Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
O Cristo, Verbo del Padre,
re glorioso fra gli angeli,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
Cibo e bevanda di vita,
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
Illumina col tuo Spirito
l’oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.


1 ant. Guarda, Signore, e considera
          l’umiliazione del tuo popolo.
 

SALMO 88, 39-53
Lamento sulla rovina della casa di Davide

Ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di
Davide, suo servo
(Lc 1, 69).

IV    (39-46)

​ Ma tu lo hai respinto e ripudiato, *
   ti sei adirato contro il tuo consacrato;
hai rotto l’alleanza con il tuo servo, *
   hai profanato nel fango la sua corona.
Hai abbattuto tutte le sue mura *
   e diroccato le sue fortezze;
tutti i passanti lo hanno depredato, *
   è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, *
   hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
Hai smussato il filo della sua spada *
   e non l’hai sostenuto nella battaglia.
Hai posto fine al suo splendore, *
   hai rovesciato a terra il suo trono.
Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza *
   e lo hai coperto di vergogna.


1 ant. Guarda, Signore, e considera
          l’umiliazione del tuo popolo.
 


2 ant. Cristo è la radice e il germoglio di Davide,
          la stella luminosa del mattino.

V    (47-53)
Fino a quando, Signore,
     continuerai a tenerti nascosto, *
   arderà come fuoco la tua ira?
Ricorda quant’è breve la mia vita. *
   Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
Quale vivente non vedrà la morte, *
   sfuggirà al potere degli inferi?
Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo, *
   che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
Ricorda, Signore, l’oltraggio dei tuoi servi: *
   porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, *
   insultano i passi del tuo consacrato.
Benedetto il Signore in eterno. *
   Amen, amen.


2 ant. Cristo è la radice e il germoglio di Davide,
          la stella luminosa del mattino.


3 ant. Come l’erba i nostri giorni passano:
          tu, Signore, sei per sempre.

SALMO 89    Su di noi sia la bontà del Signore

Davanti al Signore un giorno è come mille anni e
mille anni come un giorno solo
(2 Pt 3, 8).
Signore, tu sei stato per noi un rifugio *
   di generazione in generazione.
Prima che nascessero i monti †
   e la terra e il mondo fossero generati, *
   da sempre e per sempre tu sei, Dio.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere *
   e dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Ai tuoi occhi, mille anni
     sono come il giorno di ieri che è passato, *
   come un turno di veglia nella notte.
Li annienti: li sommergi nel sonno; *
   sono come l’erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia, *
   alla sera è falciata e dissecca.
Perché siamo distrutti dalla tua ira, *
   siamo atterriti dal tuo furore.
Davanti a te poni le nostre colpe, *
  i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.
Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, *
   finiamo i nostri anni come soffio.
Gli anni della nostra vita sono settanta, *
   ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore; *
   passano presto e noi ci dileguiamo.
Chi conosce l’impeto della tua ira, *
   e il tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
Insegnaci a contare i nostri giorni *
   e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando? *
   Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia: *
   esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni di afflizione, *
   per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera *
   e la tua gloria ai loro figli.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:†
   rafforza per noi l’opera delle nostre mani, *
   l’opera delle nostre mani rafforza.


3 ant. Come l’erba i nostri giorni passano:
          tu, Signore, sei per sempre.


V. In te, Signore, è la sorgente della vita,

R. nella tua luce vediamo la luce.


PRIMA LETTURA

Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo
5, 3-25


Le vedove. I presbiteri
     Carissimo, onora le vedove, quelle che sono veramente tali; ma se una vedova ha figli o nipoti, questi imparino prima a praticare la pietà verso quelli della propria famiglia e a rendere il contraccambio ai loro genitori, poichè è gradito a Dio. La donna veramente vedova e che sia rimasta sola, ha riposto la speranza in Dio e si consacra all'orazione e alla preghiera giorno e notte; al contrario quella che si dà ai piaceri, anche se vive, è già morta. Proprio questo raccomanda, perché siano irreprensibili. Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele.
     Una vedova sia iscritta nel catalogo delle vedove quando abbia non meno di sessant'anni, sia andata sposa una sola volta, abbia la testimonianza di opere buone: abbia cioè allevato figli, praticato l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso agli afflitti, abbia esercitato ogni opera di bene. Le vedove più giovani non accettarle perché, non appena vengono prese da desideri indegni di Cristo, vogliono sposarsi di nuovo e si attirano così un giudizio di condanna per aver trascurato la loro prima fede. Inoltre, trovandosi senza far niente, imparano a girare qua e là per le case e sono non soltanto oziose, ma pettegole e curiose, parlando di ciò che non conviene. Desidero quindi che le più giovani si risposino, abbiano figli, governino la loro casa, per non dare all'avversario nessun motivo di biasimo. Già alcune purtroppo si sono sviate dietro a satana.
     Se qualche donna credente ha con sé delle vedove, provveda lei a loro e non ricada il peso sulla Chiesa, perché questa possa così venire incontro a quelle che sono veramente vedove.
     I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia (Dt 25, 4) e: Il  lavoratore ha diritto al suo salario (Dt 24, 15). Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di due o tre testimoni (Dt 19, 15). Quelli che poi risultino colpevoli riprendili alla presenza di tutti, perchè anche gli altri ne abbiano timore. Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste norme con imparzialità e di non far mai nulla per favoritismo. Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. Conservati puro!
     Smetti di bere soltanto acqua, ma fa' uso di un po' di vino a causa dello stomaco e delle tue frequenti indisposizioni.
     Di alcuni uomini i peccati si manifestano prima del giudizio e di altri dopo; così anche le opere buone vengono alla luce e quelle stesse che non sono tali non possono rimanere nascoste.
 


