SUSSIDIO AVVENTO 2015 - Ufficio liturgico nazionale
20 dicembre
IV domenica di Avvento
La misericordia invita a uscire

O Dio, che hai scelto l‘umile figlia di Israele per farne la tua dimora,
dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere,
perché imitando l‘obbedienza del Verbo venuto nel mondo per servire,
esulti con Maria per la tua salvezza
e si offra a te in perenne cantico di lode.
(Colletta, MR p. 965)  
 
La quarta domenica di Avvento ha sempre un’attenzione alla Vergine Maria; nell’anno A attraverso la narrazione del travaglio personale e famigliare di Giuseppe, nell’anno B con la proclamazione del vangelo dell’annunciazione, nel corrente anno C con la visitazione.
 
La liturgia di questi giorni è arricchita dalla feconda teologia espressa dai testi della Liturgia delle Ore e dalla proposta tradizionale della Novena di Natale. Si snoda in tappe narrative e tematiche un vero ed intenso percorso che avvicina al mistero dell’Incarnazione del Figlio, attraverso la vicenda di numerosi testimoni. Così presenta il cammino il Lezionario:
 
«Nell‘ultima settimana prima del Natale, si leggono brani del Vangelo di Matteo (cap. 1) e di Luca (cap. 1) che propongono il racconto degli eventi che precedettero immediatamente la nascita del Signore. Per la prima lettura sono stati scelti, in riferimento al Vangelo, testi vari dell‘Antico Testamento, tra cui alcune profezie messianiche di notevole importanza» (OGLR, 94).  
La domenica ultima di Avvento riveste in questo percorso un’importanza chiaramente maggiore. Mantenendo l’attenzione al tema giubilare, è dunque opportuno lasciar emergere una più decisa intonazione alla festa del Natale ormai vicina: «quanto più si avvicina il gran giorno della nostra salvezza, tanto più cresca il nostro fervore, per celebrare degnamente il Natale del tuo Figlio» (orazione post-communio).
 
A particolare caratterizzazione della domenica suggeriamo un richiamo al valore dei riti di conclusione della celebrazione. In particolare i riti del congedo dopo l’orazione post-communio (eventuali brevi avvisi per la comunità, benedizione e congedo) svolgono la funzione di vero invito a uscire, alla missione nel mondo della comunità che si è nutrita del Signore (“Andate in pace”).
 
«La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell‘eucaristia, «si attua l‘opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa ha infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell‘azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all‘invisibile, l‘azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un‘abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo, nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo. Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa, come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi, finché ci sia un solo ovile e un solo pastore» (SC, 2).
 
Ci si può utilmente verificare: l’assemblea si scioglie in modo fraterno o semplicemente si disperde liberando l’edificio?
Avendo già proposto un significativo numero di attenzioni per la parte finale del rito (preghiera per il Giubileo della Misericordia, avvisi con invito particolare alla prossime celebrazioni, benedizione solenne), si suggerisce di non caricare ulteriormente di parole questo momento con un’altra monizione.
Se l’ipotesi è percorribile si potrebbe fare accenno al valore rituale dell’uscire della Messa durante l’omelia, anticipando la preparazione del gesto. Oppure, pare significativa la scelta di un altro linguaggio, non verbale: si prepari la processione di uscita non direttamente alla Sacrestia, ma fino alla porta principale e lì, finito l’eventuale inno cantato o durante il suono dell’organo, il presidente può fermarsi a salutare i fedeli che escono, dando significato con il gesto all’uscita.
 
 Prima dell’inizio della liturgia, un lettore - non dall’ambone - potrebbe offrire una monizione d’inizio, con queste o simili parole:
 
“Fratelli e sorelle, la liturgia di oggi celebra l’efficacia della misericordia di Dio. Chi la accoglie non può spegnerne la fertilità. Come Maria esce dalla Galilea per visitare Elisabetta, così anche noi lasciamoci rallegrare dalla presenza di Dio, per poi uscire dopo la celebrazione per servire nel mondo. Ci raduniamo per poi essere inviati. Iniziamo ora con il canto…”.
 
Se non si è svolto nella celebrazione dei Primi Vespri, si può tenere il rito dell’accensione della corona prima dell’atto penitenziale, come indicato nella scheda.
   
Si suggerisce la scelta del Prefazio d’Avvento IIA (Maria, nuova Eva), per l’evocazione del ruolo affidato alla Madre di Dio nella storia della salvezza. In particolare si presenta piena di suggestioni l’espressione contenuta (Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia in Cristo nostro salvatore), che collega al sì della Vergine l’inizio della sovrabbondanza della misericordia:
 
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo,
per il mistero della Vergine Madre.
Dall’antico avversario venne la rovina,
dal grembo verginale della figlia di Sion
è germinato colui che ci nutre con il pane degli angeli
ed è scaturita per tutto il genere umano
la salvezza e la pace.
La grazia che Eva ci tolse ci è ridonata in Maria.
In lei, madre di tutti gli uomini,
la maternità, redenta dal peccato e dalla morte,
si apre al dono della vita nuova.
Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia
in Cristo nostro salvatore.
 
 
Dopo l’orazione post communio si può pregare insieme ai fedeli la Preghiera per il Giubileo della Misericordia.
 
Si suggerisce, tra gli avvisi finali, un breve ed evocativo invito a vivere la Solennità del Natale.
 
In questo contesto, sarà conveniente fornire un quadro preciso degli orari delle celebrazioni natalizie e degli appuntamenti per la celebrazione del sacramento della Penitenza. In alcune parrocchie è d’uso anche rivolgere una lettera o un messaggio a tutta la comunità in occasione del Natale. Tutto questo si armonizza e completa la celebrazione portandone lo spirito nella quotidianità e nella vita delle comunità.
Sarà anche l’occasione di richiamare il valore di alcune usanze locali (benedizione delle famiglie, costruzione e preghiera attorno al presepio).
 
 
È bene concludere la celebrazione con la Benedizione solenne (MR, p. 428).


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 30-NOV-15
 

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