La festa e il lavoro
Nellalternanza tra festa e lavoro la famiglia trova il proprio posto nella società e nella comunità cristiana. Chiamata a costruire e rendere più bella la società con il lavoro, la famiglia è pienamente coinvolta nella festa della comunità cristiana al Cristo morto e risorto nel giorno della domenica.
Innanzitutto la festa. «La festa non è la pigrizia di starsene in poltrona, o lebbrezza di una sciocca evasione, no la festa è anzitutto uno sguardo amorevole e grato sul lavoro ben fatto; festeggiamo un lavoro […] Può capitare che una festa arrivi in circostanze difficili o dolorose, e si celebra magari con il groppo in gola. Eppure, anche in questi casi, chiediamo a Dio la forza di non svuotarla completamente. Voi mamme e papà sapete bene questo: quante volte, per amore dei figli, siete capaci di mandare giù i dispiaceri per lasciare che loro vivano bene la festa, gustino il senso buono della vita! Cè tanto amore in questo!» (Francesco, Udienza generale, 12 agosto 2015).
«Il lavoro, si dice comunemente, è necessario per mantenere la famiglia, per crescere i figli, per assicurare ai propri cari una vita dignitosa […] Il lavoro, nelle sue mille forme, a partire da quello casalingo, ha cura anche del bene comune. E dove si impara questo stile di vita laborioso? Prima di tutto si impara in famiglia. La famiglia educa al lavoro con lesempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società. Nel Vangelo la Santa Famiglia di Nazareth appare come una famiglia di lavoratori, e Gesù stesso viene chiamato figlio del falegname (Mt 13,55) o addirittura il falegname (Mc 6,3) (Francesco, Udienza generale, 19 agosto 2015).
Aiutare la famiglia a saper abitare il tempo della festa e del lavoro, nella loro naturale alternanza, permetterà allintera comunità cristiana di rimettere nel giusto ordine e di ridare la giusta considerazione ad entrambi i tempi.