Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
O apostoli di Cristo,
colonna e fondamento
della città di Dio!
Dall’umile villaggio
di Galilea salite
alla gloria immortale.
Vi accoglie nella santa
Gerusalemme nuova
la luce dell’Agnello.
La Chiesa che adunaste
col sangue e la parola
vi saluta festante;
ed implora: fruttifichi
il germe da voi sparso
per i granai del cielo.
Sia gloria e lode a Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen


1 ant. Tu solo, Signore, hai compiuto meraviglie:
           eterna è la tua misericordia.

SALMO 135,  1-9  (I)    Inno pasquale

Narrare le gesta del Signore significa lodarlo
​(Cassiodoro).
Lodate il Signore perché è buono: *
   eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio degli dèi: *
   eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore dei signori: *
   eterna è la sua misericordia.
Egli solo ha compiuto meraviglie: *
   eterna è la sua misericordia.
Ha creato i cieli con sapienza: *
   eterna è la sua misericordia.
Ha stabilito la terra sulle acque: *
   eterna è la sua misericordia.
Ha fatto i grandi luminari: *
   eterna è la sua misericordia.
Il sole per regolare il giorno: *
   eterna è la sua misericordia;
la luna e le stelle per regolare la notte: *
   eterna è la sua misericordia.


1 ant. Tu solo, Signore, hai compiuto meraviglie:
           eterna è la tua misericordia.


2 ant. Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo
          con mano potente e braccio disteso.

II   (10-15)
Percosse l’Egitto nei suoi primogeniti: *
    eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele: *
   eterna è la sua misericordia;
con mano potente e braccio teso: *
    eterna è la sua misericordia.
Divise il Mar Rosso in due parti: *
    eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele: *
    eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel Mar Rosso: *
    eterna è la sua misericordia.


2 ant. Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo
          con mano potente e braccio disteso.


3 ant. Lodate il Dio del cielo;
          egli ci ha liberati dai nostri nemici.

III   (16-26)
Guidò il suo popolo nel deserto: *
   eterna è la sua misericordia.
​Percosse grandi sovrani: *
   eterna è la sua misericordia;
​uccise re potenti: *
   eterna è la sua misericordia.
Seon, re degli Amorrèi: *
   eterna è la sua misericordia.
Og, re di Basan: *
   eterna è la sua misericordia.
Diede in eredità il loro paese: *
   eterna è la sua misericordia;
in eredità a Israele suo servo: *
   eterna è la sua misericordia.
​Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: *
   eterna è la sua misericordia;
ci ha liberati dai nostri nemici: *
   eterna è la sua misericordia.
Egli dà il cibo ad ogni vivente: *
   eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio del cielo: *
   eterna è la sua misericordia.


3 ant. Lodate il Dio del cielo;
          egli ci ha liberati dai nostri nemici.


V. Additami, Signore, le tue vie,

R. insegnami i tuoi sentieri.

PRIMA LETTURA  
Dal libro di Giosuè
24, 1-7. 13-28

Si rinnova l’alleanza nella terra promessa  
   Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele in Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi del popolo, che si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo: «Dice il Signore, Dio d’Israele: I vostri padri, come Terach, padre di Abramo e padre di Nacor, abitarono dai tempi antichi oltre il fiume e servirono altri dèi. Io presi il padre vostro Abramo da oltre il fiume e gli feci percorrere tutto il paese di Canaan; moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco. Ad Isacco diedi Giacobbe ed Esaù e assegnai ad Esaù il possesso delle montagne di Seir; Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto.
   Poi mandai Mosè e Aronne e colpii l’Egitto con i prodigi che feci in mezzo ad esso; dopo vi feci uscire. Feci dunque uscire dall’Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare. Gli Egiziani inseguirono i vostri padri con carri e cavalieri fino al Mare Rosso. Quelli gridarono al Signore ed egli pose fitte tenebre fra voi e gli Egiziani; spinsi sopra loro il mare, che li sommerse, i vostri occhi videro ciò che io avevo fatto agli Egiziani. Dimoraste lungo tempo nel deserto.
   Vi diedi una terra, che voi non avevate lavorato, e abitate in città, che voi non avete costruito, e mangiate i frutti delle vigne e degli oliveti che non avete piantato. Temete dunque il Signore e servitelo con integrità e fedeltà; eliminate gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume e in Egitto e servite il Signore. Se vi dispiace di servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire: se gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel paese dei quali abitate. Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore».
   Allora il popolo rispose e disse: «Lungi da noi l’abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché il Signore nostro Dio ha fatto uscire noi e i padri nostri dal paese d’Egitto, dalla condizione servile, ha compiuto quei grandi miracoli dinanzi agli occhi nostri e ci ha protetti per tutto il viaggio che abbiamo fatto e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano il paese. Perciò anche noi vogliamo servire il Signore, perché egli è il nostro Dio».
   Giosuè disse al popolo: «Voi non potrete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati. Se abbandonerete il Signore e servirete dèi stranieri, egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi consumerà».
   Il popolo disse a Giosuè: «No! Noi serviremo il Signore».
   Allora Giosuè disse al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto il Signore per servirlo!».
   Risposero: «Siamo testimoni!».
   Giosuè disse: «Eliminate gli dèi dello straniero, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il cuore verso il Signore, Dio d’Israele!».
   Il popolo rispose a Giosuè: «Noi serviremo il Signore nostro Dio e obbediremo alla sua voce!».
   Giosuè in quel giorno concluse un’alleanza per il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem. Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore. Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco, questa pietra sarà una testimonianza per noi, perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha detto; essa servirà quindi da testimonio contro di voi, perché non rinneghiate il vostro Dio».
   Giosuè rimandò il popolo, ognuno al proprio territorio.
 

