Sussidio Pasqua 2015 - Ufficio liturgico nazionale
12 aprile
II domenica di Pasqua
Una Chiesa in uscita
L’Evento: Gesù non resta prigioniero
     Prima dell’incontro col Risorto, la situazione è statica. “Erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore…” (Gv 20,19). Gesù non resta prigioniero e non rende prigionieri; spezza le barriere: fa della stanza chiusa in cui si trovavano i discepoli spauriti un luogo aperto, li libera, li invia con franchezza. Tutto è pervaso da un movimento, quello Trinitario: il Padre invia il Figlio, il Figlio dona lo Spirito e invia i discepoli. All’immobilismo sconfortato dei discepoli in un “dove” senza speranza si contrappone l’ingresso liberatore di Gesù e il suo stare in piedi nell’atteggiamento del Risorto, che non è più il restare fissi e chiusi in se stessi, ma è l’esultante dinamismo dello Spirito.
     Sartre aveva rappresentato l’Inferno come una stanza chiusa in cui gli uomini si tormentano a vicenda. L’Enfer c’est les autres, “L’Inferno sono gli altri”. Il Signore Risorto di questa stanza fa il Paradiso, perché Lui è presente, è vivo; da nemici ci fa figli e fratelli, apre la porta, ci manda incontro agli altri, portatori a nostra volta di salvezza. Tommaso, l’incredulo, è un paradigma consolante per noi: colui al quale non basta vedere, colui che vuole toccare, fare esperienza, ci mostra la strada di un Incontro che si consuma nella più compiuta professione di fede: “Mio Signore e mio Dio!”. Anche chi è prigioniero dei propri schemi è chiamato ad incontrare il Cristo: beati coloro che senza averlo visto e toccato fisicamente crederanno, ma beato anche colui che solo al termine di un lungo cammino interiore, liberato da se stesso, trova l’incontro col Vivente.
 
La Chiesa: Una realtà di comunione
     Dall’esperienza del Risorto, nello Spirito, si costituisce la Chiesa, l’assemblea dei chiamati dal Padre. Si costituisce nella comunione fraterna, di cui è testimone viva la Chiesa apostolica. Quel Cristo che viene celebrato nel Pane eucaristico e nella carità sincera è anche annunziato profeticamente dai discepoli nella testimonianza.
   È nella realtà della carità vissuta che viene testimoniato più efficacemente il Risorto da una comunità che, basata su rapporti fraterni, già sperimenta il Paradiso. Una qualche intuizione di questo è manifestata anche dai semi di verità che sono sparsi nella sapienza dei popoli, talvolta in termini che sono una praeparatio evangelica. Una fiaba cinese ci spiega come è fatto l’inferno: è costituito da una immensa tavolata alla quale, davanti a ciotole stracolme di riso delizioso, siedono i dannati.
 
Muoiono di fame di fronte a tanta abbondanza, perché per portarsi il riso alla bocca hanno solo delle bacchette lunghe due metri, e quindi non riescono a nutrirsi: si contorcono, si scontrano, ma i loro tentativi sono tutti vani. Poi la fiaba ci spiega come è fatto il Paradiso: è identico, stessa tavola, stesso riso, stesse bacchette.
Però tutti mangiano a sazietà, perché con le bacchette lunghe due metri ognuno nutre l’altro…
 
Il nostro presente, il nostro futuro: “Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù”
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento… Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto… Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!” (EG 1-3).
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 09-MAR-15
 

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