Liturgia delle ore - Anno C (2015-2016)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
O Cristo, Verbo del Padre,
re glorioso fra gli angeli,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
Cibo e bevanda di vita,
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
Illumina col tuo Spirito
l’oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.


1 ant. La tua parola, Signore,       
          è scudo per chi si rifugia in te.

SALMO 17, 31-51    Ringraziamento a Dio salvatore

Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?
(Rm 8, 31).

IV    (31-35)
La via di Dio è diritta, †
   la parola del Signore è provata al fuoco; *
   egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Infatti, chi è Dio, se non il Signore? *
   O chi è rupe, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore *
   e ha reso integro il mio cammino;
mi ha dato agilità come di cerve, *
   sulle alture mi ha fatto stare saldo;
ha addestrato le mie mani alla battaglia, *
   le mie braccia a tender l’arco di bronzo.


1 ant. La tua parola, Signore,       
          è scudo per chi si rifugia in te.


2 ant. La tua destra mi sostiene, o Signore.

V    (36-46)
Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, †
   la tua destra mi ha sostenuto, *
   la tua bontà mi ha fatto crescere.
Hai spianato la via ai miei passi, *
   i miei piedi non hanno vacillato.
Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, *
   non sono tornato senza averli annientati.
Li ho colpiti e non si sono rialzati, *
   sono caduti sotto i miei piedi.
Tu mi hai cinto di forza per la guerra, *
   hai piegato sotto di me gli avversari.
Dei nemici mi hai mostrato le spalle, *
   hai disperso quanti mi odiavano.
Hanno gridato e nessuno li ha salvati, *
   al Signore, ma non ha risposto.
Come polvere al vento li ho dispersi, *
   calpestati come fango delle strade.
Mi hai scampato dal popolo in rivolta, *
   mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito; *
   all’udirmi, subito mi obbedivano, stranieri cercavano il mio favore, †
   impallidivano uomini stranieri *
   e uscivano tremanti dai loro nascondigli.


2 ant. La tua destra mi sostiene, o Signore.


3 ant. Viva il Signore:
          benedetto il Dio della mia salvezza.

VI    (47-51)
Viva il Signore e benedetta la mia rupe, *
   sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Dio, tu mi accordi la rivincita †
   e sottometti i popoli al mio giogo, *
   mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare *
   e mi liberi dall’uomo violento.
Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli *
   e canterò inni di gioia al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie, †
   si mostra fedele al suo consacrato, *
   a Davide e alla sua discendenza per sempre.


3 ant. Viva il Signore:
          benedetto il Dio della mia salvezza.


V. Togli il velo ai miei occhi, Signore:

R. scruterò i prodigi della tua legge.

PRIMA LETTURA
Dal libro di Giobbe
38, 1-30  

Dio confuta Giobbe  
   Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine:
Chi è costui che vuole offuscare il consiglio
con parole insipienti?
Cingiti i fianchi come un prode,
io t’interrogherò e tu mi istruirai.
Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
quando lo circondavo di nubi per veste
e di densa caligine per fasce?
Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde».
Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota via i malvagi?
Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
È sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra funerea?
Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d’oriente sulla terra?
Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c’è nessuno,
per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?
Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?
Dal seno di chi è uscito il ghiaccio
e la brina del cielo chi l’ha generata?
Come pietra le acque induriscono
e la superficie dell’abisso si raggela.
 

RESPONSORIO                                                              Cfr. Gb 38,3; Rm 9,20                                    
 

R. Cingiti i fianchi come un eroe, io ti interrogherò
e tu mi risponderai.
* O uomo, chi sei tu per disputare
con Dio?

V. Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo
plasmò: Perché mi hai fatto così?

R. O uomo, chi sei tu per disputare con Dio?

SECONDA LETTURA
Dal «Commento al libro di Giobbe» di san Gregorio
Magno, papa


(Lib. 29, 2-4; PL 76, 478-480)

La Chiesa avanza come aurora che sorge
   Il primo albore o aurora fa passare dalle tenebre alla luce; per questo non senza ragione con il nome di alba o aurora è designata tutta la Chiesa degli eletti. Infatti passa dalla notte dell’infedeltà alla luce della fede a somiglianza dell’aurora e dopo le tenebre si apre al giorno con lo splendore della luce superna.
   Perciò ben si legge nel Cantico dei Cantici: «Chi è costei che sorge come l’aurora?» (Ct 6, 10). La santa Chiesa, che aspira ai beni della vita eterna, è chiamata aurora, perché, mentre lascia le tenebre del peccato, brilla della luce della santità.
   Ma abbiamo ancora qualcosa di più profondo da considerare nella figura dell’alba e dell’aurora. L’aurora infatti o il primo mattino annunziano che è trascorsa la notte, e tuttavia non mostrano ancora tutto lo splendore del giorno; ma mentre cacciano la notte e accolgono il giorno, conservano la luce mescolata con le tenebre.
   Che cosa dunque siamo in questa vita noi tutti che seguiamo la verità, se non l’aurora o l’alba? Poiché facciamo già alcune opere della luce, ma in alcune altre siamo ancora impigliati nei rimasugli delle tenebre.
   Per questo il profeta dice a Dio: «Nessun vivente davanti a te è giusto» (Sal 142, 2). E ancora è scritto: «Tutti quanti manchiamo in molte cose» (Gc 3, 2).
   Perciò Paolo, dopo aver detto: «La notte è avanzata », non ha affatto soggiunto: Il giorno è venuto, ma: «Il giorno è vicino» (Rm 13, 12). Chi infatti afferma che la notte è trascorsa e che il giorno non è ancora venuto mostra senza dubbio di trovarsi ancora nell’aurora, cioè dopo le tenebre e prima del sole.
   La santa Chiesa degli eletti sarà in pieno giorno, quando ad essa non sarà più mescolata l’ombra del peccato. Sarà completamente giorno, quando splenderà di ardore perfetto e di luce interiore.
   Perciò l’aurora viene anche presentata come una fase di transizione, quando è detto: «E hai assegnato il posto all’aurora» (Gb 38, 12). Chi viene chiamato ad occupare un nuovo posto passa da una posizione a un’altra. Ma che cos’è il posto dell’aurora, se non la perfetta chiarezza della visione eterna? Quando sarà condotta a questo luogo, l’aurora non avrà più ormai nulla delle tenebre della notte trascorsa.
   Il luogo verso il quale tende l’amore è enunziato dal salmista quando dice: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente, quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Sal 41, 2).
   Verso questo luogo già conosciuto si affrettava l’aurora, lo affermava Paolo quando diceva di avere la brama di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo. E soggiungeva: «Per me il vivere è Cristo, e il morire un guadagno» (Fil 1, 21).
 

RESPONSORIO                                                                      Fil 1,3.6.9                                                    
 

R. Colui che ha iniziato in voi l’opera buona, la porterà
a compimento
* fino al giorno del Cristo Signore.

V. Prego che la vostra carità si arricchisca sempre
più in conoscenza e in ogni genere di discernirnento,

R. fino al giorno del Cristo Signore.

ORAZIONE
   O Dio, che nella tua provvidenza tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza, allontana da noi ogni male e dona ciò che giova al nostro vero bene. Per il nostro Signore.

       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 22-MAG-16
 

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