Liturgia delle ore - Anno B (2014-2015)
Ufficio delle letture




V. O Dio, vieni a salvarmi.

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell’amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.


1 ant. Il Signore ci ha liberato
          dalla mano dell’oppressore, alleluia.

SALMO 77, 40-72 Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio

Ciò avvenne come esempio per noi
(1 Cor 10, 6).
IV (40-51)
Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, *
   lo contristarono in quelle solitudini!
Sempre di nuovo tentavano Dio, *
   esasperavano il Santo di Israele.
​Non si ricordavano più della sua mano, *
   del giorno che li aveva liberati dall’oppressore
quando operò in Egitto i suoi prodigi, *
   i suoi portenti nei campi di Tanis.
​Egli mutò in sangue i loro fiumi *
   e i loro ruscelli, perché non bevessero.
Mandò tafàni a divorarli *
   e rane a molestarli.
​Diede ai bruchi il loro raccolto, *
   alle locuste la loro fatica.
Distrusse con la grandine le loro vigne, *
   i loro sicomòri con la brina.
​Consegnò alla grandine il loro bestiame, *
   ai fulmini i loro greggi.
​Scatenò contro di essi la sua ira ardente, †
   la collera, lo sdegno, la tribolazione, *
   e inviò messaggeri di sventure.
Diede sfogo alla sua ira: †
   non li risparmiò dalla morte *
   e diede in preda alla peste la loro vita.
​Colpì ogni primogenito in Egitto, *
   nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.


1 ant. Il Signore ci ha liberato
          dalla mano dell’oppressore, alleluia.


2 ant. Dio ci ha condotti alla nostra terra,
           al monte dove appare la sua santità, alleluia.

V (52-64)
Fece partire come gregge il suo popolo *
   e li guidò come branchi nel deserto.
Li condusse sicuri e senza paura *
   e i loro nemici li sommerse il mare.
​Li fece salire al suo luogo santo, *
   al monte conquistato dalla sua destra.
Scacciò davanti a loro i popoli †
   e sulla loro eredità gettò la sorte, *
   facendo dimorare nelle loro tende
     le tribù di Israele.
​Ma ancora lo tentarono, †
   si ribellarono a Dio, l’Altissimo, *
   non obbedirono ai suoi comandi.
​Sviati, lo tradirono come i loro padri *
   fallirono come un arco allentato.
Lo provocarono con le loro alture *
   e con i loro idoli lo resero geloso.
​Dio, all’udire, ne fu irritato *
   e respinse duramente Israele.
Abbandonò la dimora di Silo, *
   la tenda che abitava tra gli uomini.
​Consegnò in schiavitù la sua forza, *
   la sua gloria in potere del nemico.
Diede il suo popolo in preda alla spada *
   e contro la sua eredità si accese d’ira.
​Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani, *
   le sue vergini non ebbero canti nuziali.
I suoi sacerdoti caddero di spada *
   e le loro vedove non fecero lamento.


2 ant. Dio ci ha condotti alla nostra terra,
           al monte dove appare la sua santità, alleluia.


3 ant. Elesse la tribù di Giuda
           e scelse Davide suo servo
           per guidare Israele, suo popolo, alleluia.

VI (65-72)
​Ma poi il Signore si destò come da un sonno, *
   come un prode assopito dal vino.
Colpì alle spalle i suoi nemici, *
   inflisse loro una vergogna eterna.
Ripudiò le tende di Giuseppe, *
   non scelse la tribù di Èfraim;
ma elesse la tribù di Giuda, *
   il monte Sion che egli ama.
​Costruì il suo tempio alto come il cielo *
   e come la terra stabile per sempre.
Egli scelse Davide suo servo *
   e lo trasse dagli ovili delle pecore.
​Lo chiamò dal seguito delle pecore madri †
   per pascere Giacobbe suo popolo, *
   la sua eredità Israele.
​Fu per loro pastore dal cuore integro *
   e li guidò con mano sapiente.


3 ant. Elesse la tribù di Giuda
           e scelse Davide suo servo
           per guidare Israele, suo popolo, alleluia.


V. Dio ci ha fatti rinascere a una speranza viva, alleluia

​R. in Cristo risorto dai morti, alleluia.

