Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Stabat mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
     dum pendébat Fílius.
Cuius ánimam geméntem,
contristátam et doléntem
     pertransívit gládius.
O quam tristis et afflícta
fuit illa benedícta
     mater Unigéniti!
​Quae maerébat et dolébat
pia mater, cum vidébat
     Nati poenas íncliti.
​Quis est homo qui non fleret,
matrem Christi si vidérete
     in tanto supplício?
​Quis non posset contristári,
piam matrem contemplári
     doléntem cum Fílio?
Pro peccátis suae gentis
vidit Iesum in torméntis
     et flagéllis súbditum.
​Vidit suum dulcem Natum
moriéntem, desolátum,
     cum emísit spíritum.
​Christe, cum sit hinc exíre,
da per matrem me veníre
     ad palmam victóriae. Amen


1 ant. La tua destra, Signore,
          e la luce del tuo volto
          hanno salvato i nostri padri.

SALMO 43    Il popolo di Dio nella sventura

In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per
virtù di colui che ci ha amati
(Rm 8, 37).

I    (2-9)

Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
   i nostri padri ci hanno raccontato
     l’opera che hai compiuto ai loro giorni, *
   nei tempi antichi.
Tu, per piantarli, con la tua mano
     hai sradicato le genti, *
   per far loro posto, hai distrutto i popoli.
Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
   né fu il loro braccio a salvarli;
ma il tuo braccio e la tua destra
     e la luce del tuo volto, *
   perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio, *
   che decidi vittorie per Giacobbe.
Per te abbiamo respinto i nostri avversari, *
   nel tuo nome abbiamo annientato
     i nostri aggressori.
Infatti nel mio arco non ho confidato *
   e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
   hai confuso i nostri nemici. In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
   celebrando senza fine il tuo nome.


1 ant. La tua destra, Signore,
          e la luce del tuo volto
          hanno salvato i nostri padri.


2 ant. Il Signore non vi nasconde il suo volto,
          se voi tornate a lui.

II    (10-17)
Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
   e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
   e i nostri nemici ci hanno spogliati.
Ci hai consegnato come pecore da macello, *
   ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
Hai venduto il tuo popolo per niente, *
   sul loro prezzo non hai guadagnato.
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
   scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola dei popoli, *
   su di noi le nazioni scuotono il capo.
L’infamia mi sta sempre davanti *
   e la vergogna copre il mio volto
per la voce di chi insulta e bestemmia, *
   davanti al nemico che brama vendetta.


2 ant. Il Signore non vi nasconde il suo volto,
          se voi tornate a lui.


3 ant. Déstati, Signore,
          non respingerci per sempre.

III    (18-27)
Tutto questo ci è accaduto †
   e non ti avevamo dimenticato, *
   non avevamo tradito la tua alleanza.
Non si era volto indietro il nostro cuore, *
   i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
   e ci hai avvolti di ombre tenebrose.
Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
   e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
   lui che conosce i segreti del cuore?
Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
   stimati come pecore da macello.
Svégliati, perché dormi, Signore? *
   Déstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
   dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Poiché siamo prostrati nella polvere, *
   il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
   salvaci per la tua misericordia.


3 ant. Déstati, Signore,
          non respingerci per sempre.


