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Due voci, un solo impegno
di Francesco Zanotti


Due strumenti, un solo obiettivo: cercare la verità, nella libertà, con responsabilità. Si può sintetizza­re in questo assioma l’impegno che o­gni giorno mettono in campo, insieme, i settimanali diocesani e Avvenire. Stes­sa passione, stessa matrice, stesse radi­ci.
  I giornali dei cattolici italiani nascono nella seconda metà dell’Ottocento. Fuo­r i dalla politica, dopo il non expedit, i credenti danno vita a numerose inizia­tive in campo sociale. Fra queste sono da notare, per la loro presenza capillare, nu­merosi settimanali e quotidiani. Oggi, in una situazione per certi versi simile, i fo­gli diocesani e Avvenire giocano il me­desimo ruolo: essere fermento nel mon­do con uno sguardo puntato verso l’al­to.
  Lo si afferma da diverso tempo: il catto­lico che desidera formarsi un’opinione sui temi che l’attualità mette in agenda ogni giorno non può prescindere dagli strumenti della comunicazione sociale che la Chiesa in Italia offre e propone. Non si tratta di volere uniformare il pen­siero, ma di fornire criteri di giudizio per­ché ciascuno abbia elementi sufficienti per giungere a una visione del proprio territorio, dell’intero Paese e del mondo che prenda in considerazione l’uomo, visto nella sua globalità. Se Benedetto XVI ha parlato della necessità di un’«infoetica» (Messaggio per la 42esi­ma Giornata mondiale delle Comuni­cazioni sociali, 2008) significa che nei media si rischia di «non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabi­le dell’uomo», un po’ come avviene nel campo della medicina e della ricerca scientifica. Su queste basi e con l’obiet­tivo chiaro e dichiarato di servire la ve­rità, quella «verità che vi farà liberi» (Gv 8,32), il quotidiano dei cattolici e i setti­manali diocesani svolgono un ruolo complementare a servizio del lettore.
  Fra i diversi strumenti promossi dalla Chiesa italiana si realizza uno scambio bidirezionale fruttuoso per tutti. E Av­venire, assieme all’agenzia di informa­zione Sir, costituisce un punto di riferi­mento importante per quanti operano nei periodici diocesani.
  Il futuro potrà essere costituito sempre di più da azioni comuni, a cominciare dalla conoscenza e dalla diffusione. Da un lato si è chiamati a realizzare giorna­li belli, leggibili, in grado di competere sul mercato dei media. Dall’altro non si può non pensare a come farli conosce­re. Dal 2004, la Chiesa italiana con il Di­rettorio sulle comunicazioni sociali par­la degli «animatori della comunicazio­ne e della cultura» come di coloro che, in parrocchia, nelle associazioni e nei movimenti, sono chiamati a svolgere un ruolo di mediazione fra i fedeli e il mon­do della cultura inteso in senso ampio, mass media compresi.
  Uno dei progetti realizzabili da subito è quello dell’abbonamento congiunto: Avvenire e settimanale diocesano insie­me. In qualche diocesi è in corso la spe­rimentazione. Potrebbe costituire una svolta per il futuro. Basta crederci.
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 14-OTT-09
 

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