Per molti italiani mandare un sms in Francia è più economico che inviarlo al vicino di casa. Una situazione evidentemente «paradossale» ha detto ieri Corrado Calabrò, presidente dellAutorità per le garanzie nelle Comunicazioni a Stefano Parisi, che guida lassociazione delle società di telecomunicazioni, lAsstel. Il Regolamento comunitario sul prezzo degli sms allinterno dellUnione Europea stabilisce che, dal 1° luglio scorso, un messaggio inviato a un telefonino di un altra nazione dellUnione non costi più di 11 centesimi Iva esclusa, cioè 13,2 centesimi complessivi. Ma questo tetto vale solo per gli sms internazionali. Mentre il 62% degli utenti italiani spende 15 centesimi per ogni sms inviato in Italia. La situazione era nota da tempo. Già da maggio, cioè da quando lAntitrust e lAgcom hanno concluso la loro indagine sul mercato italiano degli sms. Ne era emersa una realtà complessa. Il prezzo medio di un sms inviato in Italia è di 3,5 centesimi. Questo perché il 75% dei 60 miliardi di messaggi di testo inviati nel 2008 è costato meno di un centesimo, in quanto compreso allinterno di un piano tariffario particolare. Sono soprattutto i giovani a sfruttare queste tarriffe, e a mandare più sms. Ma i consumatori più anziani, e meno esperti, restano legati alle offerte base, e quindi pagano ogni messaggio 15 centesimi. A Parisi, Calabrò ha chiesto «collaborazione» per risolvere questa situazione paradossale in un settore che vale 2 miliardi di euro allanno. Il problema non è il costo medio degli sms, ma quello massimo. Asstel si è detta «pronta a collaborare» ma ha chiesto di evitare «interventi autoritarivi » sui prezzi. Non cè stato uno scontro tra Autorità e compagnie, allincontro di ieri, e nella prossima seduta lAgcom valuterà lesito del dialogo e prenderà le sue decisioni. Un tetto ai prezzi dei messaggi, chiesto anche ieri dallAdiconsum, resta unipotesi sul tavolo. Lindagine di Antitrust e Agcom si era conclusa con la constatazione che «cè spazio per raggiungere i consumatori con una politica dei prezzi più bassi» anche perché il mercato degli sms ha una «notevole prospettiva di crescita» indicata dai «confronti internazionali». Il mercato può crescere anche in Italia, dove solo il 52,1% dei 90 milioni di schede Sim (in media una e mezza per abitante) manda almeno un sms allanno. Mr Prezzi, Roberto Sambuco, aveva già tentato di convincere le compagnie a tagliare il costo dei messaggi, convocandole a settembre, ma senza arrivare a un risultato. Possibile che il dialogo con lAgcom abbia miglior successo.