Antonio Pitta, Avvenire 13 marzo 2015
La bella metafora del «sublime tesoro», attribuita alla Sacra Scrittura o alla Parola rivelata, è una sorta di password che immette nello spazio sconfinato che la Evangelii gaudium di papa Francesco conferisce alla Sacra Scrittura. La metafora, posta nella conclusione del terzo capitolo - dedicato allannuncio del Vangelo - esprime la centralità della Sacra Scrittura per levangelizzazione e la catechesi. Riflettere sul testo pontificio in questo tempo quaresimale, nel percorso di avvicinamento al Convegno ecclesiale di Firenze del prossimo autunno che lo pone come riferimento per la Chiesa italiana, è certamente utile e opportuno.
Diciamo subito che sulle modalità con cui bisogna leggere la Sacra Scrittura lesortazione apostolica non riparte dalle origini né presenta i diversi metodi di esegesi biblica, ma innervata sulla Dei Verbum del Concilio Vaticano II, lEvangelii nuntiandi di Paolo VI e la Verbum Domini di Benedetto XVI, guarda altrove e oltre. Un altrove che si può condensare in tre dimensioni centrali: lapprodo sacramentale della Parola di Dio, la sua rilevanza catechetica per levangelizzazione, e lo studio popolare della Sacra Scrittura.
Contro unabusata scissione tra la Parola di Dio e i Sacramenti, lEvangeliigaudium sottolinea lapprodo sacramentale della Parola di Dio, poiché «nel Sacramento tale Parola raggiunge la sua massima efficacia» (n.174). Il percorso inaugurato dalla Dei Verbum - per cui lo stesso Spirito accomuna la Parola e i Sacramenti -, e sviluppato dalla
Verbum Domini con la sacramentalità della Parola di Dio, sfocia nella forza creativa e dinamica della Parola verso i Sacramenti.
Senza mai dimenticare lo spazio della grazia, i sacramenti perdono di qualsiasi impatto nellevangelizzazione quando non sono irrorati dalla Parola di Dio. Se questa, con le abbondanti citazioni tratte dallAntico e dal Nuovo Testamento, occupa tanto spazio nellesortazione è perché levangelizzazione si decide tra una predicazione kerygmatica e una catechesi permanente. Su questo tratto lEvangelii gaudium propone una lettura globale della Parola di Dio che superi alcune false dicotomie o separazioni: che la catechesi sia di carattere dottrinale e il primo annuncio riguardi soltanto una fase della formazione pastorale. Piuttosto, una permanente trasformazione scaturisce dalla Parola di Dio per levangelizzazione, sino a esprimersi come itinerario mistagogico.
La distribuzione dei Vangeli in questo primo scorcio del pontificato e linsistenza costante sulla lettura quotidiana della Parola di Dio rendono bene lidea della terza dimensione che forse sta più a cuore a Papa Francesco: lo studio popolare della Parola. Ci troviamo di fronte allo sdoganamento decisivo del rapporto tra i credenti e la Sacra Scrittura. LaEvangelii gaudium non separa lo studio da altre forme di lettura della Parola di Dio, come la catechesi, la meditazione, la preghiera biblica e la lectio divina. Piuttosto, «lo studio della Sacra Scrittura devessere una porta aperta a tutti i credenti» (n.175). Il programma è ambizioso e arduo, poiché si scontra con diverse realtà pastorali dove lo studio della Scrittura è ancora relegato in circoli ristretti, soprattutto in Europa e ancor più nel nostro Paese. Nondimeno si tratta di un cammino necessario se si desidera superare, una volta per sempre, le inveterate antinomie tra unesegesi biblica ‘nella Sorbona‘ e una ‘nella Chiesa‘...
Non tutti sono in condizione di studiare la Sacra Scrittura, ma a tutti sia offerta una porta per lEvangelo, o lopportunità di trovare spazio per nutrirsi della Parola rivelata. Questa è lespressione più elevata della teologia del popolo di Dio su cui insiste tanto papa Francesco. Una teologia che, quando è alimentata dalla Parola rivelata, non trasborda mai in forme di razionalismo elitario, né di divinazioni superstiziose, ma è sorretta e sorregge qualsiasi studio della Sacra Scrittura. La Chiesa evangelizza se si lascia continuamente evangelizzare (cf. n.174): lassioma sintetizza, in modo appropriato, una lettura della Parola rivelata con, nel e per il popolo santo di Dio.