Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.


1 ant. Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.


SALMO 144    Lode alla Maestà divina

Imperscrutabili sono le ricchezze di Cristo. Si manifesta
per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio,
secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo
nostro Signore
(cfr. Ef 3, 8-11).  


I    (1-9) O Dio, mio re, voglio esaltarti *
   e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno, *
   lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore *
   e degno di ogni lode,
la sua grandezza *
   non si può misurare.
Una generazione narra all’altra le tue opere, *
   annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria *
   e raccontano i tuoi prodigi.
​Dicono la stupenda tua potenza *
   e parlano della tua grandezza.
Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, *
   acclamano la tua giustizia.
Paziente e misericordioso è il Signore, *
   lento all’ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti, *
   la sua tenerezza si espande su tutte le creature.


1 ant. Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.


2 ant. Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.

II    (10-13)
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere *
   e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno *
   e parlino della tua potenza,
​per manifestare agli uomini i tuoi prodigi *
   e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli, *
   il tuo dominio si estende ad ogni generazione.


2 ant. Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.


3 ant. Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.

III    (14-21)
​Fedele è il Signore in tutte le sue parole, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano *
   e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa *
   e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano *
   e sazi la fame di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano, *
   a quanti lo cercano con cuore sincero.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono, *
   ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore protegge quanti lo amano, *
   ma disperde tutti gli empi.
​Canti la mia bocca *
   la lode del Signore.
Ogni vivente benedica il suo nome santo, *
   in eterno e sempre.


3 ant. Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.


V. Ascolta, figlio, le mie parole,

R. porgi l’orecchio al mio discorso.

PRIMA LETTURA  
Dal libro dei Giudici
2, 6 – 3, 4

Situazione generale al tempo dei giudici  
   In quei giorni, quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono, ciascuno nel suo territorio, a prendere in possesso il paese. Il popolo servì il Signore durante tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che avevano visto tutte le grandi opere, che il Signore aveva fatto in favore d’Israele.
   Poi Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni e fu sepolto nel territorio, che gli era toccato a Timnat-Cheres sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas. Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; dopo di essa ne sorse un’altra, che non conosceva il Signore, né le opere che aveva compiute in favore d’Israele. Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal; abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e seguirono altri dèi tra quelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore, abbandonarono il Signore e servirono Baal e Astarte. Allora si accese l’ira del Signore contro Israele e li mise in mano a razziatori, che li depredarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno, ai quali non poterono più tener testa. Dovunque uscivano in campo, la mano del Signore era contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore aveva loro giurato: furono ridotti all’estremo. Allora il Signore fece sorgere dei giudici, che li liberassero dalle mani di quelli che li depredavano. Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via battuta dai loro padri, i quali avevano obbedito ai comandi del Signore: essi non fecero così. Quando il Signore suscitava loro dei giudici, egli era con il giudice e li liberava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice; perché il Signore si lasciava commuovere dai loro gemiti sotto il giogo dei loro oppressori. Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, seguendo altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro, non desistendo dalle loro pratiche e dalla loro condotta ostinata. Perciò l’ira del Signore si accese contro Israele e disse: «Poiché questa nazione ha violato l’alleanza che avevo stabilita con i loro padri e non hanno obbedito alla mia voce, nemmeno io scaccerò più dinanzi a loro nessuno dei popoli, che Giosuè lasciò quando morì. Così, per mezzo loro, metterò alla prova Israele, per vedere se cammineranno o no sulla via del Signore, come fecero i loro padri».
   Il Signore lasciò quelle nazioni senza affrettarsi a scacciarle e non le mise nelle mani di Giosuè.
   Queste sono le nazioni che il Signore risparmiò allo scopo di mettere per mezzo loro alla prova Israele, cioè quanti non avevano visto le guerre di Canaan. Ciò avvenne soltanto per l’istruzione delle nuove generazioni degli Israeliti, perché imparassero la guerra, quelli, per lo meno, che prima non l’avevano mai vista: i cinque capi dei Filistei, tutti i Cananei, quelli di Sidóne e gli Evei, che abitavano le montagne del Libano, dal monte Baal-Ermon fino all’ingresso di Camat. Queste nazioni servirono a mettere Israele alla prova per vedere se Israele avrebbe obbedito ai comandi, che il Signore aveva dato ai loro padri per mezzo di Mosè.
 

RESPONSORIO                                      Sal 105, 40. 41. 44. 45; cfr. Gdc 2, 16  

R. L’ira del Signore si accese contro il popolo e lo
diede in balìa delle nazioni. Ma egli guardò alla loro
angoscia quando udì il loro grido.
* Si ricordò della
sua alleanza per il suo grande amore.