V. Irradia su di me la luce del tuo volto:

R. insegnami sapienza, o Signore.


PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Ezechiele
12, 1-16

La deportazione del popolo
adombrata in un'azione simbolica
       Un giorno mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchie per udire e non odono, perchè sono una genìa di ribelli.
     Tu, figlio dell'uomo, fa' il tuo bagaglio da deportato e, di giorno, davanti ai loro occhi, prepàrati a emigrare; emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo, davanti ai loro occhi: forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli. Prepara di giorno il tuo bagaglio, come il bagaglio d'un esiliato, davanti ai loro occhi; uscirai però al tramonto, davanti a loro, come partirebbe un esiliato. Fa' alla loro presenza un'apertura nel muro ed esci di lì. Mettiti alla loro presenza il bagaglio sulle spalle ed esci nell'oscurità: ti coprirai la faccia in modo da non vedere il paese, perchè io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti».
     Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio come il bagaglio d'un esiliato e sul tramonto feci un foro nel muro con le mani, uscii nell'oscurità e mi misi il bagaglio sulle spalle sotto i loro occhi.
     Al mattino mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, non t'ha chiesto il popolo d'Israele, quella genìa di ribelli, che cosa stai facendo? Rispondi loro: Così dice il Signore Dio: Quest'oracolo è per il principe di Gerusalemme e per tutti gli Israeliti che vi abitano.
     Tu dirai: Io sono un simbolo per voi; infatti quello che ho fatto a te, sarà fatto a loro; saranno deportati e andranno in schiavitù. Il principe, che è in mezzo a loro, si caricherà il bagaglio sulle spalle, nell'oscurità, e uscirà per la breccia che verrà fatta nel muro per farlo partire; si coprirà il viso per non vedere con gli occhi il paese. Ma io tenderò la mia rete contro di lui ed egli rimarrà preso nei miei lacci: lo condurrò a Babilonia, nel paese dei Caldei, ma egli non la vedrà e là morirà. Disperderò ad ogni vento quanti sono intorno a lui, le sue guardie e tutte le sue truppe, e snuderò dietro a loro la spada. Allora sapranno che io sono il Signore, quando li avrò dispersi fra le genti e li avrò disseminati in paesi stranieri. Tuttavia ne risparmierò alcuni, superstiti alla spada, alla fame e alla peste, perchè raccontino tutte le loro scelleratezze alle genti fra le quali andranno e anch'esse sappiano che io sono il Signore».
 


RESPONSORIO                     Cfr Ez 12 ,15; Sal 88, 31. 33

R. Quando li avrò dispersi fra le genti, e li avrò
disseminati in paesi stranieri,
* allora sapranno che io sono
il Signore.

V. Se abbandoneranno la mia legge e non seguiranno
i miei decreti, punirò il loro peccato:

R. allora sapranno che io sono il Signore.


SECONDA LETTURA
 
​Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate

​(Disc. nella domenica fra l'ottava dell'Assunzione 14-15;
Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 273-274)
 
La Madre di Gesù stava presso la croce      Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35).
     Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l'anima della Madre. Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era spirato, la lancia crudele non potè arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perchè in te la partecipazione alla passione del Figlio, superò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio.
     Non fu forse per te più che una spada quella parola che davvero trapassò l'anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito? Ti fu detto infatti: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del figlio di Dio, un semplice uomo al posto del Dio vero. Come l'ascolto di queste parole non avrebbe trapassato la tua anima tanto sensibile, quando il solo ricordo riesce a spezzare anche i nostri cuori, che pure sono di pietra e di ferro?
     Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria è martire nello spirito. Si meravigli piuttosto colui che non ricorda d'aver sentito Paolo includere tra le più grandi colpe dei pagani che essi furono privi di affetto. Questa colpa è stata ben lontana dal cuore di Maria, e sia ben lontana anche da quello dei sui umili devoti.
     Qualcuno potrebbe forse obiettare: Ma non sapeva essa in antecedenza che Gesù sarebbe morto? Certo. Non era forse certa che sarebbe ben presto risorto? Senza dubbio e con la più ferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribile. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della solidarietà nel dolore della Madre col Figlio, più che del dolore del Figlio stesso di Maria? Egli ha potuto morire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? Nel Figlio operò l'amore superiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l'amore, al quale dopo quello di Cristo nessun altro amore si può paragonare.
 


RESPONSORIO       Cfr. Lc 23, 33; Gv 19, 25; Lc 2, 35

R. Quando giunsero sull'altura del Calvario, lo
crocifissero.
* Presso la croce di Gesù stava sua madre.

V. La spada del dolore trafisse la sua anima.

R. Presso la croce di Gesù stava sua madre.


ORAZIONE      O Dio, tu hai voluto che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, fosse presente la sua Madre Addolorata: fa' che la tua santa Chiesa, associata con lei alla passione di Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 28-AGO-16
 

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