RESPONSORIO                          Cfr. Fil 1, 27; 2, 4. 5

R. Comportatevi in modo degno del vangelo,
combattete unanimi per la fede,
* senza cercare il
proprio interesse, ma quello degli altri.

V. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in
Cristo Gesù,

R. senza cercare il proprio interesse, ma quello degli
altri.


SECONDA LETTURA

​Dalla «Lettera ai cristiani di Filadelfia» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire


(Capp. 1, 1 - 2, 2; 3, 2 - Funk, 1, 226-229)

​Uno solo è il vescovo con i presbiteri e i diaconi
     Ignazio, detto anche Teoforo, alla Chiesa di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo che si trova a Filadelfia, in Asia, che è oggetto dell'amore di Dio e da lui resa salda nella concordia, ricolma di gioia nella passione del Signore nostro e, irremovibilmente certa della sua risurrezione, gode di ogni dono della misericordia divina.
     Io saluto nel sangue di Gesù Cristo questa chiesa, che è mia gioia eterna e indefettibile, soprattutto se sono uniti tutti i suoi membri con il vescovo, con i presbiteri e con i diaconi, scelti secondo il pensiero di Gesù Cristo, e da lui resi forti e saldi, secondo la sua volontà, mediante il suo Santo Spirito.
     So che il vostro vescovo non ha ottenuto né da se stesso né dagli uomini il ministero che esercita a servizio della comunità, né per propria ambizione, ma gli è stato affidato dall'amore di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. Sono rimasto ammirato della sua amabilità; con il suo silenzio egli fa più di quelli che si perdono in vani discorsi. I voleri divini trovano in lui una perfetta risonanza come le corde sonore nella cetra. Perciò la mia anima si compiace dei suoi sentimenti verso Dio, che so virtuosi e perfetti, e della sua fermezza e cordialità che sono un riflesso della bontà del Dio vivente.
     Voi, dunque, figli della luce e della verità, fuggite le divisioni e le perverse dottrine. Siate un gregge docile e fedele, che segue ovunque il suo pastore. Quelli, infatti, che appartengono a Dio e a Gesù Cristo sono tutti con il vescovo. E quelli che si ravvedono e ritornano all'unità della Chiesa saranno anch'essi di Dio per vivere secondo Gesù Cristo.
     Non illudetevi, fratelli miei, chi segue un fautore di divisioni «non erediterà il regno di Dio» (1 Cor 6, 10); chi cammina nella strada dell'eresia non è in accordo con la passione di Cristo.
     Procurate dunque di partecipare ad un'unica Eucaristia, perché non vi è che un'unica carne del Signore nostro Gesù Cristo e un unico calice che ci unisce nel suo sangue e un unico altare, come uno solo è il vescovo con il collegio dei presbiteri e i diaconi, miei compagni di ministero. Comportatevi in modo che qualunque cosa facciate, la facciate secondo Dio.
     Fratelli miei, il mio cuore sovrabbonda di amore per voi e con la più grande gioia cerco di premunirvi, non io, ma Gesù Cristo. Sono, è vero, incatenato per lui, ma il mio timore si è fatto più grande perché mi vedo ancora imperfetto. La vostra preghiera mi renderà perfetto dinanzi a Dio. Mi affido al Vangelo come alla carne di Cristo, e mi tengo unito al collegio dei presbiteri come agli apostoli. Così potrò ottenere l'eredità a cui la misericordia di Dio mi ha destinato.
 


RESPONSORIO                                  Ef 2, 20. 22. 21
 
R. Sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e
avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù,
*
tutti voi venite edificati per diventare dimora di Dio
nello Spirito.

V. In lui ogni costruzione cresce ordinata per essere
tempio santo del Signore:

R. tutti voi venite edificati per diventare dimora di
Dio nello Spirito.

ORAZIONE
   O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore.
 

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 12-SET-16
 

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