,
          crescerà come cedro del Libano.


V. Il Signore conduce il giusto per un buon sentiero,

R. gli rivela il regno di Dio.

PRIMA LETTURA
Dalla lettera agli Efesini di san Paolo, apostolo
4, 1-24
 


A ciascuno è stata data la sua grazia,
per edificare il corpo di Cristo  
   Fratelli, vi esorto io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
   A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto:
   «Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini» (Sal 67, 19).
   Ma che significa la parola «ascese», se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
   È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore. Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.
   Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile.
   Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici. Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
 


RESPONSORIO                                Mt 19, 29. 27
 
​R. Chi avrà lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o
padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome,
riceverà cento volte tanto.
* Cento volte tanto e,
in eredità, la vita eterna.

V. Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo
seguito; che cosa ne otterremo?

R. Cento volte tanto e, in eredità, la vita eterna.


SECONDA LETTURA

Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d’Assisi

​(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949, 87-94)

Dobbiamo essere semplici, umili e puri
   Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
   All’approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).
   Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato a noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull’altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì invece per i nostri peccati, lasciandoci l’esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
   O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! È detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l’adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
   Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
   Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto. È il Signore che dà loro il premio e la ricompensa.
   Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.
 


RESPONSORIO                                  Mt 5, 3. 5. 6

R. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno
dei cieli!
* Beati i miti, perché erediteranno la terra!

V. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati!

R. Beati i miti, perché erediteranno la terra!

INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.

* Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.

* Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.

* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.


ORAZIONE
   O Dio, che in san Francesco d’Assisi, povero e umile, hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine del Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 12-SET-16
 

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