SUSSIDIO AVVENTO 2015 - Ufficio liturgico nazionale
3 gennaio
II domenica dopo Natale
Dio creatore insegna misericordia per il creato

Dio onnipotente ed eterno, luce dei credenti, riempi della tua gloria il mondo intero,
e rivelati a tutti i popoli nello splendore della tua verità
Colletta propria  
 
La recente enciclica Laudato sì ha procurato l’occasione per una riflessione diffusa sul tema della custodia del creato. Senza piegare la liturgia a pratiche pur lodevoli di esortazione morale o comunicazione catechetica, le letture e le orazioni del giorno offrono senza dubbio una via per celebrare quanto risuona nella citata lettera di Papa Francesco.
La custodia del creato è infatti uno dei volti del mistero della misericordia divina alla quale siamo chiamati. In particolare - proclamando la prima lettura prevista (Sir 24) - accogliamo l’annuncio della presenza creatrice della Sapienza divina, sin dal principio. Il mistero dell’Incarnazione del Signore richiede questo allargamento di sguardo: il Verbo è infatti questa stessa Sapienza (Gv 1,2-3) e assumendo un corpo si è inserito nel delicato equilibrio ecologico dei viventi. Il legame tra ecologia e pace risulta quindi attinente al mistero del Natale.
 
La liturgia mostra di avere un legame stretto con la custodia del creato. Non solo il rito resiste alla spiritualità che elegge pratiche disincarnate a preferenza della cura unitaria della vita. Essa ha da sempre bisogno dei beni della terra per esistere (acqua, olio, vino, pane, cera, fuoco) e delle realtà materiali (edifici, altari, libri, spazi), soprattutto ha bisogno del corpo (carne, voce, mani, comunità, canto), perché il creato sia coinvolto nella preghiera e nelle azioni simboliche sacramentali (entrare, bagnare, evocare, muoversi, mangiare, bere, toccare, disperdersi).
Nella Veglia Pasquale è evidente quanto la creazione buona accompagni i credenti nel mistero (buio-luce; la cera come opus dell’ape simbolo del dono di sé, il silenzio ed il ricordo grazie alla parola, l’acqua che fa rinascere). Così anche in questa Eucaristia sarebbe utile far emergere il valore simbolico di mediazione affidato ai beni della natura, nelle monizioni, nell’omelia, nelle preghiere dei fedeli, nella valorizzazione del decoro floreale.
 
Prima dell’inizio della liturgia, un lettore - non dall’ambone - potrebbe offrire una monizione d’inizio, con queste o simili parole:
“La seconda domenica di Natale ci invita a celebrare una dimensione decisiva della salvezza. Il Verbo che si è fatto carne ha abitato in mezzo a noi, cioè anche nel nostro creato. Senza cura della natura non c’è pace duratura, non c’è amore per il creatore. Entriamo in questa eucaristia chiedendo a Dio il dono della sua misericordia per noi uomini, custodi del creato”.
   
Si suggerisce, se si ritiene opportuno, il gesto dell’offerta dell’olio. Elemento ottenuto dalla fecondità della terra, l’olio è capace, senza bisogno di inutili e stucchevoli spiegazioni, di simboleggiare la felice relazione con una terra amata e coltivata con sapienza, che dà frutti preziosi per la nutrizione, la medicina, la bellezza ed il sostentamento. Con esso si alimenti se possibile una lampada posta sull’altare.
Suggeriamo che si assumano le orazioni proposte dal Benedizionale in occasione della Benedizione in occasione delle Quattro Tempora (n.1816), per la stagione invernale, già celebrata il mercoledì, il venerdì e il sabato dopo la terza domenica di Avvento. Non si tratta dunque di ripetere ma di assumerne una breve parte, che pare così consonante con lo spirito della liturgia odierna.
Al termine della Preghiera dei fedeli, l’olio sia recato da un fedele al ministro. Chi presiede l’eucaristia lo benedice e conclude il momento utilizzando il testo ricchissimo della benedizione proposta al n. 1819. Per la preghiera dei fedeli si può prendere spunto dalle intenzioni suggerite dal Benedizionale in occasione della Giornata del ringraziamento (n. 1857).
 
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1819. Al termine della preghiera dei fedeli, il sacerdote celebrante, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
 
Sii benedetto, Dio onnipotente,
creatore del cielo e della terra:
noi riconosciamo la tua gloria
negli immensi spazi stellari
e nel più piccolo germe di vita
che prorompe dal grembo della terra madre. 
Nelle vicende e nei ritmi della natura
tu continui l‘opera della creazione.
La tua provvidenza senza limiti
si estende alle grandi ere cosmiche
e al breve volgere dei giorni, dei mesi e degli anni.
Ai figli dell‘uomo, fatti a tua immagine
e rigenerati in Cristo a vita nuova,
tu affidi le meraviglie dell‘universo
e doni loro il tuo Spirito,
perché fedeli interpreti del tuo disegno di amore,
ne rivelino le potenzialità nascoste
e ne custodiscano la sapiente armonia
per il bene di tutti.
 
Stendi su di noi la tua mano, o Padre,
perché possiamo attuare un vero progresso
nella giustizia e nella fraternità,
senza mai presumere delle nostre forze.
 
Insegnaci a governare
nel rispetto dell‘uomo e del creato
gli strumenti della scienza e della tecnica
e a condividere i frutti della terra e del lavoro
con i piccoli e i poveri.
 
Veglia su questa casa comune,
perché non si ripetano per colpa nostra
le catastrofi della natura e della storia.
 
Accogli con il pane e il vino
per la santa Eucaristia,
l’offerta votiva dell’olio
segno e primizia della stagione invernale.
Concedi a tutti i tuoi figli
di godere della tua continua protezione
e fa‘ che la società del nostro tempo
ci apra verso orizzonti di vera civiltà
in Cristo uomo nuovo.
 
A te il regno, la potenza e la gloria,
nell’unità dello Spirito Santo
per Cristo nostro Signore,
oggi e nei secoli dei secoli.
 
R. Amen.
 
Con l’olio ricevuto, un ministro alimenta la lampada posta sull’altare, che quindi accende. La celebrazione prosegue come di consueto. 
 
Dopo l’orazione post communio si può pregare insieme ai fedeli la Preghiera per il Giubileo della Misericordia.
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 20-NOV-15
 

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