Sussidio Pasqua 2015 - Ufficio liturgico nazionale
17 maggio
Ascensione del Signore
Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo.
Alleluia.
 
Canto al Vangelo
 
 
La domenica dell’Ascensione si celebra nel cuore del Tempo pasquale. I quaranta giorni trascorsi dai giorni della Passione sono stati ritmati dalle apparizioni di Gesù risorto alla comunità cristiana. Così ci testimonia l’autore della prima lettura: «Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio» (At 1,3).
La festa dell’Ascensione, infatti, non conclude il Tempo pasquale. Il Cero rimane acceso fino alla conclusione della Pentecoste. Gesù, infatti, ascende al Padre, per essere presente nella sua Chiesa sino alla fine dei tempi. La liturgia odierna ci invita a vivere questo mistero di glorificazione, non nella tristezza, ma nell’esultanza. Così suggeriscono i testi liturgici: in questo giorno, la chiesa esulta di santa gioia perché la nostra umanità è innalzata fino ai cieli (colletta). Il Signore Gesù resterà con noi fino alla fine dei giorni (alleluia), Egli non si è separato da noi, ma ci ha preceduti per donarci la certezza che dove è lui, saremo anche noi (prefazio).
Il tema dell’attesa del ritorno di Gesù nella gloria è sempre presente nella liturgia cristiana, non solo nel tempo di Avvento, ma in ogni Eucaristia. Ogni domenica l’assemblea è invitata a cantare, dopo la consacrazione, il “Mistero della fede” seguito dall’acclamazione: Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice, annunciamo la tua morte Signore, nell’attesa della tua venuta; oppure: Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”, oppure: “Tu ci hai redenti con la tua Croce e risurrezione…”.
Dopo la riforma liturgica, il Messale di Paolo VI rende questo testo una acclamazione di tutta l’assemblea: nel momento in cui la Chiesa vive la gioia della presenza di Dio nel mistero eucaristico, è invitata a sollevare lo sguardo verso il giorno del suo ritorno. In questo “gioco” di presenza e attesa, di pregustazione e compimento si svolge il cammino della Chiesa: essa cammina per i sentieri della storia, confortata dalla presenza del Signore Gesù, ma nello stesso tempo, vive nell’attesa del compimento, quando anche noi saremo finalmente dove Lui è, alla destra del Padre. Mentre ci è data la gioia di gustare i divini misteri, Dio suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove ha innalzato l’uomo accanto a sé nella gloria. L’eucaristia è così conforto e desiderio, gioia e speranza. La liturgia ritma in tal modo il tempo dell’attesa, e ogni domenica ci invita a sollevare lo sguardo per contemplare qual è la speranza a cui siamo chiamati e illuminare gli occhi della nostra mente per farci comprendere quale tesoro di gloria racchiude l’eredità dei santi a cui siamo chiamati (Ef 1,18).
 
 
La domenica dell’Ascensione richiama in modo significativo anche al gesto dell’elevazione. Generalmente, lo si intende come parte del momento della Consacrazione, mentre, nell’Ordinamento Generale del Messale Romano, esso acquista particolare rilevanza al momento della dossologia che conclude la Preghiera eucaristica (cfr. OGMR n° 151). Dopo le parole dell’Istituzione, infatti, le rubriche fanno riferimento solo ad una semplice presentazione dell’ostia consacrata e del calice (cfr. Messale pag. 402).
Infine, ricordiamo che, nei giorni che vanno dall’Ascensione del Signore alla Pentecoste, la liturgia della Chiesa, nelle letture, negli inni, nelle antifone, ci fa percorrere un cammino di attesa verso l’evento della Pentecoste. Più che aggiungere un ulteriore tempo di preghiera, potrebbe essere opportuno valorizzare la preghiera della Liturgia delle Ore.
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 24-MAR-15
 

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