Sussidio Quaresima Pasqua 2016 - Ufficio liturgico nazionale
10 febbraio
Mercoledì delle Ceneri
Il tempo quaresimale si introduce con un forte invito della Parola di Dio, proclamata nella liturgia eucaristica, ad intraprendere un cammino di verità nella vita, che domanda una nuova disponibilità ad essere raggiunti da un annuncio, per permettere alla luce dello Spirito di svelare i sentieri interrotti del nostro cuore, oltre ai passi di vita nuova che ciascuno può compiere, sorretto dalla grazia di Dio che precede e accompagna.
L’appello del testo di Gioele a “ritornare al Signore con tutto il cuore” è così un invito accorato a ritrovare un nuovo centro dell’esistenza, attorno al quale ricostruire le relazioni fondamentali che compongono la vita e l’autenticità dei gesti che la caratterizzano. Non si tratta di un’impresa “pelagiana”, radicata unicamente nella forza di una volontà solo umana. È lo Spirito di Dio, al contrario, che accompagna la vicenda personale di ogni uomo ed è nella docilità alla sua azione che risiede il segreto per ogni cammino di conversione o di rinnovamento dell’esistenza. “Lo Spirito Santo […] ci decentra dal nostro io, aprendoci all’amore di Dio e agli orizzonti universali del suo Regno. Egli porta a compimento l’opera di Cristo compiendo ogni santificazione: è nella sua potenza che si realizza l’Eucaristia, ma è nella sua potenza che si realizza anche la Chiesa” (Traccia CEN).
Accogliere l’azione dello Spirito comporta fare i conti con uno sguardo nuovo su stessi, sugli altri, sull’Altro, uno sguardo non più ossessionato dalla ricerca dell’apparenza o guidato da criteri di riconoscimento sociale, ma catturato e profondamente pervaso dalla certezza che la vita di ciascuno è dall’Altro ed è per gli altri. L’elemosina, la preghiera e il digiuno, che il Vangelo odierno considera quali pratiche attraverso le quali realizzare la giustizia nuova del Regno, rappresentano un’opportunità preziosa perché ogni credente possa attraversare il tempo quaresimale e poi tutta l’esistenza, esercitandosi a dare corpo a gesti e parole, ad uno stile insomma, che, se ha caratterizzato l’esistenza di Gesù, il Signore risorto, nondimeno dovrà contraddistinguere quella dei suoi discepoli di ogni tempo.
La Quaresima ci riporta, in tal senso, alla natura operosa della vita cristiana, nella quale il Vangelo assume il volto e la forma che l’esistenza credente riesce a dargli. Proprio a questo ci richiama Papa Francesco quando ricorda che “la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo” (Messaggio Quaresima 2016).
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 27-GEN-17
 

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