PRIMA LETTURA
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
18, 1-20

La caduta di Babilonia
     Io, Giovanni, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore. Gridò a gran voce:
«È caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d’ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato».
     Poi udii un’altra voce dal cielo:
«Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte
dei suoi flagelli.
Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
Io seggo regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco,
poiché potente Signore è Dio
che l’ha condannata».
     I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio, tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno:
«Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un’ora sola è giunta la tua condanna!».
     ​Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci: carichi d’oro, d’argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d’avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.
«I frutti che ti piacevano tanto,
tutto quel lusso e quello splendore
sono perduti per te,
mai più potranno trovarli».
     I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno:
«Guai, guai, immensa città,
tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto,
adorna d’oro,
di pietre preziose e di perle!
In un’ora sola
è andata dispersa sì grande ricchezza!».
     Tutti i comandanti di navi e l’intera ciurma, i naviganti e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza, e gridano guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai somigliante all’immensa città?». Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono:
«Guai, guai, immensa città,
del cui lusso arricchirono
quanti avevano navi sul mare!
In un’ora sola fu ridotta a un deserto!
Esulta, o cielo, su di essa,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché condannando Babilonia
Dio vi ha reso giustizia!».

RESPONSORIO
Cfr. Is 52, 11. 12; Ap 18, 4; Ger 51, 45


R. Uscite da Babilonia, purificatevi, voi che portate gli arredi
del Signore, perché davanti a voi cammina il
Signore:
* egli raduna il suo popolo, alleluia.

​V. Uscite, popolo mio, da Babilonia; ognuno salvi la vita dall’ira
ardente del Signore:

​R. egli raduna il suo popolo, alleluia.

SECONDA LETTURA
​Dai «Discorsi» di sant’Atanasio, vescovo

(Disc. sull’incarnazione del Verbo, 8-9; PG 25, 110-111)


L’incarnazione del Verbo
     Il Verbo di Dio, immateriale e privo di sostanza corruttibile, si stabilì tra noi, anche se prima non ne era lontano. Nessuna regione dell’universo infatti fu mai priva di lui, perché esistendo insieme col Padre suo, riempiva ogni realtà della sua presenza. Venne dunque per amore verso di noi e si mostrò a noi in modo sensibile. Preso da compassione per il genere umano e la nostra infermità e mosso dalla nostra miseria, non volle rimanessimo vittime della morte. Non volle che quanto era stato creato andasse perduto e che l’opera creatrice del Padre nei confronti dell’umanità fosse vanificata. Per questo prese egli stesso un corpo, e un corpo uguale al nostro, perché egli non volle semplicemente abitare un corpo o soltanto sembrare un uomo. Se infatti avesse voluto soltanto apparire uomo, avrebbe potuto scegliere un corpo migliore. Invece scelse proprio il nostro.
     Egli stesso si costruì nella Vergine un tempio, cioè il corpo e, abitando in esso, ne fece un elemento per potersi rendere manifesto. Prese un corpo soggetto, come quello nostro, alla caducità e, nel suo immenso amore, lo offrì al Padre accettando la morte. Così annullò la legge della morte in tutti coloro che sarebbero morti in comunione con lui. Avvenne che la morte, colpendo lui, nel suo sforzo si esaurì completamente, perdendo ogni possibilità di nuocere ad altri. Gli uomini ricaduti nella mortalità furono resi da lui immortali e ricondotti dalla morte alla vita. Infatti in virtù del corpo che aveva assunto e della risurrezione che aveva conseguito distrusse la morte come fa il fuoco con una fogliolina secca. Egli dunque prese un corpo mortale perché questo, reso partecipe del Verbo sovrano, potesse soddisfare alla morte per tutti. Il corpo assunto, perché inabitato dal Verbo, divenne immortale e, mediante la risurrezione, rimedio di immortalità per noi. Offrì alla morte in sacrificio e vittima purissima il corpo che aveva preso e offrendo il suo corpo per gli altri liberò dalla morte i suoi simili.
     Il Verbo di Dio a tutti superiore offrì e consacrò per tutti il tempio del suo corpo e versò alla morte il prezzo che le era dovuto. In tal modo l’immortale Figlio di Dio, con tutti solidale per il comune corpo di morte, con la promessa della risurrezione rese immortali tutti a titolo di giustizia. La morte ormai non ha più nessuna efficacia sugli uomini per merito del Verbo, che ha posto in essi la sua dimora mediante un corpo identico al loro.

RESPONSORIO
Ger 15, 19. 20; 2 Pt 2, 1


R. Tu sarai come la mia bocca, e io, per questo popolo,
ti renderò come un muro durissimo di bronzo; 
combatteranno contro di te,
* ma non potranno prevalere,
perché io sarò con te, alleluia.

​V. Ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che
introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che
li ha riscattati,

​R. ma non potranno prevalere, perché io sarò con te,
alleluia.

ORAZIONE
     O Dio di infinita sapienza, che hai suscitato nella tua Chiesa il vescovo sant’Atanasio, intrepido assertore della divinità del tuo Figlio, fa’ che per la sua intercessione e il suo insegnamento cresciamo sempre nella tua conoscenza e nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

     R. Amen.
       Benediciamo il Signore.

       R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 02-MAG-15
 

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