V. Il Signore fece sorgere dei giudici, che li liberavano
dalle mani di chi li spogliava.

R. Si ricordò della sua alleanza per il suo grande
amore.

SECONDA LETTURA  
Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano,
vescovo e martire


(Nn. 4-6; CSEL 3, 268-270)

La preghiera prorompa da un cuore umile  
   Per coloro che pregano, le parole e la preghiera siano fatte in modo da racchiudere in sé silenzio e timore. Pensiamo di trovarci al cospetto di Dio. Occorre essere graditi agli occhi divini sia con la posizione del corpo, sia con il tono della voce. Infatti come è da monelli fare fracasso con schiamazzi, così al contrario è confacente a chi è ben educato pregare con riserbo e raccoglimento. Del resto, il Signore ci ha comandato e insegnato a pregare in segreto, in luoghi appartati e lontani, nelle stesse abitazioni. È infatti proprio della fede sapere che Dio è presente ovunque, che ascolta e vede tutti, e che con la pienezza della sua maestà penetra anche nei luoghi nascosti e segreti, come sta scritto: Io sono il Dio che sta vicino, e non il Dio che è lontano. Se l’uomo si sarà nascosto in luoghi segreti, forse per questo io non lo vedrò? Forse che io non riempio il cielo e la terra? (cfr. Ger 23, 23-24). E ancora: In ogni luogo gli occhi del Signore osservano attentamente i buoni e i cattivi (cfr. Pro 15, 3).
   E allorché ci raduniamo con i fratelli e celebriamo con il sacerdote di Dio i divini misteri dobbiamo rammentarci del rispetto e della buona educazione: non sventolare da ogni parte le nostre preghiere con voci disordinate, né pronunziare con rumorosa loquacità una supplica che deve essere affidata a Dio in umile e devoto contegno. Dio non è uno che ascolta la voce, ma il cuore. Non è necessario gridare per richiamare l’attenzione di Dio, perché egli vede i nostri pensieri. Lo dimostra molto bene quando dice: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore?» (Mt 9, 4). E in altro luogo dice: «E tutte le chiese sapranno che io sono colui che scruta gli affetti e i pensieri» (Ap 2, 23).
   Per questo nel primo libro dei Re, Anna, che conteneva in sé la figura della Chiesa, custodiva e conservava quelle cose che chiedeva a Dio, non domandandole a gran voce, ma sommessamente e con discrezione, anzi, nel segreto stesso del cuore. Parlava con preghiera nascosta, ma con fede manifesta. Parlava non con la voce, ma con il cuore, poiché sapeva che così Dio ascolta. Ottenne efficacemente ciò che chiese, perché domandò con fiducia. Lo afferma chiaramente la divina Scrittura: Pregava in cuor suo e muoveva soltanto le sue labbra, ma la voce non si udiva, e l’ascoltò il Signore (cfr. 1 Sam 1, 13). Allo stesso modo leggiamo nei salmi: Parlate nei vostri cuori, e pentitevi sul vostro giaciglio (cfr. Sal 4, 5). Per mezzo dello stesso Geremia lo Spirito Santo consiglia e insegna dicendo: Tu, o Signore, devi essere adorato nella coscienza (cfr. Bar 6, 5).
   Pertanto, fratelli dilettissimi, chi prega non ignori in quale modo il pubblicano abbia pregato assieme al fariseo nel tempio. Non teneva gli occhi alzati al cielo con impudenza, non sollevava smodatamente le mani, ma picchiandosi il petto e condannando i peccati racchiusi nel suo intimo, implorava l’aiuto della divina misericordia. E mentre il fariseo si compiaceva di se stesso, fu piuttosto il pubblicano che meritò di essere giustificato, perché pregava nel modo giusto, perché non aveva riposto la speranza di salvezza nella fiducia della sua innocenza, dal momento che nessuno è innocente. Pregava dopo aver confessato umilmente i suoi peccati. E così colui che perdona agli umili ascoltò la sua preghiera.
 

RESPONSORIO

R. Ecco il nostro atteggiamento dinanzi a Dio e ai
suoi angeli:
* nel salmodiare, il nostro spirito s’intoni
con la voce.

V. Non per le molte parole, ma per la purezza del
cuore e la compunzione profonda sappiamo di essere
esauditi:

R. nel salmodiare, il nostro spirito s’intoni con la
voce.

INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.

* Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.

* Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.

* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.

ORAZIONE
   O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 03-GIU-16
 

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