Il Made in Italy passa anche per un dominio, quel .it che identifica i siti internet italiani. Anche se sono ancora pochi, ossia l1,4 per cento dei cittadini e il 50,9 per cento delle aziende, usano una casella di posta elettronica personalizzata. I dati emergono da una campagna promossa dallIstituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle Ricerche (Iit-Cnr), presentata nei giorni scorsi a Roma, che partirà a novembre e sarà condotta in due fasi, rivolgendosi a dieci milioni di italiani. La prima fase si focalizzerà su quotidiani e radio; la seconda, tra gennaio e febbraio, coprirà radio e periodici. In realtà, come spiega Giorgio De Luca, presidente della Light (la società che curerà la campagna) avere un proprio dominio, con delle caselle di posta elettronica, favorisce la visibilità nel vasto mondo della rete e garantisce di più la privacy, visto che dietro ogni dominio cè un organo istituzionale. Molto interessante, poi, è lincidenza che emerge dallo studio. Per quel che riguarda le aziende, la loro penetrazione delluso del web è del 66,8 per cento (il 93 per cento per imprese con più di cinque addetti); al Nord (70 per cento) più che al Centro (63,8) o al Sud (59,7). Il settore più connesso è quello immobiliare (87,8 per cento). Alta la frequenza duso: il 79,2 per cento delle imprese usa la rete tutti i giorni e il 7,6 per cento spesso. Altro dato interessante è quello della popolazione: luso del web raggiunge solo il 52,6 per cento del campione, un dato che coincide con una recente ricerca promossa dallOsservatorio permanente sui contenuti digitali. Gli uomini (66,6 per cento) navigano più delle donne (40 per cento) e al Nord (53,6 per cento) la rete è più usata rispetto al Centro (52,9 per cento) e al Sud (51,2 per cento). Alta la frequenza duso: il 53,1 per cento, infatti, si connette quotidianamente. Come per le aziende, anche tra la popolazione lattività più frequente è ricercare informazioni (45,1 per cento), seguita dalla posta elettronica (37,5 per cento), dal lavoro (36,3) e dallo svago (27 per cento). Il 23,6 per cento del campione usa la rete anche per comunicare e socializzare, mentre lo studio si ferma al 12,6 per cento.