RESPONSORIO                  Gs 24,16.24; 1 Cor 8,5-6                      

R. Lungi da noi l’abbandonare il Signore per servire
altri dèi;
* noi serviremo il Signore nostro Dio e
obbediremo alla sua voce!

V. Anche se vi sono cosiddetti dèi nel cielo e sulla
terra, per noi c’è un solo Dio.

R. Noi serviremo il Signore nostro Dio e obbediremo
alla sua voce!

SECONDA LETTURA  
Dai «Trattati sul vangelo di Matteo» di san Cromazio,
vescovo


(Tratt. 5, 1. 3-4; CCL 9, 405-407)  

Voi siete la luce del mondo  
   «Voi siete la luce del mondo. Non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt 5, 14-15).
   Il Signore ha chiamato i suoi discepoli «sale della terra», perché hanno dato sapore, per mezzo della sapienza celeste, ai cuori degli uomini resi insipidi dal diavolo. Ora li chiama anche «luce del mondo» perché, illuminati da lui stesso che è la luce vera ed eterna, sono diventati, a loro volta, luce che splende nelle tenebre.
   Egli è il sole di giustizia. Molto giustamente quindi chiama luce del mondo anche i suoi discepoli, in quanto, per mezzo loro, come attraverso raggi splendenti, ha illuminato tutta la terra con la luce della sua verità. Diffondendo la luce della verità, essi hanno tolto le tenebre dell’errore dai cuori degli uomini.
   Anche noi siamo stati illuminati per mezzo di loro, così da trasformarci da tenebre in luce, come dice l’Apostolo: «Se un tempo eravate tenebra, ora invece siete luce nel Signore: comportatevi perciò come i figli della luce» (Ef 5, 8). E ancora: Voi non siete figli della notte e delle tenebre, ma figli della luce del giorno (cfr. 1 Ts 5, 5). Ben a ragione quindi anche san Giovanni ha lasciato scritto nella sua lettera: «Dio è luce» (1 Gv 1, 5) e chi rimane in Dio si trova nella luce. Poiché dunque ci rallegriamo di essere stati liberati dalle tenebre dell’errore, è logico che quali figli della luce dobbiamo camminare sempre in essa.
   Per questo l’Apostolo dice ancora: Risplendete come astri in questo mondo, attenendovi fedelmente alla parola di vita (cfr. Fil 2, 15-16).
   Se non faremo questo, noi nasconderemo e oscureremo con il velo della nostra infedeltà, a danno nostro e degli altri, quella luce che splende a utilità di tutti. Sappiamo infatti, e lo abbiamo anche letto, che quel servo, invece di portare in banca il talento ricevuto per guadagnarsi il cielo, aveva preferito nasconderlo, e così fu colpito da giusto castigo.
   Quella lucerna spirituale che è stata accesa perché ne usiamo a nostra salvezza, deve sempre risplendere in noi. Abbiamo a nostra disposizione la lucerna dei comandamenti di Dio e della grazia spirituale, di cui Davide dice: Il tuo comandamento è lucerna ai miei piedi e luce nei miei sentieri (cfr. Sal 118, 105). Di questa parla anche Salomone quando afferma: Il comando della legge è come una lucerna (cfr. Pro 6, 23). Non dobbiamo quindi tener nascosta questa lucerna della legge e della fede. Dobbiamo anzi tenerla alta nella Chiesa, come sopra un candelabro, affinché sia di salvezza a molti, perché noi stessi ci confortiamo alla luce della stessa verità e tutti i credenti ne siano illuminati.
 

RESPONSORIO                                     At 11,23-24                                          

R. Quando Barnaba giunse ad Antiochia e vide la
grazia del Signore, si rallegrò:
* era un uomo virtuoso,
pieno di Spirito Santo e di fede.

V. Esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel
Signore:

R. era un uomo virtuoso, pieno di Spirito Santo e di
fede.

ORAZIONE  
   O Dio, che hai scelto san Barnaba, pieno di fede e di Spirito Santo, per convertire i popoli pagani, fa’ che sia sempre annunziato fedelmente, con la parola e con le opere, il vangelo di Cristo, che egli testimoniò con coraggio apostolico. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 06-GIU-16
 

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